Cody Rhodes ammette: in WWE ho rinunciato ad una gimmick importante. Le parole del Vice Presidente AEW sul suo ultimo periodo per la compagnia di Stamford e il ricordo di suo padre.
Da diversi anni Cody Rhodes ha un obiettivo ben prefissato: far sì che il mondo non si dimentichi mai di suo padre, il leggendario “The American Dream” Dusty Rhodes. Il tre volte Campione del Mondo NWA, scomparso nel 2015, è stata una figura molto importante per Cody il quale, durante una recente intervista, ha ammesso di aver rinunciato ad una gimmick, costruita assieme a Dusty, che avrebbe potuto aprirgli le porte del Main Event.
Di che personaggio si parla?
Ospite del Dan le Batard Show, Cody ha raccontato il suo periodo in WWE e l’idea di creare per lui un personaggio ispirato alla figura di Tony Stark, l’uomo dietro Iron Man. Una gimmick dalle grandi prospettive la quale, purtroppo, non ha mai visto la luce dei riflettori.
Prima di lasciare la WWE, andavo spesso al Performance Center, dove lavorava mio padre e progettavamo su alcuni progetti. Ero felice di questa cosa. Nessuna di queste idee presero forma ma c’era una ispirata a Tony Stark: un magnate, un principe dell’industria. Era l’opposto dell’uomo semplice che era Dusty.
Il periodo da Stardust
In quel periodo Cody, sotto il suggerimento di Stephanie McMahon, lottava sotto il costume di Stardust, una gimmick mai odiata dallo stesso lottatore ma che, sfortunatamente, non ottenne il giusto riconoscimento con la triste conseguenza di restare lontano dai titoli principali. Anche in quella occasione il padre fu fondamentale nella costruzione e sviluppo del personaggio. Una cosa che Cody non dimenticherà mai:
Quando facevo Stardust desideravo tantissimo avere un gatto senza peli. Perciò il mio povero padre iniziò, con fatica, a preparare questo promo. Alla fine ebbi questo gatto in mezzo ai glitter e al trucco enorme. Mio padre era sempre d’aiuto anche se gli toccava osservare questa cosa assurda. Alla fine, niente di tutto ciò funzionò e mi resi conto che quello che, per diventare uno importante, dovevo essere semplicemente me stesso. Ecco come sono diventato quello che sono oggi.