Marty Jannetty ha rilasciato una nuova intervista a proposito della sua drammatica confessione di qualche giorno fa.
Vi avevamo già raccontato di come l’ex membro dei Rockers avesse fatto scomparire un uomo nel 1973, e di come la polizia stesse indagando sul caso dopo l’agghiacciante post su Facebook.
Janetty, visto lo scontato clamore mediatico del suo scritto, è tornato sull’argomento concedendo un’intervista a Boston Wrestling MWF per spiegare alcuni dettagli.
Nella lunga chiacchierata l’ex atelta WWE ha ribadito alcuni fatti noti, ossia che un impiegato della sala bowling di Victory Lanes sita in Columbus, Georgia, ha tentato di violentarlo. Sapeva che era uno spacciatore e il giovane Marty voleva vederlo solo per comprare la marijuana. Janetty ha rivelato di come l’uomo ha iniziato ad afferrarlo per i capelli e per la camicia e trascinarlo verso il retro della sala bowling.
L’uomo ha così tentato di trattenere Marty che è riuscito nella foga ad afferrare un mattone e colpirlo in testa. Janetty ha affermato che l’uomo non meritava di morire, ma meritava una bella lezione, per usare un eufemismo. La sua intenzione, ribadisce più volte, non era assolutamente quella di ucciderlo.
Marty Jannetty ha poi offerto ulteriori dettagli sull’occultamento del corpo nel fiume, dopo essersi pentito di aver accettato l’intervista. Queste le sue cupe parole che valgono più di ogni riadattamento:
“Te lo immagini trascinare una persona che aveva appena tentato di mettertelo in c***, trascinarlo fino al fiume, gettarlo di sotto, e poi sentire che è scomparso? Mi ha dannatamente condizionato in peggio, amico. L’ho deciso quel giorno, non ha tentato neanche di farlo al buio“
Parole tenebrose e ricche di rabbia repressa per Marty Jannetty, ma un tassello in più in questo misterioso puzzle datato 1973.