Bruno Sammartino, la Leggenda del Pro Wrestling – Eccovi uno degli articoli provenienti da TSOW Magazine 1!
Amici di The Shield Of Wrestling, in contemporanea all’uscita del quindicesimo numero della nostra rivista, abbiamo selezionato per voi un articolo da ogni numero uscito sino ad oggi.
Direttamente da TSOW Magazine 1, il nostro primo storico numero, ecco a voi la storia della leggenda italiana Bruno Sammartino nel mondo del Professional Wrestling, a cura di Michael Formica. Buona lettura!
Bruno Sammartino, la Leggenda del Pro Wrestling (da TSOW Magazine 1)
Impossibile parlare di wrestling italiano senza prima soffermarsi sul suo massimo esponente, una figura leggendaria a cui dobbiamo molto più di quello che possiamo immaginare. Nel 1935 nasceva Bruno Leopoldo Francesco Sammartino e nessuno avrebbe mai immaginato che quell’uomo avrebbe gettato le fondamenta del pro wrestling diventando il pioniere dello sport spettacolo che noi tutti amiamo così tanto. Dal suo paese natale abruzzese, Pizzoferrato, Bruno si trasferì a Pittsburgh all’età di quindici anni e ben presto iniziò la carriera da lottatore professionista catturando l’attenzione dell’allora World Wide Wrestling Federation, vecchio nome della WWE, diventando la loro star di punta. Con il ring name di Bruno Sammartino, verrà ricordato nel corso degli anni come “The Italian Strongman”, “The Original Italian Stallion” e “The Living Legend of Professional Wrestling”. La sua popolarità raggiunse una tale importanza da fare il tutto esaurito al Madison Square Garden per 188 volte, numeri impensabili persino per Elvis Presley. Nel 1963 entrò nella WWWF e, dopo pochi mesi, sconfisse l’allora campione “The Nature Boy” Buddy Rogers in appena 48 secondi conquistando il WWWF World Heavyweight Chiampionship, titolò che detenne per sette anni e otto mesi (2.803 giorni) diventando il campione più longevo della storia della disciplina Il 19 gennaio 1971 perse il titolo contro Ivan Koloff proprio al Madison Square Garden e la sconfitta portò i 22.000 spettatori al silenzio tombale dinnanzi al proprio idolo battuto. Nel 1973 riuscì a riconquistare il titolo sconfiggendo Stan Stasiak dando vita ad un secondo regno durato circa quattro anni (1.237) a suo dire ben più impegnativo del primo viste le ardue difese titolate che ha dovuto sostenere. Alla fine fu Superstar Billy Graham a porre fine al suo regno titolato sconfiggendolo utilizzando le corde illegalmente per vincere il match. Con i suoi 4.040 giorni combinati da campione, Bruno fu portabandiera del “mat wrestling” diventando anche pioniere dello stile da “brawler” combinandolo all’uso di manovre e mosse che richiedevano grande forza fisica. Il suo spiccato carisma e il suo apparire come il classico bravo ragazzo lo resero uno dei wrestler più popolari di sempre. Nel 2013 è stato introdotto nella WWE Hall of Fame da Arnold Schwarzenegger, suo amico di lunga data. Bruno muore il 18 aprile 2018 lasciando un vuoto davvero importante nel mondo del wrestling. Fortunatamente riuscì ad assistere all’inaugurazione di una statua in suo onore nella sua città natale, Pizzoferrato, consacrazione ricevuta il 5 agosto 2017. Bruno Sammartino non è soltanto il wrestler italiano più importante mai esistito ma il migliore di sempre e il suo spirito deve essere un faro per tutti i lottatori italiani che stanno cercando di realizzare il proprio sogno.
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