Pagelle di Hell In A Cell un evento che presentava ben tre incontri all’interno della diabolica struttura. Alte le aspettative ma saranno state rispettate?
Andiamo a scoprirlo insieme come al solito match per match:
Pre Show:
WWE 24/7 CHAMPIONSHIP MATCH: R-TRUTH (c) VS DREW GULAK
Match comedy in questo Kick-Off in cui i riferimenti a John Cena fanno da padrone. Gulak se la prende con Little Jimmy facendo infuriare Truth che arriva poi addirittura ad eseguire il move set di Cena fallendo l’AA. Il Roll Up si conferma mossa definitiva in WWE e vale la vittoria al campione che si conferma tale anche in una stipulazione tradizionale.
Voto: 6
Main Show:
WWE UNIVERSAL CHAMPIONSHIP HELL IN A CELL I QUIT MATCH: ROMAN REIGNS (c) VS JEY USO
Era uno dei match che attendevo maggiormente dell’evento ed è ora anche uno dei più difficili da giudicare perché prende fortemente il lato emotivo. Roman e Jey mettono su una contesa pressoché priva di wrestling lottato, ridotto al minimo, in cui a farla da padrone è la componente parlata. Tantissimi i momenti morti, funzionali certo allo sviluppo della narrativa della storia ma onestamente difficili da seguire con grande coinvolgimento. La stipulazione è confusa, la gabbia è un soprammobile e non impedisce alla gente di entrare, e il match lentamente muta addirittura in uno Strap Match. L’idea è ambiziosa ma andava tagliato del minutaggio da questo incontro per renderlo universalmente piacevole, 30 minuti di pochissima azione sono troppi. Un Reigns che ha avuto il pieno controllo della contesa dall’inizio alla fine e che vince solo dopo aver bloccato Jimmy nella sottomissione costringendo Jey a proferire sotto voce le fatidiche parole. I Wild Samoans apparsi sullo stage legittimano sempre più il Tribal Chief come capo della famiglia. Lentezza e lunghezza non sono sempre sinonimo di grandissimo storytelling, c’è un tempo per parlare e un tempo per agire e la storia devono raccontarla le mosse nel ring.
Voto: 5,5
SINGLES MATCH: ELIAS VS JEFF HARDY
Difficilmente commentabile, l’incontro finisce prima ancora di decollare grazie alla chitarra in faccia di Jeff ad Elias che costa la squalifica al Cavaliere del Vento. Le poche mosse da ricordare non salvano quella che è una scelta, il finale, che non avvantaggia nessuno. Lo scopo resta misterioso, la storyline poteva proseguire anche senza questo mezzuccio anche se non prendere una decisione è in realtà un modo di prenderla.
Voto: 4
MONEY IN THE BANK BRIEFCASE MATCH: OTIS VS THE MIZ
Otis e The Miz mettono su una contesa piacevole, nulla di eclatante ma senza dubbio con logica. Otis prende vantaggio sul suo avversario sfruttando il mismatch fisico ma l’heel prova a giocare sporco col suo amico a bordo ring. L’arbitro vede e caccia via Morrison ma quando meno te lo aspetti Tucker tradisce l’amico colpendolo con la valigetta costandogli così il contratto. The Miz è un 2 volte Mr. Money In The Bank e potrà sicuramente svolgere in maniera più tradizionale tale compito. Otis sarà dunque invischiato in questa faida interbrand con il suo vecchio compagno di coppia. Una scrittura semplice, coerente e accettabile.
Voto: 6,25
SMACKDOWN WOMEN’S CHAMPIONSHIP HELL IN A CELL MATCH: BAYLEY (c) VS SASHA BANKS
Si attendeva da tempo questa contesa e finalmente è giunta. Le due non hanno deluso mettendo su un incontro da riguardare nel tempo. Le atlete sfruttano l’ampio minutaggio a disposizione senza risparmiarsi. Sasha domina la prima fase con colpi duri con le ginocchia ma subisce poi il ribaltone dell’ex amica, abile ad uscire da una Bank Statement infilandosi nella copertura del ring. La kendo stick fa da padrone con le due che si colpiscono con una violenza inaudita. Dopo alcuni falsi finali Bayley torna a dominare e dopo essersi ripresa la sua amata sedia posiziona un‘apparentemente inerme Sasha su una scala e due sedie per colpirla con un Elbow Drop potenziato con la sedia. Il colpo va a vuoto e la Boss approfitta dell’errore rintroducendo la nemica nella sua magistrale sottomissione aumentando la pressione proprio con la sedia. La mossa paga e la Role Model abdica dopo 380 giorni di regno. Sasha è di nuovo in cima alla montagna, ma quanto tempo ci resterà questa volta?
Voto: 8,5
UNITED STATES CHAMPIONSHIP MATCH: BOBBY LASHLEY (c) VS SLAPJACK
L’equivalente della puntata in cui Goku e Piccolo prendono la patente, ma sicuramente meno divertente. Filler inutile che ha poco senso giudicare, la faida tra l’Hurt Business e la RETRIBUTION potrebbe esplodere a Survivor Series.
Voto: S.V.
WWE CHAMPIONSHIP HELL IN A CELL MATCH: DREW MCINTYRE (c) VS RANDY ORTON
Drew finalmente arriva nel main event di un PPV ma fallisce miseramente il colpo. Era l’opportunità di dimostrare quanto la federazione credesse nel ragazzo ma evidentemente la scelta più conservativa di Randy Orton è sembrata la migliore. Il match inizia di colpo con la Vipera che si traveste ancora da cameraman e colpisce il suo avversario fino allo scoperchiamento del tavolo, preludio di futuri spot. Nel ring la contesa è dura ma non decolla eccessivamente salvo per gli irritanti kick out all’uno del campione. Orton decide così di andare fuori dal ring e salire sulla gabbia con l’avversario che lo segue. I due battagliano sulla cima della struttura come fossero Anakin Skywalker e Obi-Wan Kenobi, ma questa volta è il male a vincere. Nel tentativo comprensibilmente goffo di scendere dalla cella Orton fa cadere Drew sul tavolo saggiamente preparato. Lo scozzese sanguina dalla bocca e fatica a rientrare dal ring ma trova in seguito la forza di scagliare la sua Claymore, non seguita da copertura. Un secondo tentativo è poi ribaltato in una micidiale RKO che permette all’Apex Predator di essere un 14 volte campione del mondo. Finisce il regno di Drew dunque ma le domande sono due: lo scozzese resterà nell’ottica main event di RAW? E assisteremo quanto prima al ritorno di Edge? Manca tanto a WrestleMania ma un accenno verso il terzo capitolo, questa volta col titolo in palio, sembra come non mai possibile.
Voto: 6,5
Un evento che vede ergere da una grande mediocrità l’incontro femminile, tra i migliori match del main roster in questo nefasto 2020.