L’addio di Tetsuya Naito alla New Japan Pro-Wrestling lascia dietro di sé una carriera durata per oltre due decenni e caratterizzata dalla profonda dedizione e tenacia, oltre che dalla capacità di reiventarsi.
Sebbene non si tratti di un ritiro definitivo dal ring, l’addio alla NJPW rappresenta un momento di svolta per uno degli interpreti più influenti del puroresu moderno. Dallo stile ibritato di lucha libre e strong style, all’uso strategico del character work dell’Ingobernable, Naito ha contribuito a evolvere la visione tecnico-creativa della compagnia, lasciando un vuoto difficile da colmare.
Il sentiero del Destino tracciato da un sogno
“Sono un wrestler grazie a mio padre, dunque ogni volta che vinco una cintura gliela faccio sempre vedere e provare per quante volte vuole” (Tetsuya Naito)
L’influenza paterna nel cammino di Naito è di grandissima importanza: lui stesso, Kenichi, dice di essersi appassionato alla New Japan dopo l’avvento di Tiger Mask e, grazie a questo precedente, il giovane Tetsuya ha avuto modo di scoprire questo mondo fin da piccolo.
“Prima di parlare di Inoki, bisogna aggiungerci “Mr.”davanti” (Kenichi Naito)
In particolare, conserva nella memoria quando si trovò seduto in terza fila insieme a suo padre per vedere battersi Satoshi Kojima e Keiji Muto per il titolo IWGP a Sapporo nel 1999 e fu ripreso dalla videocamera, il che lo rese molto felice e pensò addirittura fosse una coincidenza provvidenziale.
Di qui, la sua passione non fece che crescere, tanto da spingere suo padre a comprare un costosissimo videoregistratore così da poterci registrare sopra vari incontri di wrestling da riguardare insieme. Il signor Naito non pensava di aver plasmato così profondamente le scelte future di Tetsuya e infatti fu molto sorpreso dalla sua scelta di diventare un wrestler che, però, appoggiò felicemente, non senza chiarirgli che dai vent’anni in poi avrebbe dovuto mantenersi da solo ed essere autonomo; quindi, avrebbe dovuto lavorare molto duro per raggiungere i suoi obiettivi.
Dunque, una volta maggiorenne, nel 2000 compilò il modulo d’iscrizione per la palestra di Animal Hamaguchi, scelta poiché vicino casa sua, scrivendoci chiaro e tondo che il suo obiettivo, seppur ambizioso, fosse quello di entrare in New Japan Pro-Wrestling.
Gli allenamenti erano duri e si focalizzavano sulla forza e la resistenza con le flessioni, gli squat e l’arrampicata per ore per poi passare alle sessioni di grappling. Hamaguchi parlava poco e Tetsuya Naito cercava di assorbire quante più nozioni possibili ogni volta che gli sentiva aprir bocca. Una di queste era anche scritta sui muri dell’edificio, cioè le persone piangono quando soffrono, piangono quando perdono la motivazione per ciò che fanno e, però, piangono anche nei momenti di gioia. Una frase che, in un certo senso, può riassumere gli alti e bassi della carriera di Naito.
Hamaguchi vide fin da subito del talento in lui seppure dovesse impegnarsi molto per raggiungere l’elevato standard atletico richiesto per diventare un wrestler ma, dopo ben quattro anni di tenacia e dedizione, decise di partecipare al “Takeda Dojo Submission” tournament vincendolo e ottenendo un contratto con la New Japan che gli avrebbe permesso di allenarsi nel dojo.
Il suo sogno iniziò a prender forma quando ricevette una maglietta ufficiale della promotion e, anche solo indossarla, lo faceva sentire un membro a tutti gli effetti seppur i suoi primi compiti furono solo quelli di osservare e apprendere. Gli allenamenti erano molto duri; infatti, l’unico obiettivo che lo consolava era quello di allenarsi il più possibile per l’agognato debutto.
Quando al dormitorio si unì la futura superstar Kazuchika Okada, Naito non lo vide inizialmente di buon occhio in primis poiché gli fu concesso di entrare nel dojo senza aver passato alcun tipo di selezione e, in secondo luogo, perché non dimostrava la stessa preparazione atletica degli altri, faticando con pesi e piegamenti. Le prime interazioni amichevoli tra i due avvennero quando Naito gli fece i complimenti per i progressivi miglioramenti guadagnandosi così la sua flebile simpatia.
