Clash At The Castle sarà il tredicesimo PLE della WWE in Europa – il primo in Galles – e festeggerà i 30 dal celeberrimo SummerSlam 1992.
Era da quasi vent’anni che la WWE non proponeva un pay-per-view in territorio britannico, ma la continua globalizzazione del professional wrestling e il successo di NXT UK (sostituito a breve da NXT Europe) hanno convinto la federazione a ritornare alle origini.
Non è da escludere che Clash At The Castle possa diventare da ora in avanti l’evento annuale di punta per tutti gli appassionati della disciplina risiedenti nel vecchio continente. Il successo degli eventi svolti in Medio Oriente ha certamente aperto le porte anche per varcare ulteriori confini; così, data la presenza di numerose superstar di origine britannica o formate nel territorio della Gran Bretagna, il premium live event in Galles spianerà la strada così come successe con SummerSlam nel 1992.
Clash At The Castle, il ritorno in Europa
Questo weekend andrà in scena WWE Clash At The Castle, l’evento europeo più grande degli ultimi trent’anni. Nello specifico, il premium live event si svolgerà nel giorno di sabato 3 settembre a partire dalle ore 19 italiane, con un kick-off previsto per le ore 18.
In assoluto è uno degli eventi che ha generato una quantità di hype indescrivibile: il 25 ottobre 2021 venne annunciato uno show per Raw e Smackdown al di fuori degli Stati Uniti; il 12 aprile 2022 sono state rivelate location, venue e data del suddetto ed infine Drew McIntyre in un live event del 29 aprile ha svelato il nome del PLE – Clash At The Castle – in riferimento al castello situato vicino al Principality Stadium.
La notizia è stata accolta con entusiasmo non solo dai fan britannici ed europei, ma da quelli di tutto il mondo con oltre 59.000 persone già pre-registrate per la vendita dei biglietti nelle prime 24 ore. Al 19 di agosto sono stati venduti 63.803 biglietti per Clash At The Castle, non è escluso l’arrivo di oltre 70mila persone da tutto il mondo con la WWE che punta al sold-out (78.000 posti) nelle ore precedenti lo show. L’evento in Galles si può già definire un successone a prescindere dalla qualità degli incontri, il tutto esaurito lancerebbe questo pay-per-view nella Top 10 (9° posto) degli eventi con più spettatori registrati dalla WWE, dietro solo ai colossali Wrestlemania e a SummerSlam 1992.
A deliziarci (da casa o seduti sui seggiolini del Principality Stadium) ci sarà una card di assoluto rispetto nonostante ad oggi i match annunciati siano solo sei. Dei performers coinvolti (come lottatori o manager) all’interno della main card di Clash At The Castle, tredici non sono di origine statunitense di cui sette provengono dall’Europa. Le nazioni coinvolte all’interno dello show saranno nove: Scozia (Drew McIntyre), Irlanda (Sheamus e Finn Balor), Inghilterra (Ridge Holland e Butch), Austria (Gunther), Germania (Ludwig Kaiser), Canada (Edge), Porto Rico (Damian Priest), Giappone (Asuka e Iyo Sky) e Nuova Zelanda (Dakota Kai).
A Clash At The Castle avremo il ritorno di uno storico tag team, quello composto da Edge e Rey Mysterio (campioni di coppia WWE nel 2002) pronti ad affrontare il proprio passato e il proprio presente ovvero The Judgment Day; non solo un ritorno ma anche un debutto a Clash At The Castle, poiché avremo il piacere di veder debuttare la nuova stable conosciuta come Damage CTRL, la cui fondatrice Bayley ritorna sul ring dopo un lungo infortunio e proverà a minacciare la campionessa di Raw Bianca Belair e le sue alleate in un six-women tag team match.
