Seth Rollins è ormai in un limbo da cui non riesce più a uscire, e questo fa solo aumentare i dubbi sul suo essere un top main eventer in WWE.
E’ fuori discussione quanto Rollins, fin dal giorno uno ad NXT, sia stato il preferito di molti, su tutti Triple H, chiaramente estasiato dal mondo del wrestling indipendente e dalla ottima ROH a cavallo dei primi due decenni del XXI secolo.
L’arrivo di Tyler Black, dopo i buoni anni nella già citata Ring Of Honor e il successivo “stage formativo” alla FCW, hanno regalato un nuovo personaggio al rinnovato brand giallo-nero di nome Seth e di cognome Rollins.
L’idea del Re dei Re, passato ormai maggiormente dietro la scrivania, era quella di proporre una sorta di federazione wrestling indipendente ma con i soldi di una multinazionale alle spalle. E non stupisce come tra i nomi di punta di questa prima incarnazione sia stato scelto proprio l’ex Black.
Scelto come nuovo numero uno del futuro, come atleta di punta e come sicuro prossimo centro della federazione, fu infatti colui designato a vincere il primo titolo di campione NXT.
Seth festeggia la vittoria del NXT Championship celebrato da Triple H e il WWE Hall Of Famer Dusty Rhodes
Seth era chiaramente già pronto per il Main Roster e insieme al prodotto di casa Roman Reigns e l’attuale Jon Moxley, che dobbiamo in questa storia chiamare Dean Ambrose, formò lo Shield, la fazione più amata degli ultimi 10 anni WWE, e a ben dire.
Rollins dopo due anni meravigliosi nel gruppo ebbe l’onore e l’onere di infrangere l’alleanza tradendo i suoi compagni per la gloria personale; un momento epico e scioccante che portò poi all’Architetto la valigetta del Money In The Bank prima, e la vittoria del titolo WWE poi. Prima di Roman Reigns, fischiatissimo e odiato vincitore del Royal Rumble Match, e prima di Dean Ambrose, nei meandri dell’upper-carding da cui raramente è uscito nella federazione di Stamford. Il primo membro dello Shield a vincere il titolo massimo, nel modo più epico possibile, grazie all’incasso più entusiasmante di sempre, il colpo del secolo.
Il tradimento dell’Architetto ai suoi fratelli
Il furto del secolo
La sfortuna fu tiranna con Rollins, un grave infortunio rovinò un eccellente e convincente regno da campione heel, pupillo dell’Authority, on screen ma anche ovviamente off. Infortunio che lo tenne lontano diversi mesi fino al suo incredibile ritorno avvenuto ad Extreme Rules 2016, al termine del match tra AJ Styles e Roman Reigns per il titolo WWE, vinto da quest’ultimo. La reazione del pubblico di quella sera, e l’accoglienza ricevuta la notte dopo a RAW, suonano strani a chi ha iniziato a seguire la WWE nel 2019 e si è visto il beniamino fischiato come se fosse il peggior essere umano della storia. Seth Rollins era amato come pochi, e usare l’imperfetto in questa frase denota come qualcosa sia andato storto.
Facciamo poi un passo in avanti saltando l’anno di transizione del 2017 e citando il buon 2018 da campione intercontinentale, da vero leader dello show rosso, vista l’assenza dello Universal Champion Brock Lesnar. La gente non ha mai smesso di amare Seth e voleva vederlo campione massimo. Il 2019 tutti sapevano sarebbe stato il suo anno, ma qualcosa, in corso d’opera, non ha evidentemente funzionato.
Il 2019
Percorso ovvio, con la perdita del titolo intercontinentale non vi sono stati più dubbi, sarebbe stato lui a vincere la Royal Rumble, e in una delle risse reali più scontate di sempre il nome di Rollins emerse su tutti. Il deludente incontro di WrestleMania ci portò comunque ad avere finalmente un campione massimo a RAW, un campione amato e voluto. Ma il pubblico WWE ha il vizio di sostenere l’underdog della storia finché è uno sfidante, per poi mollarlo appena è campione, con le dovute eccezioni.
Incredibilmente anche a Seth toccò questa sorte ma non fu assolutamente solo per colpa del fan medio.