Nel 2005, dopo aver passato un’audizione pubblica alla Korakuen Hall ed essersi diplomato dal dojo, riesce a guadagnarsi un posto nel roster principale.
The Fall
Dopo un ennesimo anno di training, debuttò nel 2006 ottenendo la sua prima vittoria contro Mitsuhide Hirasawa. Nel 2007 partecipò al Best of the Super Juniors, subentrando a un infortunato per poi formare con Yujiro Takahashi il tag team No Limit, il cui affrontò diverse squadre di alto profilo vincendo, nel 2008, i titoli di coppia junior.
Nel frattempo, però, Okada finì il suo percorso nel dojo e debuttò nel 2007 in un dark match proprio contro Naito, stabilendo in un qualche modo, una coincidenza curiosa, quasi un’anticipazione della relazione a doppio filo che legherà questi performers negli anni avvenire.
Dopo aver perso i titoli di coppia nel 2009, i No Limit vengono mandati in un tour di sviluppo negli USA, costume comune per i giovani in New Japan dei tempi per aprirsi di più ad altri stili di wrestling e migliorare le proprie skills.
Il duo lotta prima in TNA e poi in CMLL, fondamentale tappa per la formazione di Naito come wrestler.
In Messico, Naito vinse una Lucha de Apuestas in gabbia a Infierno en el Ring, costringendo Toscano a rasarsi i capelli e i No Limit furono sconfitti da Texano Jr. e El Terrible in un altro Lucha de Apuestas, venendo rasati entrambi. Dopo il ritorno in NJPW il 4 gennaio 2010, Yujiro non tornò in CMLL, mentre Naito espresse il desiderio di continuare a lottare in Messico in futuro.
Nel 2010, entrambi furono richiamati in Giappone per prendere parte all’edizione di Wrestle Kingdom IV in cui vinsero i titoli di coppia IWGP mentre, proprio come Naito in precedenza, anche Okada veniva spedito nel tour di sviluppo negli USA.
I No Limit difesero con successo il titolo contro Texano Jr. e El Terrible, e si unirono alla fazione heel CHAOS guidata da Shinsuke Nakamura. Naito cominciò a emergere come singolo, ottenendo vittorie importanti e un notevole pareggio contro Hiroshi Tanahashi nel G1 Climax e una sfida contro Jeff Hardy per il TNA World Heavyweight Championship a Wrestle Kingdom V.
Nel maggio seguente, il duo fallì nel riconquistare i titoli e Takahashi abbandonò Naito, segnando lo scioglimento del team e il suo turn face in modo da essere lanciato come singolo e futura Main Event Star.
Naito, in seguito, affrontò Takahashi a Dominion 6.18 venendo sconfitto, partecipò al G1 Climax 2011, vincendo il suo blocco con importanti vittorie su Tanahashi, Takayama e Giant Bernard, ma fu sconfitto da Nakamura in finale. Dopo aver battuto Takahashi per la prima volta a settembre, sfidò Tanahashi per l’IWGP Heavyweight Title a Destruction ’11, ma perse.
Nel frattempo, ad inizio 2012, Kazuchika Okada ritornò dalla TNA con un look radicalmente differente caratterizzato sia dai capelli biondi ossigenati e da molta più massa muscolare, sia da un nuovo personaggio heel elegante e presuntuoso, quello del Rainmaker, ossia colui capace di mutare i profitti della compagnia con la sua presenza.
A febbraio accade l’impensabile: il rientrante giovane Okada batte Tanahashi nell’upset leggendario di New Beginning 2012 laureandosi campione IWGP e divenendo il più giovane a compiere l’impresa dopo Shinsuke Nakamura. Era chiaro cosa stesse accadendo: la New Japan vedeva Okada come il futuro Ace, probabilmente anche più di Naito, e lo aveva costruito a puntino per divenire uno dei nuovi volti della compagnia.
Tetsuya Naito, dopo aver perso contro Keiji Muto a Wrestle Kingdom VI, si rilanciò sconfiggendo Shinsuke Nakamura a New Beginning, diventando il primo sfidante al titolo di Okada. Le loro strade si reincontrano nuovamente, a distanza di cinque anni, nel quarantesimo anniversario della New Japan, con un Naito che si intrufola in punta di piedi nella scena Main Event e un Okada che ci è entrato col tappeto rosso.
