Nella prima edizione di Pipebomb di aka PRI parleremo di come NXT non sia lo show fantastico che tutti descrivono, date le sue gravi pecche.
Parlare di NXT è sempre difficile, perché è uno show sicuramente atipico. Infatti è tecnicamente il territorio di sviluppo della WWE, ma nella narrativa non è venduto come tale. Ad NXT gli atleti non combattono tra di loro per arrivare a Smackdown o a Raw esplicitamente, ma solo per sfondare all’interno del brand. Attorno ad esso aleggia quindi un alone “dorato” per certi versi affascinante che lo differenzia non poco dal main roster. Ma non è tutto oro ciò che luccica: andiamo ad analizzare gli aspetti positivi e negativi di questo show tanto adorato dal wrestling web.
Aspetti positivi
Quando si nomina NXT le prime cose che vengono a mente sono sicuramente gli splendidi Takeover, sempre garanzia di spettacolo. Eventi leggeri di cinque match in media, bookati anche decentemente, che riescono ad essere praticamente sempre meglio dei PPV del main roster. Il match tra Johnny Gargano e Andrade Cien Almas di Takeover Philadelphia è sicuramente uno dei migliori match dell’anno in assoluto, ma è solo uno dei tanti bei match con la griffe NXT Takeover. Un altro punto di forza è sicuramente la qualità del roster, fatto per la maggior parte dei migliori atleti delle indy, che riesce a garantire anche diverse combinazioni di stili. La Full Sail University è una garanzia come location: il pubblico partecipa costantemente ad ogni stimolo dato dallo show, elevandolo ancora di più. E’ probabilmente la mia arena preferita, perché sa rispondere con raziocinio, senza risultare troppo rumorosa. Ma se andiamo ad analizzare lo show nella sua interezza ci accorgiamo che forse c’è poco altro.
Quali sono le pecche?
Una delle pecche principali degli ultimi tempi è la scrittura delle faide, che non riesce a generare grande hype per il Takeover di turno. Le aspettative a riguardo non sono alte, essendo NXT un territorio di sviluppo, però si nota una sufficienza troppo diffusa nella scrittura. La faida classica del midcarding è quella dello screzio totalmente a caso nel Performance Center, usato spesso nella divisione femminile. Reputo la gestione dei campioni, sopratutto face, ripetitiva e standardizzata. Infatti analizzando i regni di Drew McIntyre e Aleister Black sono state di più le volte in cui sono stati a terra, attaccati dall’heel di turno, piuttosto che quelle in cui abbiano celebrato le proprie capacità. Altro problema è la narrativa dello show settimanale: dato il numero ingente di atleti presenti nel roster in relazione alla durata dello show, spesso viene stoppata e ripresa anche a settimane di distanza. In alcuni casi alcune storie risultano messe da parte e lasciate a metà, come ad esempio il presunto split tra Riddick Moss e Tino Sabbatelli. E’ tutt’altro che graduale anche la gestione dello status degli atleti. Citando Andrade Cien Almas e Johnny Gargano possiamo parlare di come atleti che hanno status bassi all’improvviso arrivino a competere per il titolo. Il primo per esempio è passato in pochissimo tempo da midcarder a campione. La gestione dei titoli di coppia segue la falsa riga di quanto detto finora, anche se c’è da dire che la serie tra Moustache Mountain e Undisputed Era è riuscita a creare una storia grazie allo storytelling dei match. La parte medio/bassa della card risulta veramente anonima, a parte che per la questione della narrativa delle faide come suddetto. Infatti i match che vediamo spesso nelle puntate settimanali che riguardano atleti di quella parte della card esprimono molta pochezza.
Collocazione nel mondo del wrestling
NXT mi dà l’impressione di essere una bella paraculata. Tutti gli aspetti positivi che ho scritto sopra vi spiegano l’utilizzo dell’aggettivo “bella”. E’ invece una paraculata perché rappresenta la volontà della WWE di attirare una parte dei fan aperta al mondo delle indy, facendo un segmentato fan service. I wrestler che provengono dal territorio di sviluppo si esprimono in un contesto totalmente diverso rispetto a ciò che ritrovano nel main roster. Questo spiegherebbe perché una buona parte di coloro che escono da NXT si trovano male nel main roster con tutte le sue limitazioni. E’ uno show che mi dà l’idea di una bella vetrina di un negozio, dove gli atleti devono vendersi da soli impegnandosi al massimo con poco aiuto di contorno del booking team che si impegna solo nel bookare alcuni match. La super faida Gargano-Ciampa, per quanto sia una delle meglio bookate dell’anno, è stata elevata principalmente dalla bravura sul lottato e sull’interpretazione dei due performer. E’ uno show che consiglierei a consuntivo, ma ci sono prodotti più sottovalutati come 205 Live o Lucha Underground, che reputo spesso migliori di uno che fa urlare troppo spesso allo “show dell’anno”.
” In anybody else’s hands, this is just a microphone, in my hands, it’s a PIPEBOMB “
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