ECW: wrestling hardcore e niente squalifiche, questo era. O forse no? Scopri i veri motivi della leggenda della Extreme Championship Wrestling.
Ah quant’era bella l’ECW, la terra dell’estremo dove i match erano tutti senza squalifiche, si sanguinava a profusione e la sete di violenza dei fan ha dato vita al coro “We want tables!” che sentiamo e cantiamo fieramente ancora oggi.
Ma se vi dicessi che questo è soltanto l’ultimo dei motivi che hanno reso la Extreme Championship Wrestling di Paul Heyman un vero e proprio fenomeno di culto dalla metà degli anni ‘90 ad oggi?
Mettetevi comodi, io sono Salvatore e in questo articolo vi guiderò in un viaggio che parte nel 1992 in una sala da bingo di Philadelphia e continua ancora oggi nei cuori di migliaia di fan in giro per il mondo.
ECW, un’alternativa necessaria
Il primo fattore che ha determinato il successo della ECW è sicuramente quello di essere stata un elemento di rottura in un momento, per il wrestling americano, in cui ce n’era disperato bisogno.
Quando la ECW inizia la sua scalata nel cuore dei fan, tra la fine del 1994 e il 1995, l’allora WWF non se la passa benissimo: l’Hulkamania è definitivamente tramontata con l’approdo di Hogan in WCW, e l’ascesa della “New Generation” non sembra affatto semplice, tra scandalo steroidi e una sfilza di gimmick assurde e fuori tempo massimo. Dall’altro lato, la WCW lavora per mettere le basi della guerra di ascolti del lunedì sera e conduce una campagna acquisti aggressiva nei confronti della rivale, ma siamo ancora lontani dai tempi in cui l’nWo sarà la cosa più cool del wrestling televisivo.
È in questo scenario che la Eastern Championship Wrestling, promotion del territorio di Philadelphia legata al circuito NWA, compie una rivoluzione: con un plateale promo off-script del suo top name Shane Douglas, la ECW rompe con il passato uscendo dalla NWA e cambia nome in Extreme Championship Wrestling.
Un nuovo modo di essere fan di wrestling
Il terremoto provocato dalla decisione della ECW di fare il salto di qualità e proporsi come una terza via a WWF e WCW è notevole. Tra i primi effetti c’è quello di attirare a Philadelphia numerosi wrestler, scontenti della loro gestione nelle due major e desiderosi di mettersi in gioco in un ambiente che li valorizzi e consenta loro di scalare le gerarchie.
Non solo Terry Funk, principale responsabile della messa sulla mappa della ECW (a detta di Paul Heyman stesso), ma anche Cactus Jack, Ron Simmons, gli Steiner Brothers, Luna Vachon, Raven, Chris Candido, Bam Bam Bigelow, Rick Rude e forse il nome più grande di tutti, Steve Austin.
Il radicamento territoriale della ECW e il suo attirare talenti amati dai fan ma gestiti male dalle major pone anche le basi per la nascita di un nuovo tipo di fan di wrestling, che oggi definiamo spesso come “smart”.
All’ECW Arena, tra il 1993 e il 2001, le facce sono un po’ sempre le stesse: appassionati accanitissimi consapevoli delle dinamiche che stanno dietro alla disciplina, che non vedono l’ora di sapere quale sarà il prossimo debutto ma che al tempo stesso stanno al gioco, tifando il babyface, demolendo l’heel con cori e cartelloni ad hoc e diventano così parte integrante dello show e della federazione stessa.
Per loro, la ECW è un clan esclusivo di ribelli che tutto il resto del mondo (WWF, WCW e i loro fan) non possono e non potranno mai capire.
Il booking e i personaggi della ECW
Più importante della violenza e dei match senza squalifiche per il successo della ECW sono state le sue storyline e la caratterizzazione dei personaggi: in una parola, il booking, che nel 1993 passa nelle mani di un 28enne Paul Heyman.
