Top 5 dei PPV di wrestling più CONTROVERSI: la disciplina che tanto amiamo nella sua storia ha collezionato una serie di scheletri posti velatamente nel proprio armadio, perchè per le federazioni prima ce ne dimentichiamo, meglio è
“Controversy Creates Cash Quotes”
“Le controversie creano denaro”
Eric Bischoff
Questa è la famosa frase, pronunciata dallo storico personaggio del wrestling, ex presidente della WCW, Eric Bischoff. Una dichiarazione che farà da perno a questa Top 5, in quanto veritiera. Gli scandali nel mondo in generale creano attenzione. Purtroppo è un dato di fatto che l’essere umano è calamitato da ciò che è sbagliato o controcorrente. Per certi versi lo possiamo anche ritrovare proprio nell’approccio che negli ultimi 15-20 anni lo spettatore di wrestling ha intrapreso verso i personaggi Heel. Una volta fischiati, adesso invece si illuminano di un proprio fascino e non si tende più a fischiare il classico “cattivo”, ma più il wrestler “insopportabile” per i vari motivi che vogliono il caso.
Ma senza divagare troppo, scartabellando un pò nella storia del wrestling, possiamo trovare dei PPV, quindi casse di risonanza maggiore in confronto ad un normale show, di cui ancora oggi si parla per ciò che è successo durante od attorno agli eventi stessi, e che li ha portati a modifiche in corsa, rischio di annullamento prima o addirittura durante.
Io sono il vostro amico delle Top e Flop Alex Zocchi, e ho scelto per voi i 5 PPV più controversi, a mio dire, degli ultimi quantomeno 30 anni.
Buona lettura.
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5- WWF Survivor Series 1997
Lo Screwjob di Montreal
Ne hanno scritto libri, ne parlano ancora oggi, eppure io lo classifico appena in quinta posizione. Semplicemente perchè è sì stato qualcosa di imprevisto ed inspiegabile per noi spettatori, ma d’altro canto è stato tutto voluto ed architettato dal buon Vince McMahon.
Ma cos’è successo 23 anni fa in Canada? Per quei pochi che non lo sanno, un titolo mondiale ha cambiato vita in maniera truffaldina.
L’allora campione Bret Hart era in scadenza di contratto ed aveva già deciso di non rinnovare per andare nella rivale World Championship Wrestling. Il problema del Chairman era quello di non voler vedere un campione in carica cambiare federazione, e quindi pattuì con Hart il cambio di titolo. Ma il contratto del canadese prevedeva una clausola di controllo creativo del proprio personaggio, e la esercitò per chiarire una cosa: non voleva perdere il titolo davanti al suo pubblico canadese!
Ma ciò che successe dopo lo sappiamo molto bene. Durante il match valido per il titolo contro Shawn Michaels, quest’ultimo imprigionò Bret Hart nella Sharposhooter, mossa simbolica e conclusiva del canadese, e l’arbitro Earl Hebner, sotto le direttive di Vince McMahon a bordo ring, decretò la vittoria dell’Heartbreak Kid per sottomissione. Ma nessuno vide lo “sconfitto” arrendersi poichè non aveva mai battuto la mano sul ring in segno di resa.
Sbigottimento generale tra il pubblico ed uno sputo da parte del canadese sul viso di McMahon sono ciò che resta di quell’evento.
Di quanto accaduto ne parliamo ancora oggi, dopo interviste, documentari, il ritorno di Bret Hart in WWE ed altro ancora. Mai come in questa posizione si può proprio dire “Controversy Creates Cash Quotes”.
4- WWE Crown Jewel 2018
Il secondo evento in Arabia Saudita della WWE. Già questo creava discussione per i motivi a sfondo di lucro che spinsero la WWE ad intraprendere questa strada. Creava scandalo e quindi anche interesse da parte dei fan della WWE riluttanti all’idea che solo per soldi la federazione dovesse (e deve ancora) andare 2 volte l’anno in Arabia e rovinare lo storytelling attorno ai wrestler ed alle scene titolate (Goldberg vs The Fiend di 2 mesi fa ne è l’esempio più recente).
E personalmente ritengo quest’ultimo punto il serio problema. Ma visto che di PPV in Arabia dal 2018 ne hanno fatti più di uno, cos’ha questo che lo differenzia dagli altri?
La WWE è stata ad un passo dal cancellare Crown Jewel 2018 a causa della morte ad Istanbul un mese prima del giornalista del Washington Post, Jamal Kashoggi. Il periodo era delicato ed attorno a questo fatto ci furono situazioni di cui tutti parlarono tra le quali una guerra in Yemen. Una vicenda ostica che è difficile anche per me da descrivere, quindi chiedo scusa se magari posso incappare in qualche errore cronistico o storico, ma sta di fatto che in mezzo a tutto ciò c’era la WWE con l’opinione pubblica che aveva preso in mano i forconi e le torce per chiedere l’annullamento del PPV.
Quest’ultimo alla fine si fece, ma con le volute assenze di wrestler importanti come Daniel Bryan e John Cena.
3- WWF WrestleMania VII
“Wars Creates Cash Quotes”
La ritengo ad oggi la più grande caduta di stile di una federazione di wrestling. Lucrare sui fatti bellici.
