Ai microfoni di Express Sport Rusev si è lamentato del suo utilizzo sottolineando come questo malessere sia diffuso all’interno di tutto il roster WWE.
Non c’è pace all’interno della WWE. Il momento nero della maggiore federazione di Wrestling sembra essere molto distante dalla fine, anzi: dopo le diverse rescissioni contrattuali (alcune anche di atleti di grosso calibro come Dean Ambrose) arriva la conferma da parte del tre volte campione degli Stati Uniti di come il clima all’interno dello spogliatoio non sia dei migliori, per usare un eufemismo.
Il bulgaro, intervistato da Express Sport insieme a sua moglie Lana, ha espresso il proprio malumore e quello dei colleghi, stanchi di essere trascurati a favore dei soliti noti. In molti sono contrariati per l’atteggiamento del Chairman della federazione, Vince McMahon, reo troppo spesso di non riuscire a cavalcare l’onda lunga dell’hype che si genera attorno ad un wrestler (come il “Rusev Day” per quanto riguarda proprio il 33enne nativo di Plovdiv).
Le parole di Rusev
“Il malumore non riguarda solo me e Lana. Una larga parte del roster si sente trascurata: abbiamo tutti grandi abilità, lavoriamo duro e con passione. Tutti vogliamo avere la possibilità di diventare campioni proprio perché siamo bravi abbastanza per meritarlo. Ci sono tanti titoli in WWE, le opportunità non dovrebbero mancare. Il nostro è un mondo competitivo devi essere in grado di offrire qualcosa di diverso rispetto agli altri e a volte nemmeno basta. Interi palazzetti intonavano “Rusev Day” ma a quanto pare tutto quest’hype si è risolto in un nulla di fatto. Solo Vince McMahon sa cosa vuole da un campione“.
Gli elogi di The Undertaker
Infine Rusev si è soffermato sull’esperienza unica dell’affrontare The Undertaker a Crown Jewels. Il bulgaro si è detto entusiasta di aver avuto un’opportunità del genere soprattutto perché alla fine della contesa è stato il Dead Man in persona ad elogiarlo nel backstage. Non bastano però neanche gli apprezzamenti di una delle icone maggiormente riconosciute in WWE per rilanciare l’immagine di un wrestler dal grande talento.