Forbidden Door si disputerà questa domenica a Chicago, Illinois e sarà il primo evento moderno congiunto tra due major del pro-wrestling come AEW e NJPW.
Dopo aver annunciato la loro collaborazione nel febbraio del 2021, la All Elite Wrestling e la New Japan Pro-Wrestling hanno lavorato per produrre questo show in cui entrambe le federazioni avrebbero fatto lottare i rispettivi performers. Nell’episodio di AEW Dynamite del 20 aprile scorso, Adam Cole ha interrotto Tony Khan e il presidente della promotion nipponica Takami Ohbari per ufficializzare ‘AEWxNJPW: Forbidden Door’, il pay-per-view in onda domenica 26 giugno.
Nessuno nel nuovo millennio aveva mai fatto tanto per la disciplina: un po’ perché non era credibile che due major collaborassero per uno scopo comune e un po’ perché non si vedeva dai tempi della defunta WCW un pro-wrestler fornire la propria prestazione negli show della promotion rivale o con un’importanza mediatica di pari livello. Certo la scelta di una collaborazione tra AEW e NJPW è vista in maniera ben differente rispetto a quella per esempio tra la WWE e la AEW, soprattutto per la differenza dei mercati (USA e Giappone) e del concetto di pro-wrestling/puroresu.
Per questo motivo Forbidden Door vedrà la luce, ma nonostante ciò ci sono alcune ombre da dover nascondere e solo al termine dell’evento avremo modo di constatare se la scelta si è rivelata azzeccata o rivedibile.
Forbidden Door: la porta è stata aperta
Dobbiamo scomodare film come “Non aprite quella porta” e “Harry Potter e la camera dei segreti” per introdurre il concetto generico di ‘Forbidden Door’ a chi magari è meno pratico della lingua. Come ampiamente descritto nel paragrafo precedente, nessuno nell’era moderna aveva azzardato ad organizzare uno show di tale proporzione e il motivo è semplice: due federazioni rivali non posso fare gli interessi l’una dell’altra. La All Elite Wrestling in questo senso è stata la prima però a chiudere degli accordi per poter lasciare le proprie superstar e quelle di altre federazioni libere di collaborare tra loro.
La stretta di mano più grande è arrivata con i nipponici della New Japan Pro-Wrestling, la major promotion per eccellenza se si guarda al mercato del puroresu e questo ha spalancato la mente agli spettatori su improbabili dream match e ha fornito risposte ad alcune domande sulla famosa ‘Forbidden Door’. No, al di là della porta proibita non troveremo né assassini come Leatherface né tantomeno un basilisco, saremo semplicemente di fronte ad una prima volta in cui i fan – un po’ come al cinema – avranno modo di vedere i loro performers preferiti provenienti da diverse federazioni lottare gli uni contro gli altri in un unico grande evento.
La scommessa di Tony Khan è stata fatta per dimostrare che di fronte alla passione degli spettatori e agli interessi economici di entrambe le fazioni, non c’è porta che possa rimanere chiusa. Certamente una collaborazione tra due promotion che cercano di guadagnare dallo stesso mercato pur fornendo prodotti diversi era molto difficile anche solo da concepire, per questo sarà davvero raro – per non dire impossibile – vedere la World Wrestling Entertainment e la All Elite Wrestling creare un evento di proporzioni bibliche spartendosi guadagni e meriti, ma con Forbidden Door è stato abbattuto il tabù dei pay-per-view congiunti tra major promotions nel nuovo millennio.
Questa domenica avremo anche la risposta alla domanda che infine tutti ci poniamo riguardo ad uno show del genere, ovvero se vale realmente la pena scomodarsi per un azzardo simile, quanto realmente farà presa sul pubblico e se questo influirà sui futuri copioni dei live settimanali oppure sarà come assistere ad uno spin-off senza connessione. La speranza è di ottenere un filo conduttore al termine di Forbidden Door, perché non basterà avere dream match a cinque stelle per convincere il pubblico più scettico che questa sia stata la scelta più saggia.
La perfetta unione tra le due metà
Arrivati a pochi giorni dallo svolgimento di Forbidden Door, la card è delineata e nei dieci match che la compongono (nove nel main show e uno che si svolgerà nel pre-show), ci sono tutti gli ingredienti ben amalgamati per creare il pay-per-view che tutti stavamo aspettando.
La All Elite Wrestling porta i suoi migliori rappresentanti – esclusi gli infortunati – e così fa anche la New Japan Pro-Wrestling; allo stesso modo le due federazioni ci forniscono peculiarità tipiche dei loro show come i match a più uomini in pieno stile nipponico e i frequenti match titolati come spesso accade negli eventi della promotion di Tony Khan. Oggettivamente ogni incontro ha i performer giusti, collocati nel contesto perfetto per il loro stile e quella dose più che giustificata di hype per rimanere incollati allo schermo ben oltre le quattro ore in attesa di scoprire chi la spunterà maggiormente tra le due compagnie.
