Ecco la recensione di Escape The Undertaker, il nuovo prodotto Netflix con il Phenom e il New Day, a cura di Leonardo Santoleri.
Escape The Undertaker va preso per quello che è: un interactive-movie da vedere con gli amici incentrato sulla figura del becchino più famoso del mondo.
Diretto da Ben Simms, “In fuga da Undertaker” riesce a divertire e intrattenere per tutta la durata della visione e, al netto di alcune cose sinceramente migliorabili, la mezz’ora a casa del Deadman scorre piacevolmente e senza alcuna remora.
Escape The Undertaker: la recensione del film
Disponibile su Netflix, il prodotto narra le avventure del New Day nella dimora oscura di The Undertaker. Il dinamico trio composto da Big E, Xavier Woods e Kofi Kingston si trova lì per un unico motivo: impossessarsi della leggendaria urna, simbolo del potere maligno del Phenom.
Dall’altro lato, ovviamente, vedremo il padrone di casa pronto a fermare i tre positivi in ogni modo possibile ispirandosi, senza nasconderlo neanche troppo, alle trappole già viste nella saga di “Saw – L’enigmista”.
La violenza delle immagini è però ovviamente minore, data anche la natura del prodotto destinato, ovviamente, sia ai fan di vecchia data che ai più piccoli.
Una volta entrati nella villa, inizierà ufficialmente il gioco. Come in ogni film horror che si rispetti, i tre decideranno di dividersi e, tramite scelta, lo spettatore potrà seguire le vicende di ognuno di loro: la parte alta della casa sarà destinata a Kofi Kingston, mentre quella bassa avrà come protagonista Xavier Woods. Big E, invece, inizialmente si ritroverà direttamente nella stanza principale e, in ogni caso, qualsiasi scelta faremo, tutti i binari porteranno a lui.
La trama di Escape The Undertaker si dimostra abbastanza lineare e, al netto di alcune scelte di sceneggiatura abbastanza discutibili, si arriva al finale senza storcere praticamente mai il naso.
Fra i punti a favore dell’opera vi è sicuramente l’ambientazione. L’oscura magione dove vengono trattati gli eventi altro non è che un museo incentrato sui tratti caratteristici del Deadman: dalla nebbia alla già citata urna, dal trono alle bare, tutto all’interno della villa è una citazione all’iconica carriera di Mark Calaway in WWE e la scelta si dimostra quasi sempre azzeccata.
Ad impreziosire il tutto vi è inoltre la strabiliante fotografia, punto fondamentale del film. Le tinte verdi dei corridoi, alternate al viola delle stanze interne, riescono ad esaltare l’ambientazione già cupa del set e creano la giusta immersività nello spettatore che, alle prese con la pellicola, si ritrova catapultato nel cupo mondo di Undertaker.
Per quanto riguarda invece la recitazione ci ritroviamo di fronte ai primi scricchiolii della produzione. Dei tre positivi Kofi è sicuramente il migliore, mentre Big E è il peggiore, fra i due si colloca Woods, che porta a casa la sufficienza. La recitazione grottesca di Calaway, invece, non riesce a bucare lo schermo come si vorrebbe e, purtroppo, in molti casi ci si ritrova a sorridere piuttosto che a tremare.
Gli effetti speciali invece sono in larga parte da rivedere. La maggior parte di loro è evitabile e, salvo qualche eccezione, i fulmini e le saette sono più un ostacolo che una miglioria.
Giudizio finale su Escape The Undertaker
Arrivati alla conclusione, Escape The Undertaker riesce nel suo obiettivo? Assolutamente sì.
Sebbene si stia parlando di un prodotto per famiglie, la proiezione può regalare una mezz’ora di spensieratezza anche in solitaria e lo spettro del trash viene allontanato quasi subito in favore di una buona regia e di una splendida fotografia. Il viaggio all’interno del mondo di The Undertaker riesce a far ridere e sorridere e, specie per i fan più accaniti del becchino, questo film può rappresentare un ottimo tuffo nel passato.
- Voto: 8
- Pro: Fotografia, Kofi Kingston, Ambientazione
- Contro: Effetti speciali
Qui sotto il trailer di Escape The Undertaker!