Le recenti critiche della WWE verso il prodotto hardcore della AEW non rappresentano una prima volta: accadde anche negli anni ‘90 contro la
WCW.
Le dure parole provenienti dai rappresentanti WWE rivolti alla AEW pubblicate sulle pagine del Toronto Star stanno facendo il giro del mondo.
L’eccessivo utilizzo del sangue nei match, specialmente quello femminile avvenuto a Dynamite qualche settimana fa, è stato duramente stigmatizzato dalla WWE la quale sembra vivere una sorta di deja-vu. Non è la prima volta che Vince McMahon denunci tale atteggiamento da parte di una compagnia concorrente, era già capitato negli anni ‘90.
WWE: la lettera alla WCW sull’utilizzo del sangue nei match
Il web, si sa, è utilissimo quando si va alla ricerca di elementi storici ed ecco spuntare, a questo proposito, una lettera che è stata caricata dalla pagina WrestleNews 365.
FYI this isn’t the first time that WWE and Vince McMahon have gone down the “self-mutilation” route.
The irony being that #WWE subsequently utilised blading for several years after this.
But just like WCW, AEW is totally not competition that WWE definitely doesn’t watch.#AEW pic.twitter.com/LrYRurbFJl
— Owen @ WrestleNews365 (@365Wrestle) January 16, 2022
La lettera in questione risale al 1995, venne scritta da Vince McMahon per il presidente WCW Ted Turner criticando l’eccessivo utilizzo del “blade job” ossia la fuoriuscita di sangue autoimposta dal lottatore attraverso l’utilizzo di lame, tecnica old school e oggi vietata in WWE.
Il termine “self-mutilation” è il legame tra i due comunicati. Nella lettera, che potete leggere a fine articolo, si fa riferimento ad un ripetuto blade job di Hulk Hogan in vari episodi di Nitro, cosa che aveva disgustato la WWE, vittima dell’enorme popolarità della WCW in quel periodo definendo il tutto come “non etico e potenzialmente pericoloso per la salute”.
Il tempo, in seguito, dimostrò l’incoerenza di tale lettera: solo pochi anni dopo la stessa compagnia di Vince McMahon seguì quel percorso regalando bagni di sangue fino a pochi anni fa.
Chissà se la dirigenza WWE di oggi era a conoscenza di questo “precedente storico” che, agli occhi dei neutrali, fu una chiara dimostrazione di timore per una competizione che era pronta ad esplodere.
La storia tende spesso a ripetersi, cambiano solo i nomi.