Powerbomb – La nostra recensione | Powerbomb è un film indipendente uscito recentemente e trasmesso anche su Amazon. Io sono Michael Formica e vi do il benvenuto a questa nuova recensione.
Con la durata di 1 ora e 19 minuti, Powerbomb, film indipendente creato da Wes Allen (sceneggiatore), B.J. Colangelo e R. Zachary Shildwachter (quest’ultimi sia sceneggiatori che registi), ha catturato l’attenzione di molti curiosi grazie anche alla presenza del celebre wrestler Matt Cross nei panni del protagonista.
Il film racconta la storia di un lottatore delle indy vicino a coronare il suo sogno di entrare in una major ma sta pensando di lasciarsi tutto alle spalle per passare più tempo con la sua famiglia. Quando il suo più grande fan sente la notizia, decide di prendere in mano la situazione per assicurarsi che il suo campione coroni il suo sogno con ogni mezzo necessario.
La Recensione
Nel proseguire della recensione eviterò di farvi dei possibili spoiler così da non influenzare negativamente la vostra visione anche se, nel trattare un determinato punto in particolare, dovrò fare un’eccezione alla regola. La prima cosa che mi ha stupito di questo film è aver inciampato nell’errore commesso da film come The Village. Faccio una confessione: adoro quel film di M. Night Shyamalan, tuttavia è stato fatto un clamoroso errore di marketing. All’epoca la pellicola venne fatta passare per horror quando in realtà l’unica cosa horror che si può provare al termine della visione è quel senso di tradimento fatto dagli advertising. Powerbomb si propone sul filone horror/thriller fallendo completamente le premesse del genere. Niente suspense, niente sangue, niente psicologia, niente suggestione. Powerbomb è semplicemente un film che non sa cosa vuole essere.
Come in molti film indipendenti, si notano alcune sbavature nella fase di montaggio. Il poco budget a disposizione ha fatto orbitare il film attorno alle solite scenografie anche se la regia cerca di colmare questi difetti. Parlando proprio di regia, è difficile dare un parere quantomeno oggettivo poiché i gusti sono sempre sindacabili, ma non vi è dubbio alcuno che alcune cose potessero essere fatte meglio creando un collegamento più azzeccato per enfatizzare determinati momenti. Un esempio su tutti è la scena del flashback che personalmente avrei evitato di inserire, cercando invece di dare più spazio ai momenti di riflessione del protagonista dato che abbiamo assistito solo ad un misero incubo fine a sé stesso. Persino la scelta di inserire suoni in post produzione nella lunga e unica scena di wrestling è risultato ridondante, lasciandomi domande e perplessità circa la visione dei registi.
Personaggi abbastanza caratterizzati ma non tutte le performance convincono
All’interno del film troviamo diversi personaggi interpretati in maniera più o meno sufficiente. Incredibilmente, Matt Cross è riuscito a reggere bene il peso del protagonista alternando momenti convincenti a momenti dove sembrava faticare nel far trasmettere al suo personaggio le emozioni richieste. Anche Britt Baker, atleta della AEW, è presente nel film (persino il suo compagno Adam Cole ha un piccolo cameo) interpretando la parte di Kelsi Roxx, wrestler che si è dovuta ritirare precocemente a causa di un grave infortunio al ginocchio. Una vera sorpresa che si accoda alla performance di Wes Allen (sì, lo sceneggiatore) nei panni del fan ossessionato da Matt Cross. Anche Aaron Sechrist riesce abbastanza bene a dare voce e corpo a Solomon, un promoter senza scrupoli disposto a tutto pur di fare soldi. La nota più opaca è sicuramente quella di Roni Jonah la quale, nonostante sia l’attrice di maggior spessore presente all’interno del film, non è proprio convincente nei panni della moglie di Matt Cross, anch’essa lottatrice che ha abbandonato la carriera per accudire il figlio.
E come avrete potuto notare dai personaggi già citati, il film introduce molte sotto trame che appassionano più di quella principale. Tra amori, sacrifici, delusioni e successi, vengono affrontati delicati aspetti del mondo del wrestling che affossano ancora di più la mancanza di direzione che la pellicola promette di avere. Persino nel rapimento, il protagonista non ha mai un momento di sviluppo psicologico rendendo di fatto tutto il film inutile, o quasi. L’unico momento di crescita è nel finale senza senso (SPOILER ALERT!) dove Matt, pur di uscire dalle catene che lo tengono imprigionato, si stacca un mignolo con un morso riuscendo a far scivolare le catene. Oltre alla totale illogicità della cosa, poiché a bloccare le manette non è sicuramente un mignolo ma la differenza di spessore tra una mano e un polso, il tutto arriva senza un vero percorso interiore del personaggio. Una chiusura che sarebbe potuta arrivare in maniera decisamente più curata vista anche la psicologia del suo rapitore che a tratti sembra poco acuto nei suoi intenti.
Oltre al già citato cameo di Adam Cole, non mancano riferimenti e citazioni al mondo del wrestling. Tra la maglia del Bullet Club e di “All Ego” Ethan Page per poi passare a spezzoni di incontri e poster, il tutto dona quantomeno un senso di omaggio alla pellicola.
Giudizio finale
Da fanatico della disciplina, vedere un film legato al mondo del wrestling è sempre bello. Tuttavia, da fan di cinema, pretendo almeno un film che abbia una sua identità. Una volta terminata la visione ho provato sentimenti contrastanti e un forte rammarico verso una pellicola che poteva benissimo sfociare in un film maggiormente incentrato sul wrestling tralasciando la parte del fanatico rapitore. E per assurdo, anche il rapitore sgancia qualche “perla” sulla disciplina ribadendo con forza il mio pensiero appena espresso.
Powerbomb è un film da vedere senza aspettative, che può risultare senza una vera anima. Per i fan dell’horror sarà un flop clamoroso, per i fan del wrestling potrebbe essere una piccola chicca per passare una serata alternativa in mancanza di meglio.
Di seguito potete vedere il trailer del film.