Dopo la difesa di All Out, Bryan Danielson è stato attaccato dagli ormai ex BCC. Quali sfide attendono l’American Dragon? Ci ragioniamo su in questo articolo.
Il finale da favola di All In, la difesa (a mio parere sottotono) contro Jack Perry due settimane dopo ad All Out e, subito dopo, l’attacco a tradimento da parte di Jon Moxley e degli ex compagni del Blackpool Combat Club con tanto di soffocamento in un sacchetto di plastica. Infine, la sfida lanciata da Nigel McGuinness nell’ultima puntata di Dynamite per Grand Slam.
La vita del campione del mondo AEW, Bryan Danielson, è stata senza dubbio movimentata nell’ultimo periodo. Tutto questo, con all’orizzonte un necessario intervento al collo di cui l’American Dragon ha parlato di recente e le intenzioni già annunciate di ritirarsi prima che la figlia compia 7 anni, il 9 maggio 2025.
La vittoria di All In: il miglior Bryan Danielson possibile
Vincere il titolo mondiale davanti a 50 mila persone (tra le quali il sottoscritto, e ho ancora i brividi) dopo una contesa quasi totalmente incentrata sullo storytelling per poi festeggiare con tutta la famiglia è stato senza dubbio il modo migliore per Bryan Danielson di coronare con la cintura più importante anche la sua carriera in AEW.
Il successo di quel match, in particolare, lo si deve all’impostazione del racconto stesso, che ha poi trovato il perfetto sfogo nella sua esecuzione: ad All In Bryan Danielson è stato sì il Dragone Americano maestro del ring, ma è stato molto di più il padre di famiglia che, prossimo al ritiro, lotta con le unghie e con i denti per conquistare il titolo e chiudere la carriera alle sue condizioni.
A dieci anni di distanza dall’epico main event di WrestleMania XXX, insomma, Bryan Danielson torna a trionfare superando tutte le avversità nel ruolo di underdog: quello che, a conti fatti, è il ruolo che gli riesce meglio e grazie al quale i 50 mila di Wembley (così come le migliaia di appassionati negli anni, anche in WWE) hanno empatizzato con lui dall’inizio alla fine.
Bryan Danielson vs Jack Perry: prima difesa sottotono per l’American Dragon
È un Bryan Danielson molto diverso invece quello che, due settimane dopo, ha affrontato il campione TNT Jack Perry nella sua prima difesa titolata.
Un momento importante, come ci ha ricordato lo stesso American Dragon, perché «un campione non è mai veramente tale finché non difende la sua cintura».
Lo sfidante scelto dalla AEW non è tuttavia apparso all’altezza della situazione: incapace di farsi veramente odiare a Chicago, terra natale di CM Punk (figura sulla quale si costruisce l’intera identità di Perry, dopo la rissa shoot di All In 2023), Perry è stato sconfitto da Danielson dopo un match che sapeva più di incontro televisivo che di pay per view.
Il post match di All Out 2024: quali conseguenze per il regno di Bryan Danielson?
Ad essere sicuramente più interessante ad All Out è stato il post match: il trionfante Danielson è stato prima difeso dal possibile incasso titolato di Christian Cage aiutato dal suo Patriarchy e poi attaccato da quelli che, fino a un momento prima, erano i suoi amici e compagni di stable del Blackpool Combat Club.
Claudio Castagnoli e PAC si uniscono quindi a Jon Moxley e Marina Shafir in questo angle molto sopra le righe (Danielson è stato addirittura soffocato con un sacchetto di plastica dallo stesso Moxley), lasciando solamente il giovane Wheeler Yuta al fianco (forse) dell’American Dragon.
