Durante l’ultima puntata di Raw, Kurt Angle ha annunciato il suo ritiro, che avverrà dopo aver disputato il suo ultimo match a Wrestlemania.
Una parabola storica raggiungerà la sua fine in quel di Wrestlemania. Oltre di 20 anni di carriera, che testimoniano la capacità di Kurt Angle nel trasformare questa disciplina nella sua seconda natura. Una storia nata quasi per caso, dopo una vita dedicata all’amateur wrestling. Federazioni girate, titoli vinti e match storici, si vanno ad aggiungere alla gloriosa medaglia olimpica. Ma analizziamo la fase discendente di questa parabola, che paradossalmente, ha inizio con la sua introduzione nella Hall Of Fame. Primavera 2017, dopo 10 anni Angle torna a casa, l’entusiasmo si protrae nei mesi successivi. Tutto bello, Kurt è stabilmente on-screen, cosa potrebbe andare storto? Più o meno tutto. L’eroe olimpico interpreta per 1 anno e mezzo il ragionier Ugo Fantozzi, con qualche bump comico in meno. Una Wrestling Machine senza intensità, un campione olimpico con poca integrità, un General Manager con scarsa intelligenza. Si arriva dunque allo spartiacque di questo stint, in cui la leggenda di Kurt si sgretola come terra tra le dita di Drew Mcintyre. Esito accettabile, se solo fosse stato parte di una redemption storyline sulla falsa riga de “Il ritorno del cavaliere oscuro” di Frank Miller. Ma come di consueto, sembra sia già acqua passata.
One More Match
Arriviamo a lunedì sera, il personaggio di Angle non ha subito alcuna variazione. Ci ritroviamo un ultra 50enne che affronta casualmente midcarder di Raw e con un depush importante alle spalle. Evoluzione, o meglio, involuzione comprensibile dal punto di vista logico, meno dal punto di vista morale. La mancanza di rispetto nella gestione di Angle, soverchia una esigenza narrativa che, alla fine, non ha avuto sbocchi. Ma concentriamoci sull’attualità, il Gold Medalist ha chiaramente dichiarato che il suo match di ritiro sarà a Wrestlemania. Con poco più di 20 giorni mancanti all’evento, risulta complicato immaginare una storyline convincente. Questo lascia presagire una vera e propria passerella, da inserire nella folta card del PPV. Di avversari papabili non ce ne sono praticamente. Alcuni suggeriscono Chad Gable, altri John Cena, o per un passaggio di testimone, o per un richiamo al passato. Ma entrambe le soluzioni sembrano molto forzate. Personalmente, la soluzione migliore sarebbe stata un rematch contro lo Scottish Psycopath, quanto meno per chiudere il cerchio narrativo. Ma quest’ultimo sembra avviato verso altre destinazioni. Un interrogativo importante da risolvere in casa WWE. Non sarà semplice trovare un avversario adatto ad un ruolo così delicato. La speranza generale è che si possa assistere ad uno spettacolo che renda onore ad uno dei migliori nella storia della disciplina. Thank you, Kurt.