Amiche e amici lettori, ecco il sesto e ultimo numero di questo primo ciclo di “WrestleWeek”, l’editoriale della domenica di The Shield Of Wrestling. Oggi parleremo di cosa è major e cosa è indy, di che prospettive può avere il “nuovo polo del wrestling internazionale” ed eleggeremo l’ultimo wrestler of the week di questi sei appuntamenti. Prima di iniziare, vi faccio tanti auguri di Buona Pasqua!
Major vs indy: chi è chi?
Negli ultimi venti anni la WWE ha fatto da padrona del wrestling mondiale a livello mainstream, grazie alle “vittorie” contro la WCW e la ECW a inizi anni 2000. Ma anche grazie alla rapida discesa della NWA e del fallimento del progetto WWA (World Wrestling All Stars), sempre negli stessi anni. Nel 2002 nacquero però due realtà che hanno tentato di contrastare il gigante di Stamford (riuscendoci solo in parte e in pochi determinati momenti): la ROH (Ring Of Honor) e la TNA (oggi Impact Wrestling). Di queste due realtà ho già scritto nei numeri precedenti, ma oggi voglio affrontare dei punti di vista più commerciali e mediatici. Cosa significa essere una federazione major, nel mondo del pro wrestling? Sicuramente avere un programma televisivo e un network che lo trasmette, avere un roster fisso (con atleti magari in esclusiva), proporre PPV e avere anche una certa solidità economica. Prendiamo la ROH: per alcuni anni è stata la seconda federazione di wrestling negli Usa (al tempo della florida collaborazione con la NJPW, che nel frattempo è stata la seconda promotion di wrestling più seguita al mondo) e da dieci anni circa è parte del Sinclair Broadcast Group. Il SBG è un gigante del settore delle telecomunicazioni, potrebbe tranquillamente fare grandissima la ROH ma al momento non spinge in quella direzione. Possiamo considerare la ROH una Major? Direi di sì, sicuramente non al livello di WWE e AEW e nemmeno al livello della stessa ROH di qualche anno fa.
Passiamo alla TNA: Jerry Jarrett e Bob Ryder fondarono una promotion che non fosse del tutto dipendente dai network e che trasmettesse direttamente in PPV. La TNA tenne il suo primo show il 19 giugno del 2002 e all’inizio adottò una programmazione in PPV settimanali (come ha tentato di fare a fine 2020 la NWA). La TNA si alleò con la NWA e questo le consentì di utilizzare i migliori lottatori degli Stati Uniti e allo stesso tempo di disporre del prestigioso NWA World Heavyweight Championship. La TNA negli anni crebbe, assunse una svariato numero di stelle ex WWE (Hulk Hogan, Ric Flair, Eric Bischoff, RVD, Booker T, Jeff e Matt Hardy, C.Cage etc.), collaborò con diverse realtà internazionali (NJPW ad esempio) e sfidò in primetime la WWE. La nuova guerra degli ascolti del lunedì sera durò poco, la TNA andò incontro a crisi progettuali e creative prima ed economico/organizzative dopo. Oggi si fa chiamare Impact Wrestling, è di proprietà del gruppo Anthem e ha un programma fisso al giovedì sera su ASX TV. Si può considerare una major? Gli atleti ci sono, gli eventi speciali e i PPV pure, anche in questo caso è un gruppo televisivo stesso a possedere una federazione di wrestling e quindi la risposta è sì. Come nel caso della ROH, Impact di oggi non è paragonabile alla TNA dell’epoca, che fu una rivoluzione per il mondo del pro wrestling.
Quali sono le altri major al mondo? Di sicuro la AEW, lo sappiamo. Ovviamente la NJPW, a maggior ragione ora che il suo prodotto ha un feeling importante fuori dal Giappone e ci sono fans del puro in ogni parte del mondo. Più limitatamente a Messico e al Nord America, lo può essere anche la AAA, avrebbe tutti i numeri per farlo (inoltre scenograficamente forse produce gli show più belli e divertimenti al mondo).
Fuori dal mondo major ci sono le indy, o indies o anche indyz: insomma fate voi. Tutte quelle federazioni piccole o micro, che magari non hanno un roster fisso e che prendono a gettone il grosso nome libero di quel momento, per attirare pubblico. Promotion che non hanno una trasmissione televisiva o che al massimo la producono coi propri mezzi (e per fortuna oggi con network proprietari e piattaforme si può fare) e che spesso non navigano nell’oro. Anzi, quasi sempre. Potrei farvi alcuni nomi, a seconda dei generi: CZW, CGW, FIP, Beyond, su tutte. Ci sono poi federazioni, che si trovano in una sorta di via di mezzo, difficile forse anche da definire. Due su tutte: la MLW e la NWA. Federazioni che hanno una loro storia e titoli, che hanno show e PPV, che hanno piattaforme e tv digitali che le trasmettono e roster più o meno fissi. Possono essere considerate major? A me piacciono molto, ma credo di no. Sono federazioni indy, tout court? Non credo nemmeno questo. Sono una via di mezzo, che grazie a una minima solidità economica, una discreta forza contrattuale del proprio brand e con le moderne tecnologie, stanno in una fascia di mezzo. Ci sono poi federazioni come la AJPW (Giappone) o la CMLL (Messico) che sono state grandi in passato e che ora attraversano fasi di minor splendore, dovute all’attuale periodo ma non solo. Sono federazioni molto legate al proprio territorio, dove hanno un peso importante e in cui portano avanti una solida tradizione. Anche qui io non riesco a definirle come major e nemmeno come indy, ma neppure come una via di mezzo come la MLW e la NWA. Insomma sono un mondo a parte. Detto questo (proprio al mondo) esistono decine di federazioni di wrestling ed essendo questo il numero di un editoriale, mi è impossibile trattarle tutte. Ho voluto riportare quelle che possono essere delle linee guida, spero utili e condivisibili. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Cosa sarà il Wrestling nel 2021?