Tetsuya Naito non riesce a prevalere su Okada che sarà poi impegnato in una lunga faida con Hiroshi Tanahashi, ma si dimostra decisamente all’altezza grazie alle grandissime abilità in-ring.
Nel G1 Climax 2012, Naito riesce a ottenere una vittoria importante su Okada, ma verrà eliminato all’ultima giornata da Goto. Nonostante un infortunio al ginocchio durante il torneo, continuò a combattere fino ad ottobre, quando fu sconfitto da Takahashi, aggravando la sua situazione sugli arti inferiori. Il 16 ottobre si sottopose a un intervento chirurgico ricostruttivo del ginocchio, che lo costrinse a uno stop di otto mesi.
Si può dire che qui ebbe inizio la lunga guerra di Naito con gli infortuni che sarà costante se non crescente negli anni successivi, facendo emergere la sua forte passione per la disciplina e l’abilità nel superare gli ostacoli fisici per coronare i suoi sogni e onorare gli impegni con la compagnia.
Dopo la lunga pausa e il miracoloso recupero, Naito puntò subito in alto: il G1 Climax 2013. Con un’ottima prestazione di cinque vittorie e quattro sconfitte, avanzò in finale sconfiggendo proprio Hiroshi Tanahashi e portandosi a casa una title shot per il titolo IWGP e il Main Event di Wrestle Kingdom VIII o, almeno, così aveva pensato.
Tutti i sogni coltivati fin da bambino e i sacrifici profusi sembrarono ripagare, Tetsuya Naito aveva tutte le carte in regola per subentrare a Tanahashi facendosi forte del supporto dai fans, delle abilità nel ring, del trionfo contro di lui e della possibile vittoria del titolo IWGP. Addirittura, immediatamente dopo aver vinto, si dichiara al microfono lo shuyaku della compagnia, ovvero la futura top star assoluta.
Ma, qualcosa cambia radicalmente nei mesi seguenti: i fans iniziano a percepirlo come un babyface forzato, da ingoiare a tutti i costi, e non sono per niente attratti dalla sua gimmick ovvero quella dello Stardust Genius in cui vedono paradossalmente molto di Tanahashi e molto poco della vera personalità di Naito. Per esempio, il suo moveset agile e aereo era simile a quello dell’Ace e, in più, la sua finisher cioè la Stardust Press era una finisher aerea simile all’High Fly Flow di Tanahashi. Inoltre, non aveva neanche la sicurezza e il carisma dell’Ace poiché nei suoi match era spesso un underdog incassando moltissimo per poi giungere a delle vittorie poco incisive.
Il 2013, che doveva essere l’anno migliore in assoluto della sua carriera, fu assolutamente un disastro, tanto che la dirigenza perse interesse in lui e dichiarò un sondaggio per far scegliere ai fans quale dovesse essere il Main Event di quell’edizione di Wrestle Kingdom tra la disputa per il titolo Intercontinentale tra Shinsuke Nakamura e Hiroshi Tanahashi e quella per il titolo IWGP tra Okada e Naito.
La stragrande maggioranza dei fans votò per la contesa per il titolo Intercontinentale creando addirittura un record storico per la compagnia: fu la prima volta in cui un match per un titolo secondario fu posizionato nel Main Event di Wrestle Kingdom mentre uno per il titolo IWGP nel semi-Main Event. Questa sconfitta per Naito fu un colpo durissimo, gli sembrò che tutto ciò costruito finora fosse stato completamente spazzato via e fu anche la dimostrazione per la compagnia che i fans fossero ancora attaccati alla generazione precedente di performers come Tanahashi o Nakamura, non essendo ancora pronti ad un passaggio del testimone.
Dopo la dura sconfitta, Naito decise di tornare in Messico, cioè in CMLL, per prendere una pausa dalla scena giapponese, esporsi a nuove idee e ritrovare un ambiente in cui si è sempre sentito a suo agio: quello della lucha libre.
The Ungovernable One
In CMLL, Naito ritrova il suo amico La Sombra con cui aveva già lavorato in precedenza, alleandosi a lui e seguendo le sue mosse quando, questi insieme a La Mascara e Rush si rivoltarono contro ai fans formando una delle fazioni heel più importanti nella storia della federazione: i Los Ingobernables.
