La serie Netflix The Queen of Villains ha fatto il suo debutto il 19 settembre. Quali sono i match più iconici ricreati nella serie? Scopriamolo insieme.
Negli ultimi giorni è il documentario Netflix sulla vita e gli scandali di Vince McMahon il prodotto della piattaforma streaming relativo al wrestling che sta facendo maggiormente discutere gli appassionati.
Sarebbe un peccato, tuttavia, lasciar passare inosservata la miniserie (appena 5 puntate dalla durata di un’ora ciascuna) che racconta vita e carriera della leggenda del wrestling femminile giapponese (leggasi joshi) anni ’80 Dump Matsumoto.
The Queen of Villains: la recensione della serie Netflix
Dump Matsumoto, al secolo Kaoru Matsumoto, rappresenta un vero e proprio simbolo del joshi wrestling anni ’80: in un periodo di assoluto ricambio generazionale per la All Japan Women’s Pro-Wrestling (AJW), la “Queen of Villains” della serie è riuscita a dare una nuova impronta al wrestling femminile con un personaggio heel estremamente fuori dagli schemi.
Prima di allora infatti il pubblico nipponico era stato abituato ad un wrestling femminile maggiormente sportivo ed incentrato sulle figure cardine delle Beauty Pair, leggendario tag team composto da Jackie Sato e Maki Ueda, icone pop non solo per il wrestling ma anche cantanti idol e attrici protagoniste in un film a loro dedicato.
Il ritiro di Ueda prima e di Sato poi, tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, lascia dunque un vuoto ben presto colmato dalle lottatrici protagoniste della serie: da Jaguar Yokota, prima erede ideale di Jackie Sato, alle Crush Gals, Chigusa Nagayo e Lioness Asuka, nuove icone babyface della compagnia dal successo addirittura superiore a quello delle stesse Beauty Pair.
Ma, come The Queen of Villains insegna, per far brillare una stella serve una heel capace di metterla in ombra: è qui che nasce il personaggio di Dump Matsumoto, protagonista ed al tempo stesso antagonista della serie, heel spietata disposta a tutto (anche ad usare armi più o meno convenzionali, come catene, bastoni da kendo o forbici) per sconfiggere le avversarie e terrorizzare gli spettatori presenti.
Ed è proprio qui che sta, a parere di chi scrive, la bellezza della serie: grazie ad un espediente narrativo che non rivela mai fino in fondo l’esistenza della kayfabe (gli incontri sono presentati come shoot e diventano work solo in caso di specifica richiesta della dirigenza, con tutto ciò che ne consegue), i 5 episodi di The Queen of Villains riescono a raccontare sia la vita dietro le quinte di Kaoru, figlia di un padre alcolista e violento e di una madre disposta a mille sacrifici pur di mandare avanti la famiglia, e sia quella sul ring, dove Dump appare realmente come la heel odiata da tutto il Giappone a metà degli anni ’80.
5 match imperdibili ricreati nella serie The Queen of Villains
Se The Queen of Villains appare come una serie meritevole anche per un pubblico estraneo al wrestling, particolare valore ha tuttavia l’accuratezza storica ed i match presentati e ricreati dalle attrici della serie.
Se pur con alcune imprecisioni o cambi di date, luoghi e nomi per ragioni narrative (o in alcuni casi di copyright), la serie infatti presenta alcuni degli incontri più importanti della AJW tra la fine degli anni ’70 e la seconda metà degli anni ’80.
Per questo, The Queen of Villains è anche una perfetta occasione per tutti i fan di wrestling per recuperare e approfondire (grazie al background storico fornito dalla serie stessa) la storia di una federazione per lungo tempo monopolio del joshi puroresu e dove, negli anni, si sono svolti incontri leggendari che per qualità generale, ritmo e spesso anche durezza degli spot restano ancora oggi insuperabili.
Passiamo quindi in rassegna 5 match visti in The Queen of Villains che, secondo l’umile parere di chi scrive, vanno assolutamente recuperati.
Jackie Sato vs Maki Ueda, AJW 27/02/1979
Iniziamo con il primo storico incontro mostrato in The Queen of Villains: la sfida tra le Beauty Pair, Jackie Sato e Maki Ueda, che è anche l’incontro di ritiro di quest’ultima.
In The Queen of Villains, il match ci viene presentato come il frutto di una richiesta fatta alla dirigenza della federazione da parte della stessa Ueda, che avrebbe scelto di ritirarsi dopo aver accusato la sua tag team partner di aver violato il terzo dei divieti imposti all’epoca alle ragazze lottatrici (erano infatti vietati il fumo, l’alcol e la frequentazione con uomini).
L’incontro è sicuramente perfetto come introduzione a questo tipo di wrestling, ancora molto legato alla dimensione sportiva della disciplina e lontano da ciò che vedremo più avanti con gli incontri di Dump Matsumoto, ed è al tempo stesso un momento importante che sancisce la fine di uno storico tag team.
Lioness Asuka vs Chigusa Nagayo, AJW 04/01/1983
Prima delle Crush Gals come tag team, entrambe rookie, Lioness Asuka e Chigusa Nagayo si affrontano per il titolo AJW detenuto dalla prima in un incontro breve e ad alto ritmo, in cui entrambe danno il massimo per cercare di prevalere sull’avversaria pur mantenendo una sportività reciproca.