Il booking di Heyman, di cui parleremo più volte nel corso di questo articolo, mette al centro i personaggi interpretati dai wrestler, che spesso hanno anche backstories precedenti al loro debutto sul ring. Tra questi:
- Tommy Dreamer, l’uomo comune e instancabile lavoratore che vuole raggiungere i suoi obiettivi rimanendo coerente ai suoi valori;
- Shane Douglas, il campione arrogante, privilegiato e di successo;
- Terry Funk, l’anziano saggio pronto a dare la vita per la sua passione;
- The Sandman, l’uomo medio dominato dalle dipendenze e dai problemi familiari;
- Francine, l’arrampicatrice sociale disposta a tutto pur di scalare le gerarchie;
- New Jack e Mustafa, membri di una gang afroamericana, cresciuti nel ghetto e desiderosi di rivalsa sociale;
- Mickey Whipwreck, l’eterno perdente dalle qualità nascoste;
- Raven, forse il personaggio più emblematico per quanto riguarda questo tipo di scrittura. Rappresentante della Generazione X, misantropo e depresso a causa di maltrattamenti e bullismo subiti per tutta la vita, si presenta con un look ispirato al grunge e t-shirt a tema musicale o fumettistico.
I personaggi proposti sono ispirati a contesti e sottoculture popolari, e spesso sono basati su caratteristiche reali dei wrestler che li interpretano.
Faide e storyline principali in ECW
La profondità nel booking nella ECW di Heyman continuava anche nelle interazioni tra i characters: è il caso di Raven vs Tommy Dreamer, storyline partita al debutto del primo (in kayfabe desideroso di vendetta nei confronti del rivale, più popolare di lui con le ragazze ai tempi del campo estivo da ragazzini) e durata per oltre due anni. Da nominare anche Raven vs Sandman, con il guru della Generazione X disposto a manipolare l’ex moglie e il figlio di otto anni di Sandman contro di lui pur di conservare la propria cintura.
L’identità della ECW come alternativa in diretta opposizione alle due major americane dell’epoca sarà però forse quella che porterà maggior fortuna alla promotion di Heyman, che tra il 1996 e il 1997 deciderà di portare in scena la faida ECW vs WWF attraverso una storyline (realizzata grazie ad una collaborazione con la federazione di Vince McMahon, che nel frattempo aveva capito di dover cambiare drasticamente il suo prodotto per battere la rivale WCW) fatta di invasioni reciproche e scontri tra i rappresentanti delle due realtà. Una faida che rimarrà una costante nell’identità della ECW e dei suoi fan durante tutta la sua storia.
La popolarità del politicamente scorretto in ECW
Collegato all’aspetto narrativo che ha reso iconica la ECW c’è sicuramente quello legato alla sua presentazione: se WWF e WCW erano le due grandi corporation impegnate nella produzione di eventi puliti e colorati per la televisione nazionale, la ECW era molto di più il cugino senza peli sulla lingua capace di fare battute a sfondo sessuale alla cena di Natale coi parenti.
È da questa natura politicamente scorretta della promotion, intrisa di mentalità e vita quotidiana degli anni ‘90, che nascono personaggi come quello di The Sandman (che beve birra e fuma sigarette mentre si dirige verso il ring in pigiama) e di Raven (che in più di un’occasione allude al suicidio ed alla depressione).
È in questo contesto, infine, che nasce il ruolo della valletta provocante e spesso poco vestita, capace di incantare il pubblico maschile (stragrande maggioranza dei fan di wrestling dell’epoca, soprattutto in ECW) e fornire spesso l’assist ai lottatori per promo e storyline a sfondo sessuale che catturano l’attenzione dei fan.
È questa filosofia, discutibile con gli occhi di oggi ma sicuramente di successo per l’epoca, che porta nel 1996 la valletta di origini orientali Kimona Wanalaya (un nome, un programma) a fare uno spogliarello sul punto più alto dell’ECW Arena per intrattenere i fan dopo un problema tecnico avuto con il ring. Un anno dopo, sarà la pornostar americana più famosa dell’epoca, Jenna Jameson, a fare il suo debutto in ECW per attirare l’attenzione dei fan.
ECW: wrestling e musica, il connubio perfetto
Le comparsate di Jenna Jameson sono la dimostrazione di un altro elemento che ha contribuito non poco al successo della ECW: il profondo legame che la presentazione del prodotto aveva con la cultura pop dell’epoca.