Naito fu molto colpito da questa novità e decise di unirsi alla fazione effettuando un turn heel e sfogando tutta la sua frustrazione contro i fans che lo ebbero abbandonato e tradito. Lì riuscì a sviluppare le fondamenta del suo nuovo personaggio e a coltivare il suo lato da heel grazie ai suoi alleati messicani.
Nel 2015, Naito ritorna in New Japan con un nuovo look: la maglietta nera abbinata al cappellino dei Los Ingobernables e con un personaggio apparentemente confusionario. Si dimostrò disinteressato ai match e alla ricognizione del pubblico e si muoveva molto lentamente e quasi scocciatamente, come se non volesse realmente essere lì. Il pubblico inizialmente fu felice di rivederlo ma, appena visto questo atteggiamento, iniziò a odiarlo con veemenza, fischiandolo e urlandogli contro.
Nell’edizione del 2015 del G1 Climax, Tetsuya Naito si trasformò completamente nell’Ungovernable introducendo l’iconico smoking nero che indosserà prima di ogni match e distaccandosi completamente dai fans o dalla compagnia, come se vivesse in un suo mondo che funziona alle sue regole. Le uniche volte in cui faceva trasparire le sue emozioni furono quando affrontò Hiroshi Tanahashi, identificato in un qualche modo come la causa della sua precedente disfatta, data l’emulazione fallimentare.
Nella contesa, Naito cercò di mantenere la calma e di essere Tranquilo, cioè menefreghista, ma non riuscì a trattenere rabbia e frustrazione contro il suo ex idolo e adesso nemico, sputandogli addosso e chiarendogli una volta per tutte che lui non volesse essere un secondo Tanahashi bensì il primo Naito, l’Ungovernable One.
Ciò che caratterizza il match è un costante lavoro di Naito al collo di Tanahashi, così da prepararlo alla Destino, la sua nuova finisher, una reverse DDT, che gli permette di capitalizzare e di liberarsi dall’ombra del passato per far spazio ad un nuovo presente.
Naito, però, non fu ancora sazio e davanti al pubblico dichiarò la sua fedeltà non alla promotion, nè al pubblico bensì ai Los Ingobernables. La scena nel post-match si chiuse con lui in piedi su un Tanahashi distrutto che posa con la sua taunt “abre los ojos”, spalancandosi gli occhi, una posa sviluppata in Messico per reagire a delle prese in giro razziste per i suoi occhi a mandorla con un sonoro disappunto del pubblico presente.
Il G1 proseguì e Naito fece di tutto per farsi odiare ma, man mano, notò un cambio simile a quello del 2013 ma stavolta positivo. I fans iniziarono a rispettarlo e comprenderlo, alcuni perfino a sostenerlo, poiché si fece inevitabilmente portavoce di uno spirito ribelle e anticonformista mai visto fino a quel momento. La sua sicurezza e indipendenza vennero ammirate dal pubblico che quasi più che tifarlo, avrebbe desiderato proprio essere lui.
Il resto del 2015 e del 2016 fu dedicato alla ricerca di affiliati con cui comporre una stable, trovando degli ottimi compagni in EVIL e Bushi, di modo da creare i Los Ingobernables de Japon.
La sua vittoria alla New Japan Cup del 2016 gli concesse un’altra chance per il titolo IWGP detenuto ancora una volta da Okada, il costante ostacolo della carriera di Naito. Lo scontro adesso aveva tutt’altre carte in regola: Naito non era più un underdog ma una figura che poteva realmente compromettere il Rainmaker. L’Ungovernable si guadagnò il suo posto lì ricostruendosi da zero e volle riaffrontarlo per far sì che ogni traccia dello Stardust Genius fosse ormai cancellata.
Il match arrivò a Invasion Attack del 2016 e Tetsuya Naito fece del suo meglio per provocare e distrarre Okada che, come sappiamo dagli incontri con Tanahashi, quando non è concentrato commette errori e si lascia scappare molte occasioni. Infatti, non solo sottostimò l’Ungovernable ma anche tutta la sua fazione che lo attaccò continuamente portando un enorme vantaggio a Naito. Infine, fu decisivo il debutto di un uomo mascherato, futuro membro dei LIJ e campione IWGP, SANADA che permise a Naito di capitalizzare con la Destino e realizzare il suo obiettivo: vincere il titolo IWGP.