Storyline al limite dell’osceno, avversari improponibili come Corbin, l’inserimento forzato di Becky Lynch nelle sue storie. L’unica cosa degna di nota del suo primo regno è stato l’eccellente incontro con AJ Styles, gemma dimenticata poiché priva di una costruzione che possa farcelo ricordare.
Seth Rollins aveva perso consensi tra i tifosi, e Brock Lesnar non ci mise molto a tornare campione, ma ciò venne usato come pretesto narrativo per ridarci una seconda versione dell’Architetto, più combattivo e meno romanticone, che al termine di un ottimo match, seppur leggermente irrealistico a livello narrativo, strappò di forza, oltre ogni suo limite, il rosso alloro dalle mani della Bestia. Seth era di nuovo campione universale e dopo aver archiviato la pratica Braun Strowman, la nuova minaccia si palesò come The Fiend.
Hell in a Cell, il fondo del barile
Si arriva così alla sfida nella gabbia infernale contro questa intrigante nuova versione di Bray Wyatt. Un personaggio che sulla carta sembrava impossibile vedere sconfitto e che aveva inevitabilmente catturato l’attenzione e il tifo del WWE Universe. La classica situazione in cui non vince nessuno, quasi un autogol proporre un incontro con una così complessa scrittura alle spalle così presto. La scelta effettuata quella sera non è stata sicuramente la migliore, un No-Contest frutto di un finale non chiaro, drammaticamente accolto dai fischi dei fan che iniziarono addirittura ad inneggiare alla AEW. Portato in scena come un incubo, presto si tramutò tale per la federazione.
Il tutto costrinse la federazione ad assecondare le volontà dei fan, in quanto il campione era ormai delegittimato dai tifosi stessi. In Arabia The Fiend vinse con colpevole ritardo il titolo, lasciando dubbi sull’integrità mentale e sulla bontà d’animo dell’Architetto.
L’Architetto le ha provate tutte ad abbattere “The Fiend” Bray Wyatt
Turn Heel
Fu all’indomani della debacle di RAW alle Survivor Series, e del discorso accusatore verso tutti gli altri membri del roster, che l’idea di rivedere dopo anni un Seth Rollins villain iniziò ad essere più di una possibilità.
Turn Heel che avvenne portandoci quello che oggi conosciamo come il Monday Night Messiah. Un passaggio nelle fila dei cattivi che ci dimostrò come Seth sicuramente non era più nell’idea della WWE il possibile volto immagine della federazione, ma che in ogni caso avrebbe potuto ricevere nuova verve da questa rinnovata attitudine.
Tutte le speranze della vigilia, dopo ormai quasi un anno, possono farci affermare con certezza quanto la figura del Messiah sia l’ennesimo fallimento creativo attorno alla sua figura.
Quest’ultima rivalità con Rey Mysterio sta purtroppo superando ogni limite, tra match che coinvolgono i bulbi oculari e derive trash con tanto di inserimento di tutta la famiglia del folletto di San Diego.
Il discorso molto poco da leader di RAW
Il centro della federazione
Quello che doveva rappresentare la svolta che avrebbe rinnovato la carriera di Rollins presto si è trasformato in un incubo. Il Messiah non vince più, e in PPV lo ha fatto solo in poche occasioni in un anno. Ma i risultati sono frutto di scelte, ed è arrivato per noi il momento di tirare le somme.
Seth ha smesso da tempo di essere il centro della WWE, di essere colui su cui girano le storie principali. Risultano essere altri al momento a creare più interesse, dal campione Drew McIntyre, al sempre verde Randy Orton fino al nuovo innesto Keith Lee, solo per citare il suo ex show di appartenenza.
Pensare a quello che fu il Rollins del 2012 e il futuro che tutti avrebbero pronosticato per lui stride completamente con la realtà, una realtà in cui la figura di Seth Rollins sembra sempre meno centrale nelle idee della federazione di Stamford.
Questo però non deve ingannare, non vuol dire che il Messiah smetterà di vincere o di essere rilevante. In questo business serve molto poco per tornare al top e Seth ha tutto per essere ancora il numero 1 di questa compagnia.
Il passaggio a SmackDown potrebbe essere l’ennesimo punto di svolta della carriera di questo atleta, e da fan del wrestling non si può che tifare per la sua rinascita.
L’ultimo saluto al suo show, un nuovo inizio?
*TUTTE LE FOTO PROVENGONO DAL SITO UFFICIALE DELLA WWE*