Per il campione, esanime a terra alla fine del segmento, si aprono quindi molte strade e molti possibili avversari all’orizzonte:
- gli ex amici Jon Moxley e Claudio Castagnoli, dei quali Bryan Danielson vorrà sicuramente vendicarsi;
- Christian Cage, vincitore del Casino Gauntlet di All In e quindi titolare di una title shot in stile Money in the Bank;
- Darby Allin, anch’egli detentore di un’occasione titolata in quanto vincitore della Royal Rampage 2024, che però dovrà difendere proprio dall’assalto di Moxley a Grand Slam;
- Nigel McGuinness, tornato a sorpresa in attività ad All In e desideroso di prendersi la rivincita morale contro un Danielson che, negli anni, ha potuto vivere il suo sogno al posto suo;
- un periodo di assenza, per vendere l’attacco subito dagli ex BCC e prendere una pausa pur mantenendo la cintura
Una possibilità, quest’ultima, non da escludere: l’assenza del titolo mondiale per qualche mese dagli show AEW, considerate le mille cinture che popolano la federazione di Tony Khan e la nuova stable di Moxley pronta a prendersi tutte le attenzioni, non rappresenterebbe una così grave mancanza.
Al tempo stesso, ciò potrebbe permettere a Bryan Danielson di recuperare per poi tornare in cerca di vendetta e chiudere in bellezza l’ultimo anno da competitor full time.
Un’ipotesi che sembra tuttavia da accantonare dopo l’ultimo Dynamite, ma non del tutto: la grafica del match contro McGuinness per Grand Slam riporta ancora il disclaimer “If Bryan is cleared to wrestle“, e se così non fosse, durante l’assenza prolungata di Danielson, Nigel potrebbe continuare a raccogliere heat magari continuando ad accusare l’American Dragon di codardia.
Quale ritiro per il migliore di sempre?
Si apre quindi il punto più spinoso dell’intera faccenda Bryan Danielson: come e quando mettere fine alla carriera a tempo pieno di quello che, per molti incluso chi scrive, è il miglior professional wrestler della storia moderna della disciplina?
Il quando, a grandi linee, è già scritto: se l’American Dragon vuole ritirarsi prima che sua figlia Birdie compia 7 anni, dovrà disputare il suo ultimo match da lottatore full time prima del 9 maggio 2025. Una data che lascia ancora parecchio spazio di manovra alla AEW, che può pensare di coinvolgere Danielson in un ultima grande storyline che lo veda coinvolto per un lungo periodo.
Arco narrativo che, includendo anche il periodo di riposo per vendere l’attacco subito, potrebbe essere proprio quello iniziato con l’attacco di Moxley e soci ai danni del Dragone americano.
Il nuovo gruppo di super heel, oltretutto, non ha ancora ufficialmente un obiettivo per il quale muoversi all’interno della narrativa AEW e le parole dell’ex Dean Ambrose (“This is not your company anymore“) potrebbero far pensare ad una storyline per il controllo della compagnia con la figura di Shane McMahon a tirare le fila.
Quale contesto migliore per sfoderare un ultima volta un Danielson deciso a far valere le ragioni dei più deboli contro l’Autorità malvagia, proprio come nel 2014?
Il ruolo della WWE: impossibile stare a guardare
Sul ritiro di Bryan Danielson infine una cosa va detta: se la storia recente ci ha insegnato qualcosa, sappiamo che la WWE non si lascia sfuggire le occasioni per rimettere sotto contratto le sue star del passato, magari offrendo un’ultima serie di match con annessi ritiro a WrestleMania e ingresso nella Hall of Fame.
Difficile quindi pensare che, soprattutto dopo il cambio di proprietà a Stamford, questo discorso non valga anche per il fu Daniel Bryan: una volta ritiratosi come competitor a tempo pieno dalla AEW, potrebbe sicuramente considerare un ritorno con un programma di questo tipo in WWE.
Per il momento la fedeltà nei confronti di Tony Khan, che gli ha anche affidato ruoli backstage come quello all’interno del comitato disciplinare dei wrestler AEW, sembra incrollabile. Ma come sempre in un business legato a grandi palcoscenici e importanti offerte economiche, mai dire mai.
The moment after the main.@bryandanielson returns through the curtain as @aew World Champion after his main event at @wembleystadium
📸: By Beyond Gorilla.#aew #wembleystadium #bryandanielson pic.twitter.com/wRrz9Quu7Q
— Beyond Gorilla – Robyn Goding (@BeyondGorilla_) August 30, 2024