Ormai Naito era un uomo diverso e, seppur conservasse una verve competitiva, rimaneva comunque disinteressato ad ogni tipo di riconoscimento della promotion, incluse le cinture. Quindi, subito dopo il match, buttò via la cintura e attaccò l’arbitro: ormai è lo shuyaku della promotion, che piacesse o meno. Però, per Naito, si rivelò molto difficile distruggere il nuovo Ace, Okada.
Infatti, nel loro rematch di Dominion 2016, in cui fu proibito ai membri della stable di intervenire, Okada riuscì a prevalergli seppure Naito fosse in ottima forma e si comportasse perfettamente da heel sputando sui fans, su di lui e sfogando tutta la sua violenza. Naito riuscì perfino ad uscire dallo schienamento dopo la Rainmaker, ma non fu abbastanza per il nuovo Ace che, con quest’ennesimo regno da campione IWGP, si preparava alla consacrazione futura da assoluta stella.
The Rise
Archiaviata temporaneamente la rivalità con Okada, Tetsuya Naito mise gli occhi su un nuovo obiettivo: il titolo Intercontinentale. Questa cintura fu vista da lui come un altro grande simbolo della delusione di Wrestle Kingdom 8, dunque all’Ingovernabile non interessò realmente il riconoscimento dietro al titolo, bensì lo scopo come sempre era riscrivere la sua storia da zero, cancellando tutto ciò che c’era della sua carriera prima dei Los Ingobernables e l’ultimo tassello mancante sembrò essere proprio questo.
Così, a Destruction in Kobe 2016, Naito strappò via il titolo dalle mani di Michael Elgin, inaugurando una relazione speciale con questa cintura che vincerà per un record di sei volte e a cui il suo nome sarà fortemente legato.
Naito si comportò in modo sprezzante con la cintura lanciandola con violenza ovunque, prendendola a calci e senza mai alzarla al cielo o portarla alla vita come motivo di vanto e se avesse potuto distruggerla a mani nude, l’avrebbe fatto.
Quando Wrestle Kingdom 11 iniziò ad avvicinarsi, un altro protagonista del brutto passato di Naito si fece avanti nuovamente puntando alla cintura: Hiroshi Tanahashi. L’Ace of the Universe, animato dalla voglia di essere ancora protagonista assoluto di Wrestle Kingdom a discapito della contesa per il titolo IWGP tra il giovane Kenny Omega e Okada, propose anche l’ipotesi di un sondaggio, come tre anni prima, per far sì che lui e Naito potessero ottenere l’agognato spot.
Naito rifiutò categoricamente poiché animato da vendetta e deciso a vietare a Tanahashi il suo settimo Main Event di fila alla kermesse.
In questa contesa, Naito annichilì Tanahashi: lo anticipava, lo colpiva meglio e con più sicurezza e si prese così la meritata vendetta sullo stage che più di tutti lo ha messo alla prova negli anni passati.
Tetsuya Naito, adesso, per completare la sua vendetta e ascesa, aveva bisogno di un solo ultimo elemento: lottare nel Main Event di Wrestle Kingdom per il titolo IWGP e dunque, la sua partecipazione alla ventisettesima edizione del G1 Climax fu una conseguenza naturale. La sua performance nel torneo andò a gonfie vele iniziando prima con la vittoria sul giovane Kota Ibushi e finendo con l’ennesima vittoria su Tanahashi.
In finale lo aspettò Kenny Omega che già l’anno prima gli rubò la vittoria e che Naito era disposto a sconfiggere con ogni mezzo necessario.
In una battaglia che durò quasi un’ora, entrambe le parti utilizzarono tutte le armi possibili per assicurarsi un vantaggio. Naito riutilizzò perfino la Stardust Press che, come già accaduto negli anni precedenti, non gli assicurò la vittoria, confermando ancora una volta che solo la sua parte Ungovernable potesse realizzare il suo sogno e completare la sua storia. Infatti, con una Destino chiuse il match, si assicurò la meritata vittoria del torneo, dichiarandosi ancora una volta lo shuyaku dinanzi ad un pubblico che, però, adesso lo acclamava.
