GLOW: il cast dopo la cancellazione della quarta stagione ha scritto una lettera a cuore aperto accusando Netflix della pessima gestione di tematiche razziste.
La serie TV, come vi avevamo già precedentemente segnalato, nonostante fosse stata rinnovata per una quarta e definitiva stagione, quest’ultima è stata successivamente cancellata.
Il cast, capeggiato da Awesome Kong che ha interpretato il personaggio di Tammé Dawson, ha scritto una sentitissima lettera atta a criticare la gestione di alcune tematiche a sfondo razzista da parte dei produttori di Netflix.
Ve la riportiamo di seguito:
“Vi scriviamo oggi per condividere alcuni sentimenti che sono stati repressi in tutti noi per molto tempo. Come donne di colore in uno spettacolo che affronta degli stereotipi razzisti e offensivi, ci siamo sentite impotenti durante tutto il nostro tempo su GLOW.
Siamo venuti individualmente da voi per esprimere le nostre preoccupazioni nel corso della terza stagione – sia che si trattasse della gestione dei nostri personaggi o quando c’erano specifiche problematiche all’interno della trama- ma i nostri personaggi sono rimasti continuamente non sviluppati e non dimensionali. È stato problematico usare i nostri volti, solo nel contesto di una trama razzista, ed essere concise con lo sviluppo della nostra storia solo per servire le trame dei bianchi.
GLOW è stato commercializzato come un insieme diversificato, ma per tutti noi diversi membri del cast, non è mai stato all’altezza di quelle ideologie. Dalla prima stagione, lo show ha piantato stereotipi razziali nell’esistenza dei nostri personaggi, ma le nostre storie erano relegate ai margini dell’affrontare questo conflitto. Sfortunatamente, riteniamo che la promessa di questa serie non sia stata mantenuta. C’è un incredibile supporto, amore e cameratismo nel cast di GLOW, e dovrebbe essere ovvio che non siamo qui per abbattere i nostri compagni bianchi o il nostro spettacolo, ma per elevarci tutti in un modo molto più profondo e significativo.
C’erano zero persone di colore tra gli scrittori di questa stagione, è stata un’enorme svista scrivere i nostri racconti senza nessun altro che ci potesse rappresentare, oltre a noi stessi. La meta narrativa del nostro show- attori che affrontano gli stereotipi per avere un’opportunità – è esattamente ciò che sta accadendo nella nostra vita reale. Ci sentiamo sia svalutati nel nostro bagaglio di competenze e purtroppo apprezzati solo per la diversità. È un dolore ciclico e psicologico essere valutati come attori e persone di colore sulla base di un sistema che valorizza il bianco. Non possiamo più tacere sul dolore che questo ci ha causato e sul danno che ha causato nel rappresentare delle persone di colore solo come aiutanti per elevare i capi bianchi.”
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