Successivamente alla sua dipartita dalla WWE, Jon Moxley si è rimesso subito in pista, firmando con la AEW e scaldando tutto il panorama.
Una pietra miliare importante nel panorama del wrestling anni 2010. Jon Moxley, uno dei nomi di punta della WWE, si è apertamente opposto ad essa, firmando con la neonata rivale, la AEW. Sfruttando l’assenza di un contratto esclusivo, Jon Moxley, non ha perso tempo a prendere altri impegni indipendenti e giapponesi. Oltre alla già avviata rivalità con Kenny Omega, sono già bookati i match contro Juice Robinson alle BOSJ Finals, per L’IWJP U.S. Championship, contro Darby Allin e Pentagon Jr in NEW, e contro Joey Janela proprio ad AEW Fyter Fest.
Perché tutti questi impegni?
Una schedule che sembra quella di un wrestler alle prime armi in cerca di Booking, nel tentativo di farsi un nome. È solamente lo specchio dello stato mentale di Jon Moxley. In disperato bisogno di sfogo fisico e mentale, dopo la repressione creativa subita in WWE. Il suo debutto in AEW lascia trasparire una maggiore aggressività del suo già consolidato personaggio da “lunatic”. Un innesto che oltre a portare Star Power, porterà notevole buzz, specialmente dopo il tanto chiacchierato Podcast con Chris Jericho.
Che ripercussioni ci saranno?
Il Podcast, a mio avviso, sfiora la valenza mediatica del podcast di CM Punk e Colt Cabana, ma senza ripercussioni legali. Aspetto al quale Jon Moxley ha prestato particolare attenzione, nonostante fosse stato vicinissimo ad abbandonare fregandosene del contratto. Una discesa velocissima, considerando che il fu Ambrose, era tornato da un lungo infortunio solamente da qualche mese. Infortunio che, guarda caso, riguardava una infezione da Stafilococco non curata. Deja-vù. Ma i malumori andavano oltre una malattia potenzialmente mortale. Le differenze creative e le politiche WWE possono essere massacranti. Parole non mantenute e tanta stupidità. Questo ciò che traspare da Talk Is Jericho, oltre che dal prodotto settimanale offerto in WWE. Jon Moxley, nonostante lo sfogo, ha dichiarato di voler lasciare tutto al passato, il futuro è roseo e impegnativo.
Cosa lo aspetta?
Si prospetta una proseguo di carriera come nome di punta della seconda federazione al mondo. Con una schedule più leggera, salvo Booking esterni, e una libertà creativa maggiore. Oltre che a un prodotto maggiormente incentrato sul Pro-Wrestling, uno degli unici due amori di Moxley. Piuttosto che sulla “honkey stuff” denigrata da Jon. Vero, forse la sua discesa dalle scalinate a Double Or Nothing, non sarà paragonabile a quella di Scott Hall in WCW, 23 anni fa. Ma non è ancora il momento di parlare di guerre, visto che il principale focus della situazione è solamente la ritrovata serenità di Jon Moxley AKA Jonathan Good.