Ben ritrovate a tutte le amiche e a tutti gli amici di The Shield Of Sports! Questa domenica 9 di Maggio torna ufficialmente “WrestleWeek”, l’editoriale della domenica di The Shield Of Wrestling, sempre a cura del “Sottoscritto” Giulio Prosperi.
Mi sono preso qualche settimana di pausa, per trovare un’idea sulla quale costruire la seconda edizione o se volete il secondo ciclo di questo editoriale. Mantenendo sempre la scelta di eleggere un wrestler della settimana, ho però deciso di cambiare l’argomento di apertura. Se nei primi sei numeri di “WrestleWeek” abbiamo parlato di All Elite Wrestling e dell’alleanza globale che ha costituito (insieme a IMPACT, AAA, NWA e NJPW) per contrastare la quasi monopolista (o ex) WWE, nei prossimi sei numeri si vira verso una direzione totalmente diversa. Ho deciso infatti di raccontarvi le storie di sei wrestler che ritengo essere i più sottovalutati della storia stessa del wrestling (o almeno quello moderno). Ci sono grandi nomi del passato recente e non, lottatori magari ancora in sporadica attività e nomi che magari nemmeno ricordate di aver sentito: vi posso assicurare che si tratta in tutti i casi di grandi wrestler che non hanno quasi mai raccolto ciò che davvero meritavano. I motivi sono i più disparati e di volta in volta li scopriremo insieme al racconto di ogni singolo wrestler. Questa settimana si parte con uno dei miei wrestler preferiti del passato, un lottatore che ancora oggi (se volesse) potrebbe ritagliarsi uno spazio nel mondo del Pro Wrestling: lui è Monty “The Alpha Male” Brown, della ex TNA e il Marcus Cor Von della fu ECW, in versione WWE.
“FEEL THE POUNCEEE”
Non so quanti di voi ricordano questo lottatore, ma mi auguro il numero più elevato possibile. Il suo periodo di gloria, se così lo possiamo chiamare, va dalla fondazione della TNA fino al suo passaggio in WWE (e conseguente ritiro). A pensarci bene, il periodo più importante della sua carriera durò appena 4 anni: dal 2004 al 2008. Qualcosa veramente di anomalo nella carriera di un wrestler e di uno sportivo in generale. Perché Montaque N. Brown (nome d’anagrafe) è stato un ex giocatore di football americano, prima di arrivare a fare il wrestler ed essere formato da Dan Severn e Sabu nel 2001. Monty Brown è considerabile un big man atipico: alto meno di 1.90 ma con un penso di 120 kili, poteva contare su di un fisico particolarmente allenato e non così usuale nel wrestling dell’epoca. Un bestione sì, ma anche agile e veloce, in grado di danzare intorno al suo avversario e poi lanciarsi su di lui per abbatterlo con la sua Pounce. La Pounce: una mossa che a mio personalissimo parere, non ha nulla da invidiare alla Spear e che (sempre a mio personale parere) ha trovato nell’ex “Alpha Male” il suo miglior esecutore. Al giorno d’oggi abbiamo Keith Lee che la esegue come parte del suo moveset (in WWE) e Lance Archer in AEW. Casi curiosi: Keith Lee può essere considerato una sorta di Monty Brown in versione “big” mentre Lance Archer è un amico dello stesso Monty e insieme a lui ha condiviso i bei tempi in TNA.
Brown esordisce in TNA nel 2002 ma non verrà poi assunto e continuerà a girare per le indies americane per un paio di anni. Arriva il 2004, che sarà l’anno della svolta: entra in TNA interpretando il personaggio di un uomo dalla forza bestiale, nativo del Serengeti. Dopo alcune vittorie contro atleti di livello Monty Brown sceglie di formare un tag team con il mostro Abyss, ma senza riuscire a vincere i titoli di coppia. Alert spoiler: segnatevi questo nome Abyss, ne parleremo in futuro. Nel 2005 “Mister Serengeti” decide che è ora di puntare in alto e provare a vincere da Jeff Jarret l’NWA World Heavyweight Championship. All’epoca la TNA era in collaborazione con la NWA e il titolo massimo utilizzato in quel di Nashville era proprio quello storico della NWA. Purtroppo non riuscì nell’impresa ed effettuò un turn heel che lo portò ad essere comunque tifato pur essendo un cattivo. Per me Monty Brown, anche in una versione monster (ruolo che per brevi periodi ha condiviso sempre con Abyss) è sempre stato un cool heel: tifato dal pubblico perché impattante e credibile sul ring, abilissimo al microfono, dotato in un carisma naturale veramente elevato e con una grande capacità di creare interesse su di lui. E poi con una mossa finale come la Pounce, dall’effetto così devastante, era impossibile non osservare con attenzione questo lottare. Mi vengono da fare due paralleli; uno del passato e uno di oggi. Vi svelo subito quello del passato e siate gentili con me: Goldberg. Altro wrestler ex giocare di football, con un personaggio dominante, dal fisico perfettamente definito e con una mossa finale insuperabile (e di cui almeno a livello di impatto e forza, il buon Bill è il miglior esecutore ever). Ciò che differenzia Goldberg da Brown sono le vittorie, i titoli e la storia. Storia che l’Alpha Male purtroppo non ha scritto. Dicevo anche che mi viene in mente un parallelo anche con un atleta di oggi, ma ne parliamo dopo.