Non c’è mai stato così tanto wrestling a livello quantitativo e qualitativo come al giorno d’oggi. Mai. Certo negli anni 90 c’erano due colossi che smuovevano milioni di spettatori ogni lunedì sera e che facevano numero pazzeschi nelle vendite dei PPV e del merchandising. Oggi le realtà sono più frazionate, frammentate e suddivise su tutta la settimana televisiva. Si può vedere ovunque wrestling, in qualsiasi momento, gratuitamente o pagando. Eppure, nonostante gli sforzi di tutti gli attori in gioco, i numeri attuali del wrestling, non sono paragonabili a quelli del passato. Non starò qui a raccontarvi i rating di Dynamite o Nxt e nemmeno a parlarvi del calo degli ascolti di RAW e SDL, ma sta di fatto che il prodotto wrestling oggi, tira meno che in passato. E dunque voglio chiudere questo primo ciclo di WrestleWeek da dove sono partito e cioè parlando del nuovo polo del wrestling internazionale. L’alleanza globale (che è solo agli inizi, mi immagino) tra AEW, Impact Wrestling, NJPW, NWA e AAA, ha l’occasione di riportare in auge il Pro Wrestling. È una chance storica, che arriva in un momento di pandemia globale e che dovrà essere sfruttata al meglio appena possibile. Un’opportunità che può portare ad una nuova guerra degli ascolti, questa volta a tutto campo, davvero su scala globale, come mai prima d’ora. Da un lato, colei che è la major per eccellenza e a lungo è stata quasi monopolista del wrestling mainstream: la WWE. Dall’altro lato, le federazioni che si sono raccolte in una sorta di Avengers o Justice League del pro wrestling. Sono di parte e mi esprimo: faccio il tifo per questi secondi soggetti in campo. Ma una rivalità di questo tipo, non dovrebbe avere lo scopo di distruggere i propri concorrenti (come fu per la Wwf contro Wcw e Ecw) ma di aumentare la base di affezionati al mondo del wrestling, del puro e della lucha. La vittoria di un intero movimento è ciò che mi auguro. Questo è il risultato che vorrei si raggiungesse da una battaglia tra codesti poli contrapposti. Ciò che non sono riuscite a fare la ROH e la TNA è auspicabile lo riesca a fare la AEW con la sua Global Alliance (passatemi il termine). Per il bene di questa disciplina, di noi fan e perché no, anche di questo editoriale. Che ha tanta voglia di tornare a parlare della sfida nel mondo del pro wrestling internazionale.
The wrestler of the week is:
Ammetto che questa settimana non sapevo proprio chi scegliere, nessuno mi aveva sorpreso particolarmente. C’era stato un bel match di Cage a Dynamite, lo scioglimento della Hurt Business a Raw, un Daniel Bryan vittorioso a SDL. Eppure nulla mi convinceva per scegliere il wrestler della settimana ed ero tentato di raccontarvi di El Hijo del Vikingo, un luchador sensazionale di cui ho già scritto in passato. Una stella dal gran futuro, un lottatore spettacolare, un vero guerriero del ring, forte e carismatico. Ma anche lui non poteva essere considerato il vero wrestler della settimana. E quindi, non sapevo come fare; fino ad oggi pomeriggio. Perché oggi arriva lui. L’Aerial Assassin, il britannico di casa in Giappone, colui che diventerà il gaijin di punta in NJPW (insieme a Jay Whte), il mio lottatore preferito in terra nipponica: Will Ospreay. So che lo sapete, quindi vado al punto: il leader del “United Empire” oggi durante Sakura Genesis si è laureato per la prima volta IWGP World Heavyweight Champion. Lo ha fatto battendo Kota Ibushi, precedente campione massimo ed Intercontinentale in NJPW, che aveva appena unificato questi due titoli in uno solo. Nessuno si aspettava questo esito (nemmeno nella nostra redazione, dove io però ci speravo davvero) con la sconfitta dell’ uomo che era salito al rango di un Dio per via di un giovane uomo che aveva dovuto tradire il suo Asso, per uscire da quell’ombra. Eppure è andata così: Ospreay dopo aver vinto la New Japan Cup 2021, ha vinto l’ IWGP World Heavyweight Champion. E subito dopo averlo vinto si sono palesati all’orizzonte (anzi, ben più vicino) due avversari di livello assoluto: Okada e Takagi. Senza dimenticare che lo stesso Ibushi, qualcosa da dire, lo avrà ancora. Insomma siamo di fronte al vero wrestler of the week di questa settimana e molto probabilmente al “Wrestler of the Week” più importante di questo primo ciclo di editoriale. Io sono di tale idea, ma volentieri leggo i vostri commenti, soprattutto se la pensate diversamente.
Per questa domenica e per questo primo ciclo di “WrestleWeek” è tutto, adesso mi fermerò due settimane (rimanendo attivo su Game Of Raw Podcast, il TSOW Tg e la WrestleMania Week) e poi tornerò con un nuovo tema di fondo e tanti altri argomenti, per l’editoriale della domenica di The Shield Of Wrestling.
Approfitto di queste righe e ringrazio il direttore Yuri Martinelli, per avermi accordato questo spazio.
E ringrazio tutta la redazione di The Shield Of Wrestling, sempre attiva, attenta e laboriosa. 24 su 24 e non come il titolo WWE, ma proprio per davvero.
Ci vediamo e soprattutto ci leggiamo tra un paio di settimane, per ora vi faccio nuovamente gli auguri di Pasqua e… Enjoy The Ride!
Giulio “The Ace” Prosperi