The HeXagon #9: l’incidente di Jeff Hardy a Victory Road 2011 | A volte basta davvero poco per rovinare un’intera carriera e danneggiare la federazione per la quale combatti. Nel nuovo episodio di questa rubrica andremo a parlare di uno dei match più disastrosi della storia della TNA: l’incidente di Jeff Hardy a Victory Road 2011
Ci sono episodi che possono segnare non solo la vita di un atleta ma anche di una federazione intera. E se è vero che occorre tanto sacrificio per ottenere dei grandi risultati, è altresì vero che basta poco per crollare a picco. E se pensiate che il mondo del wrestling sia esente da questo principio vi sbagliate di grosso. In questo ambiente è sufficiente un passo falso per rovinare la propria carriera e ogni promotion è sempre attenta a non commettere passi falsi per evitare di perdere pubblico.
Eppure, proprio in uno dei periodi più delicati della storia della TNA, avvenne un fatto tanto singolare quanto bizzarro che ancora oggi è oggetto di scherno e ilarità che ha macchiato sia il passato di un grande atleta e sia una promotion ancora oggi in cerca di tornare ai fasti di un tempo. Come avrete ben intuito dal titolo, oggi parleremo del disastroso incidente di Jeff Hardy a Victory Road 2011.
La cintura è in palio, che il main event di Victory Road 2011 abbia inizio
Il 2011 era un anno cruciale per la TNA, talmente delicato che ogni singolo passo falso avrebbe potuto portare gravi conseguenze per la compagnia. L’anno precedente, vennero ingaggiati Hulk Hogan ed Eric Bischoff, personalità che con le loro idee ribaltarono ciò che i fan avevano apprezzato nel corso degli anni. Dall’abbandono dell’iconico ring a sei lati all’approdo di molti ex atleti WWE, diversi lottatori che hanno reso importante la TNA videro ridimensionati i propri status. E com’è facile immaginare tutto questo portò ad un calo costante di ascolti, calo che causo un duro contraccolpo con l’inizio di una Monday Night War che durò poche settimane costringendo la compagnia ad un cambio di programmazione spostandosi al giovedì.
Con questa spada di Damocle addosso, ciò che accadde nel main event dell’undicesima edizione di Victory Road non aiutò di certo a far migliorare le cose. Il PPV era giunto al match principale, nel main event si sarebbero affrontati l’allora Campione dei Pesi Massimi Sting contro Jeff Hardy in un No Disqualification Match. La musica d’ingresso di Jeff irrompe nell’arena ma fu subito evidente che qualcosa non stava andando nel verso giusto. L’atleta si presentò solo 40 secondi dopo che la sua theme song risuonava e, appena venne inquadrato dalle telecamere, era palese che fosse sotto o in preda all’alcol o sotto sostanze stupefacenti. Con un andamento barcollante e lo sguardo perso chissà dove, l’arbitro del match, Brian Hebner, fece il segno della X durante l’entrata di Sting, segnale d’allarme che sollecita l’intervento dei paramedici.
Durante l’angle di Eric Bischoff, le condizioni di Jeff si palesarono sempre di più e si decise per la scelta più indolore possibile: concludere il match nella maniera più veloce possibile. Dopo 88 secondi, Sting mise a segno il suo Scorpion Death Drop e il conteggio arrivò veloce e senza interruzioni. Indimenticabile la risposta di Sting durante la sua uscita dal ring con un fan che gridava all’atleta “che cazzata!” assecondato dalla risposte di The Icon “sono d’accordo!”.
Conseguenze e problemi: la vita turbolenta di Jeff Hardy
La TNA tentò di correre ai ripari chiedendo scusa ai fan per questa caduta di stile, caduta che in realtà fu solo la pietra tombale per un evento già ricco di imperfezioni che gli costarono il premio di peggior PPV dell’anno dal Wrestling Observer. Come ulteriore segnale, la compagnia regalò sei mesi al proprio network per tutti coloro che avevano comprato l’evento. Per quanto riguarda Jeff, invece, fu rispedito a casa e puntino con 120 giorni di riabilitazione. I suoi fan dovettero attendere l’8 settembre per rivederlo in azione e ad ammettere la figura barbina fu lo stesso attore che disse di aver toccato il fondo. Alla fine dello stesso mese, Jeff tornò a lottare full-time.
Una dipendenza che, a detta di Jeff in interviste postume all’evento, sono state causate dallo stress generato dagli show WWE.
“Nel 2011 con Sting, prendevo somas ed ero riuscito ad assumerlo senza farmi beccare dalla compagnia ed ero uscito là fuori completamente sballato. Non ero in grado di combattere. Per la prima volta nella mia vita avevo superato il limite. Non potevo combattere contro il mio idolo, Sting… e lui è stato costretto a fare la cosa più giusta: stendermi e concludere il match. Col senno di poi quell’incontro è stata la cosa migliore per me. È stato in quel momento che sono riuscito ad aprire gli occhi sulla piega che stava avendo la mia vita. Amo Sting. È solo grazie a lui se sono tornato più forte che mai. Gli sono davvero grato”.
Una vicenda che ha gettato luci e ombre sulla compagnia che ha cercato di ripulire sia il proprio nome che quello di Jeff riuscendo ad inserirlo in ottime storyline e in match davvero degni di nota. Ricordiamo, infatti, che fino al 2017, il Charismatic Enigma fu uno dei perni della TNA anche se, nonostante la sua ritrovata energia, l’orlo del baratro per la creatura di Jeff Jarrett era ormai vicino.