A rendere la Extreme Championship Wrestling pregna di cultura pop è in primis il suo rapporto con la musica: con un’operazione tutt’ora inspiegabile di schivate della SIAE americana, Heyman riusciva ad accompagnare l’ingresso dei suoi wrestler con brani famosissimi di band come AC/DC, Deep Purple, Alice in Chains, Kiss, Metallica, Guns N’ Roses e tanti altri.
Ma non solo: spesso i video musicali di queste canzoni erano mescolati ai video package prodotti dalla ECW per hypare le card degli show futuri. Un capolavoro di integrazione con la cultura pop dell’epoca per rendere il wrestling qualcosa di cool agli occhi del proprio target principale (i maschi americani adolescenti o giovani adulti) che è anche uno straordinario esempio di vita ai limiti della legalità vissuta dalla promotion in quel periodo.
Altri elementi di cultura pop in ECW
La capacità di intercettare le mode del periodo da parte di Heyman non si ferma tuttavia alla musica: sono moltissimi gli elementi, tra citazioni nei promo, nomi dati agli show o ispirazioni per creare gimmick strampalate, che derivano da questo legame cercato e coltivato dal booker con tutto ciò che era d’interesse popolare all’epoca tra i giovani statunitensi.
In pochi ricordano, ad esempio, le apparizioni nel 1996 di alcuni lottatori della Ultimate Fighting Championship sui ring ECW proprio in concomitanza con l’inizio della popolarità delle arti marziali miste negli Stati Uniti.
Il wrestling lottato, mai così importante
L’ultimo elemento (ma decisamente non ultimo per importanza) ad aver reso la ECW così importante storicamente è il focus dato da Heyman alla qualità del lottato. Uno standard che oggi sembra essere diventato la norma anche per le major, ma che all’epoca non era affatto scontato (soprattutto in WWF, dove gli show settimanali rimanevano ancora per lo più composti da squash match utili a costruire gli status dei lottatori principali).
Fin dal principio, invece, la dimensione sportiva, l’atletismo e lo storytelling interno ai match sono elementi centrali degli show a Philadelphia: è qui che atleti come Chris Benoit, Sabu, Eddie Guerrero, Rob Van Dam, Chris Jericho, Rey Mysterio e tanti altri muovono i primi passi negli Stati Uniti ed hanno a disposizione una piattaforma in cui mostrare ciò che sanno fare meglio al pubblico americano.
Alcuni degli scontri tra questi straordinari atleti, inoltre, diventeranno veri e propri oggetti di culto tra gli appassionati dell’epoca dediti al tape trading (lo scambio di videocassette) ed anche in questo caso la ECW saprà sfruttare il suo straordinario potenziale: nel 1995, dopo la leggendaria serie di match tra Dean Malenko ed Eddie Guerrero proprio alla corte di Heyman, la promotion rilascerà una videocassetta che racchiude tutti gli scontri tra i due, inclusi quelli mai mostrati in televisione.
ECW: More than just Hardcore
Siamo così arrivati alla fine di questa carrellata (che ho voluto intitolare così in ricordo di Terry Funk) di aneddoti e fattori che hanno reso grande la ECW. Il tutto senza parlare di match senza squalifiche, tavoli infuocati e wrestling hardcore.
Vuol dire che questi non furono centrali nel successo della federazione? Assolutamente no, ma da fan della storica promotion di Philadelphia sento troppo spesso parlare, da parte di chi non l’ha vissuta né recuperata in seguito, di ECW come “terra dell’estremo” e poco più.
Ma se siamo d’accordo che questa federazione è riuscita a cambiare per sempre la storia del wrestling, state certi che non avrebbe potuto farlo solamente a colpi di sediate in testa e risse da strada senza regole.
#OnThisDayInWWE 25 years ago at Wrestlepalooza:
“You wrestling fans at home may be confused as to what you’re watching: this is ECW – Extreme Championship Wrestling”
– Joey Styles on Bam Bam Bigelow v New Jack@HeymanHustle pic.twitter.com/X9TlQccQj2
— On This Day in WWE (@OTD_in_WWE) May 3, 2023