Andrew Yang torna nuovamente ad accusare le politiche adottate dalla WWE, dopo il tweet contro Vince McMahon, ha riservato altre forti critiche nei riguardi della federazione di Stamford durante la lunga intervista concessa a Chris Van Vliet.
Ad inizio settimana, la situazione legata al veto di accordi con terze parti esterne all’azienda, imposto da Vince McMahon alle Superstar WWE, è sembrata convergere in direzione di una calma apparente, con alcuni spiragli di discorso riaperti.
Chi aveva mosso una feroce critica alla politica adottata dalla federazione dei McMahon, era Andrew Yang, ex candidato alle Presidenziali degli Stati Uniti.
Il suo tweet, ricondiviso anche da Batista, chiamava in causa direttamente il Chairman della WWE, definendo ridicole le decisioni prese.
“La WWE si comporta in modo ambiguo”
Yang ha concesso un’intervista ai microfoni di Chris Van Vliet, in cui ha approfondito la sua critica, indicando soprattutto quanto il doppiogiochismo adottato dalla federazione sia uno dei motivi del suo grande disappunto:
“Mi ha fatto infuriare perchè so che la WWE si comporta ambiguamente da anni. Da una parte dicono “Non potete fare nulla senza il nostro permesso, ti possediamo…MA sei un imprenditore indipendente e non abbiamo niente a che fare con la tua salute, pensione, nessuno dei benefici che otterresti da dipendente.” Quindi, a mio avviso devi fare una scelta. Se hai intenzione di controllare tutti questi aspetti della vita di un lottatore e di un’artista, allora devi assumerti anche delle responsabilità riguardo quella persona.
Mettono a rischio la loro vita, la loro salute o vita familiare e privata, tutto il loro tempo. Hanno reso Vince McMahon un miliardario, ed il fatto che possa pesare su loro la colpa di tirare su qualche dollaro con Cameo mi è sembrato così assurdo, ridicolo e sbagliato.”
“No. La WWE non è come Disney e Warner Bros”
Andrew Yang si è poi soffermato sul paragone fatto dalla federazione stessa, con le politiche a loro modo di vedere alquanto simili a quelle adottate da Disney e Warner Bros.
“Davvero non capisco. Perchè, andiamo, non c’è alcun dubbio, intendo per nessuno, che se un’attrice interpreta Belle in “La bella e la bestia” non è Belle anche nella realtà. Non vive in un castello magico. Quindi se l’attrice decide di fare qualcosa di sua iniziativa, chiunque prova ad assumerla. Vale anche con i pro-wrestler, vivi in un personaggio…ma sei ancora un essere umano e dovresti fare qualsiasi cosa farebbe un essere umano.
Vedila così, Chris, in qualche modo tu eri in un film e all’improvviso ti è stato impedito di voltarti e fare qualcosa per te stesso. Penso che il loro paragone non sia molto azzeccato. In gran parte perchè il trattamento risulta essere dissonante. Perchè da un lato stai dicendo “Guarda, non abbiamo alcuna responsabilità verso di te, MA, ti controlliamo. Anche il tuo nome. Senza permesso non farai nulla.” E’ disumanizzante. Stanno dicendo “non sei un essere umano, Sei questo personaggio.”
“La Disney non possiede Emma Watson. Non le impedisce di firmare autografi. Se vuoi fare questi paragoni, allora Vince devi cambiare completamente il modo in cui tratti i tuoi lavoratori. Un modo legittimo c’è, ed è una cosa che suggerirei. Se vuoi controllare i loro nomi e immagine, allora dovrebbero far parte di un sindacato o di un’associazione professionale. Dovrebbero essere ricolmi di benefici. In quel caso potresti avere un qualche tipo di conversazione sulle loro attività.”
Andrew Yang ha quindi indicato i grandi problemi delle politiche WWE, accusandole di essere implementate attraverso una grande avidità di fondo. Arriverà una risposta da Vince McMahon?
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