Velveteen Dream ha finalmente rotto il silenzio e ha risposto alle famose accuse sul suo conto dell’anno scorso.
Il lottatore rilasciato da poco dalla WWE ha finalmente avuto la possibilità di discutere delle ormai famose accuse di molestie online verso minori nel pieno dello scandalo #SpeakingOut. Lo stesso Dream aveva provato a dare una spiegazione tempo fa ma senza ottenere un discreto successo. Tra hashtag inneggianti al suo licenziamento e ironia del web, la sua vita personale e privata ha preso una via completamente diversa così come ha raccontato poche ora fa il protagonista di questa storia.
Velveteen Dream: il suo racconto sulle presunte accuse
Con un paio di storie su Instagram, l’ex NXT North American Champion ha finalmente discusso a cuore aperto su quanto è successo svelando la sua versione:
Le accuse nei miei confronti hanno di fatto deragliato ogni successo professionale e ha portato alla rottura dei rapporti con la WWE. Il mio vero nome è Patrick Clark. Quello di Dream è un personaggio sul quale ho speso anni nel suo sviluppo. Il personaggio è nato il giorno in cui Prince è morto, non sapevo nulla su di lui ma l’ho preso spunto per creare il mio alter-ego. Prima di chiuderlo voglio dire una cosa: mi sono sempre divertito in ogni cosa che ho fatto negli show e ringrazio chi ha creduto in me. Il mio compito era quello di darvi un momento di svago e ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto.
Ho sempre preso i miei lavori seriamente, ecco perché sono rimasto in silenzio circa queste accuse. Rispondere sarebbe significato lavorare conto una abilità già compromessa di vendere un personaggio sul quale avevo investito molto. Dopo le accuse ho avuto la possibilità di lavorare in una storyline di qualche mese. Ora posso parlare di tutto e svelarvi i dettagli di quelle accuse.
Ecco quindi il racconto dei fatti secondo Velveteen Dream
La notte del 20 aprile 2020 ho postato una storia dal mio account Instagram avvisando che la mia posta era stata aperta. Ricevetti diversi messaggi di supporto ed io risposi ad alcuni, non a tutti. Risposi anche ad un aspirante wrestler 17enne che si chiama Jaccob. In questa conversazione Jaccob mi ha svelato il suo sogno di diventare un wrestler e io gli diedi qualche consiglio. Gli chiesi anche che scuola frequentasse per suggerirgli una palestra a lui adatta e le sue misure (peso e altezza).
Jaccob mi disse che era ansioso e mi chiese una prova che confermi che stesse parlando con me. Già la spunta blu avrebbe dovuto confermarlo. In ogni caso mandai lui un messaggio vocale nello stile di Velveteen Dream col quale richiesi le stesse informazioni di prima. Dopo un po’ abbiamo concluso la conversazione.
21 aprile, mi sveglio e ricevo notifiche e tag su degli screenshot di una finta conversazione con tanto di videro avuta con Jaccob. Ho subito avvisato la WWE per aprire una investigazione. Successivamente la WWE ha pubblicato un comunicato mantenendo la mia innocenza. Usare una mia foto privata e girarla ovunque per indicarmi come un predatore sessuale mi fece malissimo. Io non sono un predatore, fu la prima e unica volta che venni accusato di una cosa simile.
Poi sono arrivate le accuse di Joshua Fuller, il quale conoscevo bene. Lui disse che ero stato molesto nei suoi confronti per poi contraddirsi dicendo che non avevo mai avuto comportamenti sessualmente molesti su di lui. Voleva lottare nonostante avesse diversi problemi fisici e ho cercato di aiutarlo in diversi modi prima di chiudere i rapporti con lui nel 2018 perché non volevo essere additato come responsabile del suo peggioramento di salute. Sono stato accusato perché ho scelto di non aiutarlo più.
Queste sono due persone che ho personalmente cercato di aiutare. I due poi si sono scritti sui social per confrontare le accuse, Joshua ha cancellato il suo account, lo stesso fece Jaccob dopo che si è scoperto che faceva parte di una chat a sfondo razzista.
Tutta questo ha distrutto il mio personaggio e ha portato al rilascio. Spero che la gente riesca a fare 2 più 2 e realizzare che queste accuse sono infondate e false. Credevo che non ci sarebbe mai stato il motivo di difendermi ma per rispetto dei miei fan ho dovuto farlo. Grazie a tutti per i bei ricordi e per l’opportunità ricevuta. Dio mi ha sempre avuto e sempre mi avrà, DREAM È FINTO ma Patrick Clark è ancora vivo e lotterà ancora.