Ma andiamo per ordine parlando prima di cosa stava accadendo in Medio Oriente: tra il ’90 e il ’91 si combatté la Prima Guerra del Golfo che vedeva vari stati della NATO tra cui Stati Uniti d’America, Francia, Canada, Regno Unito e Italia insieme a nazioni come Egitto, Siria, Arabia Saudita e Kuwait combattere un conflitto sanguinoso contro l’Iraq del Presidente Iraqeno Saddam Hussein. In America queste cose purtroppo uniscono molto il popolo e catalizzano l’attenzione.
E chi in maniera sconsiderata ed indicibile decise di cavalcare i fatti che tanto interessavano all’opinione pubblica? Ma ovviamente l’allora WWF di Vince McMahon. E come e cosa accadde?
St. Slaughter, personaggio molto patriota americano, tornò in WWF alla fine del 1990, in piena Guerra del Golfo, scoprendosi non più un patriota, ma un simpatizzante iraqeno calamitandosi a se tutto l’astio del pubblico.
Conquistò il WWF Championship ai danni di The Ultimate Warrior e solo un “Real American” poteva fermarlo. L’eroe non poteva che essere Hulk Hogan.
Arriviamo quindi al PPV WrestleMania VII. Questa si sarebbe dovuta tenere al Los Angeles Memorial Coliseum, uno stadio da 80mila posti, ma per la pessima scelta narrativa che inorridì molti fan di wrestling, per delle “presunte” minacce di morte arrivate all’indirizzo di Slaughter e per un pessimo dato di vendita di biglietti (attorno agli 11mila), si optò poco prima per la più piccola Los Angeles Memorial Sports Arena. Il pubblico alla fine fu di 16mila persone.
In questo caso gli scandali portarono ad una grossa perdita economica, caro Bischoff.
2- WCW Bash at the Beach 2000
Qua ci spostiamo a vicende interne alla federazione, tra wrestler e staff tecnico.
Nella card era previsto un match: il campione del mondo Jeff Jarrett avrebbe difeso il titolo dall’attacco di Hulk Hogan. Quest’ultimo come tanti all’interno della WCW aveva una clausola contrattuale che prevedeva di avere l’ultima parole sulle scelte creative attorno al proprio personaggio. L’allora controverso writer Vince Russo aveva previsto una sconfitta di Hogan alla quale, in maniera molto veemente ma per contratto legittima, si oppose, chiedendo di diventare di nuovo campione.
Russo accettò, ma ciò che fece scandalo è il come.
Il writer si era accordato con Jarrett di ciò che vado narrandovi: i due wrestler salirono sul ring e dopo il gong, il campione si distese a spalle riverse a terra. Pronto per essere schienato. Hogan non capì sul momento, poi prese un microfono ed in diretta, davanti a tutto il pubblico si rivolse a Russo dicendogli “Ecco perché questa azienda è nello stato in cui si trova!” ed altre cose che è meglio non citare. Si guardò in giro, il pubblico era in preda allo sconcerto. Sconcerto che aumentò quando l’Hulkster mise un piede sul petto di Jarrett e dopo un conto di tre divenne il nuovo campione.
BOOOOOM!
Nel rivedere quella scena potrete sentire ogni singolo granello del muro della quarta parete cadere a terra e sbriciolarsi ancora.
In seguito lo stesso Russo salì sul ring per annunciare il licenziamento di Hulk Hogan, offendendolo pesantemente e denunciando vari scellerati comportamenti (di cui non sapremo mai la veridicità) che Hogan attuava nel dietro le quinte.
Successivamente i due andarono anche per vie legali.
Per tutti, il PPV Bash at the Beach del 2000 è considerato come la pietra tombale della WCW. Da lì a meno di un anno infatti la compagnia verrà acquistata da quel volpone di Vince McMahon ponendo fine alla Monday Night War.
1- WWF Over the Edge 1999
la morte di Owen Hart
“Signore e signori, stasera qui a Kansas City una tragedia ha colpito la World Wrestling Federation e tutti noi. Owen Hart doveva fare un ingresso dal soffitto ma è caduto. Ho la spiacevole responsabilità di far sapere a tutti che Owen Hart è morto. Owen Hart è morto tragicamente per quell’incidente qui stasera.”
Jim Ross
Questa la tragica notizia data dal commentatore storico della WWF/E dopo quanto accaduto. Un volo di 24 metri che ha visto il fratello di Bret Hart, nei panni del goffo supereroe The Blue Blazer, impattare col petto su uno dei 4 turnbuckles (i paletti) del ring per poi essere ufficialmente dichiarato morto nel tragitto che lo vide andare dal palazzetto all’ospedale.
E’ una tragedia nella tragedia, perchè dopo un evento del genere, la decenza impone che si sospenda tutto. E’ morta una persona davanti a migliaia di persone, ed inoltre c’è una famiglia che vuole rispetto per il parente deceduto mentre lavorava.
Il PPV invece andò avanti. Si optò per il “The Show must go on” e tra le varie cose che accaddero dopo, una su tutte fu una ferita che ancora adesso non si è rimarginata tra la WWE e la famiglia Hart.
Amici amanti del wrestling, spero di avervi proposto una Top 5 interessante, in quanto la storia del wrestling ha lati oscuri molto più scandalistici di quel che si possa pensare e che in qualche maniera, essa sia curiosa o tragica, fa parte della storia di questa comunque straordinaria disciplina che ci fa trovare attorno a questo tavolo internauta a discuterne interessati.
Dal vostro Alex e anche Zocchi è tutto, ci troveremo prossima settimana per una nuova Top o forse una Flop. Lo scoprirete!
BUON WRESTLING!