Matt Riddle (tornato al suo nome d’origine) e Seth ‘Freakin’ Rollins dopo essere stati costretti a rimandare il loro match previsto per SummerSlam riusciranno finalmente a collidere a Clash At The Castle; da molti esperti questo dovrebbe rivelarsi come lo show stealer visto il talento dei wrestlers coinvolti. La rassegna titolata invece comincia con la seconda difesa di Liv Morgan impegnata nell’affrontare un’altra esperta di MMA come Shayna Baszler, alla ricerca del suo primo titolo nel main roster dopo aver registrato il longest-reign ever (549 giorni) come campionessa femminile ad NXT.
Sheamus, dopo aver vinto uno spettacolare fatal-five way match a Smackdown, affronterà Gunther per il titolo Intercontinentale in una sfida Irlanda vs Germania; infine il match che tutti aspettano, ovvero quello tra Roman Reigns e Drew McIntyre. Lo scozzese entra nella contesa come favorito per interrompere i due anni di regno del Tribal Chief, ma anche in territorio gallese il campione indiscusso avrà preparato le armi per uscire da Clash At The Castle ancora con entrambe le cinture tra le mani.
I precedenti inglesi da SummerSlam a No Mercy
Clash At The Castle sarà senza dubbio ricordato e inserito negli annali dei premium live event che hanno fatto la storia della federazione e della disciplina. I suoi precursori possono dire lo stesso nel bene e nel male, poiché non tutti gli show possono essere paragonabili a SummerSlam 1992 – da tutti considerato uno dei migliori eventi nella storia della WWE – ma nemmeno andare incontro ad un preannunciato flop come gli ultimi pay-per-view tenutisi in territorio britannico. In questa lunga cavalcata iniziata nell’estate di trent’anni fa, andiamo a ripercorrere alcuni momenti salienti delle trasferte in Inghilterra, per la precisione nelle città di Londra, Manchester, Sheffield, Birmingham e Newcastle.
Il primo evento si è svolto al Wembley Stadium di Londra, teatro di grandi successi sportivi e dello spettacolo nella sua forma più pura. Nell’estate del 1992 la allora WWF propone uno dei Big Four fuori dai confini americani, perché gli anni ’90 (più di altri) lanceranno il pro-wrestling in giro per il mondo dando vita alla prima globalizzazione del fenomeno. La federazione può contare sull’idolo delle folle The Ultimate Warrior impegnato nel suo feud con ‘Macho Man’ Randy Savage, ma il suo sguardo è sul futuro e gli 80mila presenti allo stadio possono ammirare Shawn Michaels, The Undertaker, il miglior wrestler in circolazione Bret ‘The Hitman’ Hart e l’idolo di casa The British Bulldog.
Proprio questi ultimi due danno vita a quello che ancora oggi viene considerato il miglior match nella storia di SummerSlam: oltre 25 minuti di intensa battaglia tra i due migliori performers del momento, impegnati in un match valevole per il titolo Intercontinentale detenuto dal canadese. La contesa – premiata come Match Of The Year da Pro Wrestling Illustrated – si chiude con la vittoria di British Bulldog di fronte al pubblico di casa, lasciando indelebili ricordi ai presenti e una fotografia ben impressa nella mente degli appassionati. Per ritrovare un altro match dell’anno in quel di Londra bisognerà aspettare 15 anni e due leggende come John Cena e Shawn Michaels.
Cinque anni dopo la WWF torna in Inghilterra, questa volta a Birmingham per ‘One Night Only‘, premium live event passato decisamente inosservato, ma considerato una hidden gem tra i tanti show prodotti dalla promotion di Stamford. A dispetto delle pochissime vendite, lo show si apre con un buonissimo incontro tra Triple H e Dude Love; anche il match per i titoli di coppia e il grudge match tra Vader e Owen Hart divertono gli 11.000 spettatori, ma sono Bret Hart vs The Undertaker nel match per il titolo WWF (tra i migliori incontri combattuti dal canadese) e Shawn Michaels vs The British Bulldog nella sfida valida per la cintura di campione europeo a valere il prezzo del biglietto.