Tra TNA e WWE
La carriera di Monty prosegue in TNA fino al 2007 e voglio ricordare le faide e i match contro Christian Cage, Jeff Hardy, Lance Hoyt/Dallas/Archer, Rhino, Abyss e Samoa Joe. Brown non vinse praticamente nulla in quegli anni e io non so spiegarmi il perché. Vi consiglio di recuperare dei video di Youtube su questo lottatore: video compilation con i suoi migliori promo, il suo moveset e su tutte le Pounce rifilate agli avversari. Seppur sarà un assaggio parziale di questo wrestler, vi aiuterà a farvi un’idea. Dopo l’abbandono alla TNA a fine 2006, Monty Brown passò in WWE e venne fatto debuttare dopo poco tempo in ECW. Presentandosi come Marcus Cor Von (alla prima apparizione fu chiamato Marquis Cor Von) veniva accompagnato all’ingresso da una theme song di tutto rispetto. Iniziò anche qui a macinare vittorie convincenti, ad asfaltare (è il caso di dirlo) gli avversari e a proporsi sempre come cattivo (forse meno cool del passato). Pochi mesi dopo il suo debutto entrò nella stable del “New Breed” (sotto la guida di Da Pope e insieme a Matt Striker, Kevin Thorn, Ariele e pure a Cm Punk per qualche tempo) e con loro iniziò una faida contro gli “ECW Originals” (RVD, Dreamer, Sandman e Sabu). Il “New Breed” perse la faida e si sciolse poco dopo. Dopo diversi mesi di inattività, il 20 settembre 2007 Brown venne liberato dalla WWE. Causa dello stop dal wrestling e della successiva fine del rapporto con la WWE ci furono problemi di natura familiare: Brown dovette lasciare la federazione per prendersi cura dei figli della sorella, prematuramente scomparsa.
L’ex Alpha Male fino al 2009 ha poi saltuariamente calcato i ring di alcune federazioni minori, vincendo qualche titolo, ma non tornando mai a competere ai livelli di prima. E fu un grande peccato, per un lottatore del genere, non poter scrivere una pagina di storia del wrestling. Con grande sorpresa, a metà ottobre 2020, Brown è tornato a farsi vedere nel mondo del wrestling, con un promo elettrizzante su Twitter. Eravamo infatti in prossimità del match valevole per l’AEW World Championship tra Moxley e Archer e Brown ha fatto il tifo e caricato il suo ex amico/rivale in TNA, dimostrando di saperci ancora fare davanti ad una telecamera. A 51 anni potrebbe essere perfetto nel ruolo di manager rude per qualche wrestler giovane, oppure potrebbe anche ricoprire ruoli come cronista e/o general manager vista la sua capacità al microfono. Il mio sogno è però vederlo tornare a IMPACT Wrestling e fargli fare l’alleato di un wrestler in particolare, che oggi me lo ricorda molto e che mi auguro però possa vincere più del protagonista di questo “WrestleWeek”. Sto parlando di Moose ed è lui il parallelo di cui vi parlavo a metà articolo. I due si somigliano e in coppia sarebbero fantastici. Io auguro vivamente a Moose di raccogliere tutti i successi che la Bestia del Serengeti non è riuscita a raccogliere e che possa scrivere una pagina importante nella storia del wrestling contemporaneo.
The wrestler of the week is:
In questo nuovo ciclo di “WrestleWeek” il primo wrestler che ho scelto è perfettamente a tema con questa edizione del nostro editoriale e cioè un lottatore sottovalutato (e molto). Lui è Cesaro, o meglio Antonio Cesaro o meglio ancora Claudio Castagnoli! Questo grande talento svizzero, che in passato abbiamo visto anche combattere in Italia, durante l’ultima puntata di SmackDown ha ottenuto una nuova vittoria su Seth Rollins (2 su 2 compresa WrestleMania 37) e ha ottenuto la possibilità di sfidare Roman Reigns a WrestleMania Backlash. Antonio Cesaro arriva da un lungo periodo magro di soddisfazioni in quel dello show blu: da dopo la fine del vittorioso tag team “The Bar” con Sheamus, Cesaro ha passato un paio di anni a fare team con Zayn e Nakamura ma senza grandi successi. A inizio anno stava per andare in scadenza il suo contratto e la WWE per convincerlo a restare gli ha promesso un trattamento migliore del passato, un push per il titolo Universale e un’adeguata somma (che non fa mai male). Il wrestling web mi ricorda però che stiamo sì parlando di un atleta fenomenale e dalla forza mostruosa ma… c’è un ma. Il ma è che Antonio Cesaro non ha un personaggio ben definito (ma il soprannome Swiss Superman gasa parecchio) non ha particolari mic skill (ma è un poliglotta in grado di farsi capire quasi ovunque) e che non brilla per carisma e capacità attrattive magnetiche. Vero, forse in parte o forse del tutto. Io non so se riuscirà a vincere il titolo da Roman Reigns, da questo Roman Reigns che va in giro con alleati di tutto rispetto e pare invincibile. E credo che la costruzione di Cesaro non sia ancora completa per vincere il titolo (avendo seppur battuto quello che ad oggi è un ex main eventer ma specialista negli outfit sobri, come Seth Rollins). Io non so cosa deciderà la WWE e non so cosa ci sarà nel futuro in ring di Antonio Cesaro, so solo che questa settimana si è pienamente meritato il titolo di wrestler of the week: per me che scrivo questo editoriale per voi di The Shield Of Wrestling ha fatto ciò che doveva fare.
A domenica prossima amiche e amici, fan italiani del Pro Wrestling!
Ps: permettemi di dire ancora una cosa: FEEL THE POUNCEEE!
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