Pills Of Wrestling #34: Le voci storiche del Wrestling | Elemento cardine di ogni incontro è sicuramente il commento. Alcune voci hanno contribuito nel far rimanere alcuni momenti ancora più impressi nei nostri ricordi. Da Jim Ross a Gordon Solie, siete pronti ad intraprendere un viaggio tra le voci storiche del wrestling?
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Quali sono gli elementi che differenziano un brutto incontro da uno fantastico? Indubbiamente i fattori sono tanti. Si potrebbe citare lo storytelling, il lottato, il coinvolgimento del pubblico e persino le entrate degli atleti ma non vi è dubbio che un elemento su tutti può fare la differenza per lo spettatore. Di cosa stiamo parlando? Del commento a bordo ring che ci accompagna durante ogni momento dei nostri show preferiti.
Ed è proprio di loro che andremo a parlare oggi nella nostra rubrica Pills Of Wrestling. Nello specifico faremo un tributo ad alcune delle voci leggendarie della disciplina che tanto amiamo.
“So bad it’s good”, da Vince McMahon a Gorilla Monsoon.
Genio e rivoluzionario del business, Vince McMahon è stato un eccezionale commentatore che, seppur alcune lacune dovute ad un linguaggio spesso troppo semplicistico, lo hanno reso un abile intrattenitore. È stata una delle prime voci ad avere le proprie catchphrases riuscendo a produrre commenti rimasti impressi nella storia. Uno di questi è sicuramente il suo commento durante l’ingresso leggendario di Shawn Michaels a WrestleMania XII.
Impossibile non citare Gorilla Monsoon, wrestler che ha lottato sia negli anni 60 che nei 70 formando un grande tag team assieme a Jesse “The Body” Ventura. Il duo è stato l’announcing team dei primi sei WrestleMania fino a quando Ventura non è stato sostituito da Bobby “The Brain” Heenan. Monsoon era incredibile al commento. Il gigante buono aveva un impassibile senso dell’umorismo e la sua voce rifletteva la sua attitudine nel ring. Lealtà verso i baby face, i buoni erano i buoni e i cattivi erano i cattivi. Può sembrare un concetto banale ma la sua capacità era tale da farti credere che il buono fosse veramente l’eroe da tifare a differenza del cattivo che andava fischiato ed evitato.
La voce storica per eccellenza: Gordon Solie.
Lo storico duo: Jerry “The King” Lawler e Jim Ross.
Impossibile non citare Jerry “The King” Lawler. Era un heel davvero facile da odiare ma ciò che ha reso il suo commento così leggendario era il modo pungente e ironico con cui accompagnava gli show. L’esempio più eclatante è il feud avuto con Bret Hart nel 1995 dove Lawler ha devastato l’Hitman e tutta la Hart Family. Aveva la straordinaria capacità di farlo odiare al pubblico ma allo stesso di far sorridere per il modo con cui lo faceva spingendoti allo stesso tempo ad amare Bret. Commentatore atipico, riusciva ad infrangere qualsiasi barriera diventando imprevedibile e intrattenente.
Non vi è dubbio alcuno che l’unico che può essere paragonato a Gordon Solie è Jim Ross. L’amore e la passione verso la disciplina traspare in ognuno dei 40 anni di carriera. Il suo stile old-school ha accompagnato ogni major della disciplina. Tratto distintivo il focus sulla narrativa in-ring rendendo ancor più grandi gli atleti coinvolti. Spesso sopra le righe, la voce di JR è impressa in quasi tutti i match più importanti degli ultimi anni. Assieme a Jerry Lawler sono riusciti a completarsi a vicenda grazie alle loro personalità. Qualcuno diceva che Jim Ross può farti provare ciò che vuole perché crede fortemente in ciò che commenta render certi momenti davvero indimenticabili.
Il wrestling senza commentatori perde sicuramente di qualità.
Ci sono numerosi commentatori che non sono stati citati, tra questi sicuramente Paul Heyman, Joey Styles, Lance Russel e Jim Cornette. Queste voci hanno accompagnato i fan di tutto il mondo e indubbiamente andrebbe aperta una parentesi anche sui commentatori italiani che ci accompagnano ad ogni show. Cosa sarebbe il wrestling senza voci così importanti? Probabilmente sarebbe privo di enfasi e di colore che solo alcuni grandi maestri possono dare.