Purtroppo i due eventi successivi (Capital Carnage nel 1998 e No Mercy nel 1999) sono stati assolutamente dimenticabili: poca costruzione delle rivalità e poco impegno dei wrestler coinvolti, molti dei quali addirittura sconosciuti per i presenti, i quali accorsero solo per veder lottare i nomi di punta a loro volta impegnati in match di poco conto. La nota positiva è rappresentata da una WWF decisamente propensa a tornare più volte nello stesso anno in Inghilterra per disputare i suoi pay-per-view a discapito delle recensioni negative.
Rebellion vs Insurrextion
Ad aprire una nuova serie di show nel Regno Unito – a cui la WWE sembra essersi ispirata nuovamente per Clash At The Castle – ci sono Rebellion e Insurrextion. Proposti quattro volte a testa nell’arco di tempo dal 1999 al 2003 (1999-2002 Rebellion; 2000-2003 Insurrextion), non sempre hanno regalato perle di rara grandezza e questo ha poi fatto desistere la federazione nel proseguire su questa strada. Il passo indietro però ha avuto anche altre motivazioni tra cui la brand extension e la possibilità di svolgere gli show settimanali di Raw e Smackdown nel Regno Unito, non dovendo più aspettare l’arrivo di un pay-per-view.
Rebellion debutta nell’ottobre del 1999 e viene ricordato solamente per il discreto main event proposto da Triple H e The Rock all’interno della gabbia d’acciaio; otto mesi dopo è tempo di Insurrextion, le cui fortune si aggrappano sugli ultimi tre match della card: gli Hardy Boys che sconfiggono per squalifica Edge e Christian, Eddie Guerrero che mantiene il titolo europeo schienando Chris Jericho e un solido main event con The Rock che si conferma campione WWF vincendo contro Triple H e Shane McMahon. Da sottolineare lo scarso minutaggio concesso al match tra Kurt Angle e Chris Benoit (6 minuti appena).
Ancora una volta Rebellion si rivela un flop mantenendo uno standard basso e lasciando l’amaro in bocca per le scelte proposte nella card; al contrario Insurrextion nel 2001 vince questa “guerra” dei franchise con una card meno ricca, ma di assoluto livello negli interpreti. Chris Benoit e Kurt Angle si danno la rivincita in un 2-out-of-3 falls match, mentre Chris Jericho e William Regal lottano nella finale della Queen’s Cup; Edge e Christian vincono la sfida dei tag team contro i Dudley Boyz, gli Hardy Boyz e gli X-Factor. Infine il main event è l’handicap match con il titolo WWF in palio tra The Undertaker e The Power Trip (Steve Austin e Triple H).
Le edizioni 2001 di Rebellion e 2002 di Insurrextion hanno decisamente due risvolti interessanti, ma per motivi differenti. Rebellion approfitta della caduta della WCW per intraprendere la strada di una guerra tra fazioni in cui i wrestler che rappresentano la WWF affrontano quelli della Alliance (WCW/WWF); l’edizione è godibile e si chiude con Steve Austin vs The Rock nel main event. Se l’edizione di Insurrextion non lascerà a bocca aperta i fan per i match proposti, sarà il famoso ‘plane ride from hell’ a scrivere la storia del pay-per-view e nessuno meglio del documentario Dark Side of the Ring racconterà i fatti accaduti sul volo di ritorno per gli Stati Uniti.
Si chiude il cerchio con Rebellion 2002 e Insurrextion 2003, due eventi per nulla sufficienti e che forse ci fanno ringraziare la WWE per la forte presa di posizione di non organizzare più eventi in Inghilterra visto il tenore degli incontri proposti (unica segnalazione: Chris Benoit e Kurt Angle vs Los Guerreros a Rebellion, match quasi capolavoro). Dopo quasi vent’anni dunque la WWE è pronta per tornare in azione sul suolo britannico e così Clash At The Castle è pronto a scrivere la sua storia personale. Solo al termine dell’evento potremo sapere se il Galles avrà portato le stesse sensazioni di SummerSlam nel 1992 o quelle dei vari Rebellion/Insurrextion.