Nella dodicesima edizione di Wrestle Kingdom, però, Naito si arrese a Okada, perdendo il match più importante della sua carriera. I fantasmi del passato ritornarono, facendogli pensare che con il suo vecchio moveset da Stardust Genius sarebbe riuscito a vincere il match, detronizzando il suo passato ma per uno come Okada non fu abbastanza. Infatti, l’Ingobernable gli concesse di vincere il G1 e l’Ingobernable gli avrebbe permesso di portarsi a casa anche il titolo, non lo Stardust Genius.
Seppure cercasse nel post-match di restare nel suo personaggio tranquilo e menefreghista, sul suo viso si vide un’ombra di delusione e tristezza, che fece trasparire i suoi sinceri sentimenti abbattendo la quarta parete e tirando fuori una sua versione più umana che fece ancora più breccia nei fans.
Becoming the Legend
Come si suol dire, si chiude una porta e si apre un portone. Infatti, la carriera di Tetsuya Naito negli anni successivi si riempì di riconoscimenti e di traguardi importantissimi: il primo tra tutti fu quello di battere finalmente Okada nel 2019 per il titolo IWGP laureandosi primo doppio campione della federazione e detenendo insieme sia la cintura Intercontinentale sia quella IWGP.
Questa vittoria sancì la meritata fine di una rivalità durata anni nel ring che lega a doppio filo entrambi i performers perché, se Okada ebbe il ruolo così prestigioso di Ace è anche perché c’erano atleti come Naito a contenderselo.
Il secondo, fu un grande spolvero tra il 2023 e il 2024 che lo vide vincere nuovamente il G1 e il titolo IWGP contro SANADA nel Main Event della diciottesima edizione di Wrestle Kingdom.
La salute di Tetsuya Naito, però, iniziò a farsi sempre più cagionevole per lo stress a cui ha sottoposto il suo corpo negli ultimi cinque anni. Le sue ginocchia si fanno ogni anno sempre più fragili e una paralisi del muscolo orbitale gli rende difficile avere una visione nitida durante i match, portandolo ad un graduale calo sia in quantità che in qualità delle prestazioni in quanto il suo moveset si basa su dinamismo e agilità a cui riesce a tenere il passo a fatica.
Lo status dell’Ungovernable One ad oggi, dunque, è quello di leggenda e ancora della federazione in un periodo abbastanza complicato e di transizione: con la politica da galacticos della AEW che ha portato via alla New Japan alcune delle sue stelle più luminose come Okada, Will Ospreay e Jay White e l’annuncio dell’imminente ritiro di Hiroshi Tanahashi, Tetsuya Naito ha fatto il possibile per caricarsi la scena del Main Event sulle spalle, grazie al suo elevato star power, sottoponendosi a svariati interventi chirurgici e reggendo contese molto pesanti nel limite delle sue capacità senza mancare, però, di un’elevata capacità di psicologia in-ring e di storytelling.
Il suo addio era pronosticabile per via delle condizioni fisiche ma fa comunque male dover salutare una leggenda che ha sacrificato in questo modo la sua salute per rimanere fedele alla compagnia e ai suoi sogni in vero stile samurai.
La storia di Tetsuya Naito si rende un pratico esempio del perché lo storytelling giapponese più sottile e realistico di quello oltreoceano sia parimenti una grandissima forma d’arte che permette ai performers di parlare direttamente al cuore del pubblico senza troppi fronzoli con dei personaggi che riflettono emozioni reali con cui si riesce a empatizzare. Naito si è reso simbolo di ambizione e sacrificio verso la realizzazione dei propri sogni, oltre che di lealtà verso la compagnia, lottando per anni per ottenere la sua ricognizione, per questo si è guadagnato il rispetto dei fans e della dirigenza, lasciando un’eredità eterna.
In un’intervista di svariati anni fa, Naito disse che i suoi sogni erano quelli di vincere il titolo IWGP e che le generazioni di fans più giovani lo prendessero ad esempio e dicessero di voler essere come lui: sia che decidesse di ritirarsi o meno, Naito ha superato il ruolo di anti-eroe per diventare un simbolo della NJPW.
Visualizza questo post su Instagram
The Shield Of Wrestling è anche su carta stampata! Puoi trovare tutti i numeri di TSOW Magazine, CLICCANDO QUI.
Stiamo cercando nuovi elementi per il nostro staff! Ci sono diverse posizioni disponibili: se sei interessato, CLICCA QUI.
Per farti due risate a tema wrestling, segui i nostri amici di Spear Alla Edge su Instagram!