L’assenza ormai certa di Bryan Danielson ci priverà dello scontro a tutta tecnica contro Zack Sabre Jr., ma nell’ultima puntata di Dynamite il membro del Blackpool Combat Club ha lasciato intendere che chi prenderà il suo posto sarà un degno sostituto. Il ritorno degli Young Bucks nel BULLET CLUB in un confronto con Los Ingobernables De Japon e la coppia formata da Sting e Darby Allin mette al centro della scena più generazioni di pro-wrestler in un unico grande mix; a loro volta la Jericho Appreciation Society e Minoru Suzuki contro Eddie Kingston, Yuta Wheeler e Shota Umino mettono a confronto il vecchio ed il nuovo con alcuni dei migliori interpreti della disciplina.
FTR, United Empire e Roppongi Vice alzano la temperatura dei match a più uomini con un ‘Winner Takes All’, una stipulazione che da sempre accende l’animo del fan smanioso di vedere i propri beniamini (federazione statunitense o nipponica che sia) strappare di mano quelle cinture e difenderle in giro per il mondo; con grande interesse a questo match guarderanno anche Will Ospreay ed Orange Cassidy, impegnati nel match con in palio il titolo IWGP US: il britannico è anche il frontman dello United Empire, mentre Cassidy è fermo sostenitore dei Vice. Thunder Rosa e Toni Storm spezzeranno l’equilibrio a Forbidden Door lottando l’unico match tutto interamente targato All Elite Wrestling e con in palio il titolo femminile.
Seguono i due four-way, di vitale importanza per entrambe le federazioni: uno tra Miro, Malakai Black, Pac e Clark Connors (che sostituirà l’infortunato Tomohiro Ishii) verrà incoronato primo All-Atlantic Champion; Jay White dovrà difendere quell’IWGP World Heavyweight Championship appena conquistato dall’assalto dell’ex campione Kazuchika Okada e dei due membri della AEW, Adam Cole e Adam Page. Infine Jon Moxley e Hiroshi Tanahashi si daranno battaglia per conquistare temporaneamente l’alloro di campione mondiale della All Elite Wrestling, in attesa del ritorno di CM Punk (non è esclusa una apparizione svolgendosi lo show in quel di Chicago) e di sicuro una eventuale vittoria del giapponese terrebbe ben aperta la ‘Forbidden Door’ tra le due promotion.
Dov’è il build-up?
Insinuiamo il dubbio nella mente dello spettatore, andiamo a schierarci con quella parte più scettica dei sostenitori della disciplina, coloro i quali si chiedono come potrà essere credibile uno show di questo calibro senza una vera e propria costruzione. Effettivamente le due federazioni, considerando anche la distanza tra Stati Uniti e Giappone (nonostante ci possano essere numerosi modi per rendere tutto più credibile), non si sono date così da fare nel costruire un vero e proprio build-up ai match presenti nella card.
Escluse le vecchie ruggini tra Moxley e Tanahashi, con i due impegnati nella lotta tra chi meritasse di più il titolo degli Stati Uniti della NJPW, gli altri otto match – incluso il pre-show, ma escluso il match per il titolo femminile – non possono dirsi altrettanto ben congeniati. Ci sono state provocazioni in conferenza stampa, negli show settimanali o al termine dei pay-per-view, ma nulla di realmente credibili da poter giustificare un match singolo o a più uomini; alcuni degli avversari si troveranno di fronte quasi costretti dalle circostanze e altri dopo una “invasione” che però non ha gettato le basi per nulla di concreto.
Forbidden Door è un’arma a doppio taglio con tutti i rischi a carico della federazione di Tony Khan, il quale dovrà accertarsi di far scorrere lo show nel miglior modo possibile. La New Japan Pro-Wrestling può solo giovare da questa collaborazione e da questo evento, la possibilità di vedere in territorio nipponico pro-wrestler straordinari come Cash Wheeler e Dax Harwood potrebbe dare loro maggiore credito e aprire sempre di più la mente in un pubblico che vede al performer oltreoceano come ad un ‘gaijin’.
Dall’altro lato la All Elite Wrestling ha bisogno di Forbidden Door per continuare la sua espansione e catturare il maggior numero possibile di nuovi spettatori. Per vedere se gli effetti di questo evento saranno positivi o negativi non basterà però aspettarne la sua fine, servirà in ogni caso un periodo di assestamento e una quantità di tempo non stimabile.