Pare che siano state proprio le buone reazioni a questo incontro, da parte di tifosi e dirigenza, a convincere la AJW a mettere queste due lottatrici insieme e creare un tag team il cui successo in quel periodo è stato paragonato a quello di Hulk Hogan che, parallelamente, si stava registrando negli Stati Uniti.
Crush Gals (Chigusa Nagayo e Lioness Asuka) vs Devil Legion (Devil Masami e Dump Matsumoto), AJW 28/02/1984
Con la piega presa dalla serie tra il terzo ed il quarto episodio, dove ci viene mostrata la nascita del personaggio di Dump Matsumoto, sono proprio gli incontri di quest’ultima a prendersi il centro della scena anche all’interno di The Queen of Villains.
È proprio questo tag team match al meglio delle tre cadute, infatti, a segnare la fine della Devil Legion (la stable heel capitanata da Devil Masami, all’interno della quale Matsumoto muove i primi passi come cattiva).
L’incontro di per sé non è imperdibile, ma il suo valore storico per quanto riguarda la carriera della protagonista della serie è indiscutibile: durante il match, l’uso continuo di armi da parte di Matsumoto irriterà la sua compagna di squadra, al punto da far scattare una rissa tra le due sul ring.
Dalle ceneri della Devil Legion nascerà, da lì a poco, una stable ancora più malvagia: la Atrocious Alliance (Gokuaku Domei), capitanata proprio da Dump Matsumoto.
Dump Matsumoto vs Chigusa Nagayo, AJW 25/06/1985
Forse il match più indicato, tra quelli visti all’interno di The Queen of Villains, a mostrare l’essenza di Dump Matsumoto. E se siete abituati all’arbitraggio WWE ed alle squalifiche per ogni minimo intervento esterno, preparatevi a stravolgere tutto.
In questa semi finale del Japan Grand Prix ’85, infatti, Dump usa di tutto, con la complicità/disattenzione dell’arbitro Shiro Abe (la cui controparte nella serie è estremamente somigliante all’originale), pur di ottenere un vantaggio illegale sull’avversaria. Se il bidone non funziona, usa la catena, se non basta le forbici. E se un intervento esterno di una componente dell’Atrocious Alliance non basta, eccone subito un’altra… E così via.
Inutile dire che questo meccanismo crea un’empatia esagerata nei confronti di Chigusa Nagayo, con il pubblico che esplode non appena quest’ultima riesce a riprendersi e connettere anche con la più semplice delle manovre.
Hair vs hair: Chigusa Nagayo vs Dump Matsumoto, AJW 28/08/1985
Per chiudere la carrellata dei 5 match da recuperare dopo aver visto The Queen of Villains su Netflix non si può non scegliere il leggendario hair vs hair death match tra la nostra heel preferita e la storica rivale Chigusa Nagayo.
Il racconto del match è ovviamente incentrato sulla stipulazione, ovvero i capelli della perdente in palio: tra le armi utilizzate da Dump ci sono in questo caso le forbici, con cui la leader dell’Atrocious Alliance compie una vera e propria carneficina sul volto della malcapitata avversaria.
Dal canto suo, Nagayo non rinuncia a rendere all’avversaria pan per focaccia arrivando persino ad utilizzare le armi (in questo caso il bidone) per provare a riportare in equilibrio la situazione. E se il sangue nel wrestling serve a generare empatia nel pubblico con il babyface, qui calza a pennello: Chigusa Nagayo che chiude Dump nella Sharpshooter alzando il pugno al cielo e con il volto grondante di sangue è un’immagine potentissima.
Ciliegina sulla torta è ancora una volta il pubblico dell’Osaka-jo Hall: in circa 11mila non hanno smesso di sostenere la loro eroina nemmeno per un secondo, mentre il dramma si consuma sugli spalti (con decine di ragazze letteralmente in lacrime) con la fine dell’incontro ed il post match. Sentimenti veri, generati da un wrestling che ormai non esiste più.
BONUS: altri 5 match AJW degli anni ’80 da recuperare
Se dopo aver visto The Queen of Villains ed aver recuperato i principali match ricreati nella serie non doveste essere ancora sazi di joshi puroresu anni ’80, di seguito una lista di altri 5 match assenti negli episodi (o solamente citati) che per la straordinaria qualità in ring meritano assolutamente di essere visti:
- Rimi Yokota vs Jackie Sato, AJW 16/12/1980;
- WWWA Title: Jaguar Yokota (c) vs Devil Masami, AJW 19/07/1982;
- Tag League Final: Crush Gals (Chigusa Nagayo e Lioness Asuka) vs Jaguar Yokota e Devil Masami, AJW 26/09/1984;
- All Pacific Title: Devil Masami (c) vs Chigusa Nagayo, AJW 22/08/1985;
- WWWA World Title: Jaguar Yokota (c) vs Lioness Asuka, AJW 22/08/1985.
E a voi è piaciuta The Queen of Villains? Guarderete anche la serie su Vince McMahon?
In the 1980s, Dump Matsumoto took on all of Japan as the most terrifying heel in women’s pro wrestling. This is her untold story.
The Queen of Villains premieres on September 19. pic.twitter.com/k9cQyAakBR
— Netflix (@netflix) July 17, 2024

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