Vince Russo: la sua intervista realizzata in sinergia dal Pro Wrestling Culture e The Shield Of Wrestling.
Cari amici di The Shield of Wrestling e The Shield of Sports, ben ritrovati all’interno d una nuova collaborazione con il Pro Wrestling Culture podcast volta a portare in scena un’intervista esclusiva per una testata giornalistica e un podcast italiani.
Le voci e le domande di Aldo Fiadone, Andrea Di Simone e Giacomo Toniaccini, vi accompagneranno all’interno della chiacchierta con l’ex writer di WWE, WCW e TNA, Vince Russo.
Eccovi quindi servito un estratto dell’intera intervista che potrete trovare poi in fondo all’articolo con i riquadri Spreaker, Spotify e YouTube.
La nostra intervista esclusiva con il Pro Wrestling Culture a Vince Russo
Aldo Fiadone: Lo scorso anno CM Punk ha fatto ritorno in WWE a Survivor Series, oggi è parte integrante del roster di RAW e probabilmente avrà un match a WrestleMania contro Seth Rollins o addirittura un World Title match. Tu hai lavorato con lui nel 2004 in TNA, hai quindi avuto modo di osservarlo e vederne il talento, ma sei stato tu a portarlo nella compagnia consigliandolo a Jeff Jarrett e Dixie Carter?
Vince Russo: “No, è stata una visione di Raven, lui ha consigliato in modo continuo il nome di Punk e vedeva del reale potenziale in lui. Io purtroppo non vedevo le cose allo stesso modo, forse ho sbagliato forse no, ma non riuscivo a vedere Punk come faceva Raven.”
Giacomo Toniaccini: Riguardo la programmazione WWE, RAW è in procinto di passare su Netflix a partire da gennaio 2025. Cosa ne pensi?
Vince Russo: “La WWE ha storicamente usufruito delle migliori piattaforme a disposizione, oggi lo fa, o meglio sta per farlo, con Netflix, Peacock, USA Network. Quando però ti trovi davanti a queste condizioni devi rispettare anche dei parametri e delle richieste. Netflix per esempio ha espressamente richiesto la presenza fissa di CM Punk, Cody Rhodes e Roman Reigns a RAW, così facendo USA Network di chi potrà usufruire? Sami Zayn? Ecco, per quanto buona possa essere questa situazione, per quanti soldi la WWE abbia intascato, e sappiate che la WWE è uno squalo che non lascia neanche un penny sul tavolo durante una trattativa, potrebbe crearsi un grande problema prima ancora di iniziare.”
Giacomo Toniaccini: Parlando sempre di investimenti, anche la AEW ne ha fatti seppur concentrati solo sul proprio roster ingaggiando persone come Mercedes Moné, Kazuchika Okada, Will Ospreay, Bobby Lashley, eppure continuano a non raggiungere cifre importanti in termini di ascolto e ricezione del prodotto, perché?
Vince Russo: “Noi non sappiamo cosa significa essere miliardari e cosa significa perdere cifre importanti. Ti dico la mia, Tony Khan è un ragazzino ricco che aveva il sogno di avere una federazione di wrestling tutta sua. Con circostanze di questo tipo potete capire benissimo da soli il risultato. A lui non interessa fare ascolti e soldi, lui perde milioni ogni anno, però può vantarsi di avere una federazione tutta sua. Io sono un grande fan di baseball e se domani vincessi alla lotteria e potessi acquistare un roster, porterei quella squadra comunque alla vittoria, perché facendola vincere oltre ad avere la soddisfazione, farei anche più soldi e, scusatemi signori, ma voler vincere è qualcosa che si trova dentro ognuno di noi, ma non in Tony Khan.”
Andrea Di Simone: Andiamo un attimo nel passato… c’è qualcosa che rinneghi del periodo più negativo che la WCW ha vissuto prima di chiudere definitivamente?
Vince Russo: “Non rinnego nulla, se ho rinnegato qualcosa in passato non l’ho proposto nelle trasmissioni televisive. Non ho mai rinnegato il regno di David Arquette, il regno sulle mie spalle per 24h. Se c’è qualcosa di cui mi sono seriamente pentito è il character di Oklahoma… fu irrispettoso per Jim Ross e seppur abbiamo risolto la questione tornando alla pace anni e anni fa, non mi sono mai perdonato del tutto questo mio errore.”
Andrea Di Simone: Ecco, parlando di rapporti umani, c’è una rivalità che vive ormai da anni tra te e Jim Cornett, sfatiamo questo mito e dicci di più a riguardo…
Vince Russo: “E’ one side, è lui a creare tutta questa diatriba da 25 anni a questa parte. Sarò parte di questa sua messa in scena fino alla morte. Lui può dire ciò che vuole, non lo penso neanche in un secondo della giornata, ma al contrario Jim non riesce a fare lo stesso, così come Eric Bischoff, sono persone che necessitano di parlare di me nei loro show, ma come ben potete notare, io nei miei radio show non parlo degli altri.”
Aldo Fiadone: Torno anche io al passato, siamo a novembre il mese di Survivor Series e nel 1997 ebbe luogo il famoso Screwjob di Montreal. Come hai vissuto tutta quella situazione all’interno del backstage?
Vince Russo: “Spesi 10 ore consecutive nella casa di Vince McMahon per pensare alle varie soluzioni con cui far concludere quella contesa strappando in modo onesto il titolo a Bret. Dopo quanto successo però, non posso non schierarmi dalla parte di Vince. Bret ha avuto una lunga lista di scelte su come lasciare o perdere quella cintura, Vince non voleva assolutamente fare in modo che il suo campione, da campione in carica, potesse comparire in uno show WCW, specie dopo quanto successo anni prima (Madusa ndr), ma Bret non accettò nessuna di queste possibilità e alla fine McMahon fece l’unica cosa giusta, proteggere la sua federazione. E come dissi direttamente a Bret Hart, nulla contro di te, ma fu una scelta fatta per tutelare una proprietà della compagnia e nulla più.”