Sin dal loro ritorno ad inizio 2019, Kevin Owens e Sami Zayn sono tornati ad essere fulcro e jolly di entrambi gli show.
Far risaltare qualità o difetti degli show WWE risulta rispettivamente complicato e banale, oramai. Perciò la soluzione migliore è analizzare situazioni oggettive e parlane da diversi punti di vista. Una di queste è sicuramente l’utilizzo di Kevin Owens e Sami Zayn. Due dei performer migliori della federazione vengono utilizzati come tali, teoricamente. Perché se una federazione di wrestling, assegna i due Main Event dei due show settimanali principali, agli stessi due wrestler, significa avere fiducia nelle loro capacità. È proprio il caso dell’ultima settimana targata WWE.
Perché sono Jolly?
A RAW Kevin Owens ha affrontato Seth Rollins con Sami Zayn come arbitro speciale. Mentre a SmackDown Live, i due, hanno fatto coppia con Dolph Ziggler per affrontare il New Day. Se nel dietro le quinte, questo utilizzo viene valutato come un grande attestato di stima, in chiave Kayfabe un po’ meno. Owens e Zayn non godono di grande star power, specialmente il secondo, designato ormai come macchietta, più che come Heel temibile. Discorso meno drastico per Owens, che può ancora godere di un buono status, apparentemente ignorato quando si tratta di fare il grande passo.
Perché sono il fulcro?
A prescindere dalla loro gestione, Kevin Owens e Sami Zayn sono dei veri e propri leader tecnici. Garanzia di qualità in ring e nell’interpretazione dei propri ruoli. Dimostrazione che anche tra le catene imposte dalla compagnia, il vero talento si intravede sempre. Zayn riesce ancora a non annoiare nonostante la staticità del proprio personaggio, il quale avrebbe dovuto vincere nettamente un feud, per stabilirsi con legittimità ai piani alti. Owens in singolo non stava certo sfigurando, il suo feud con Kofi Kingston era uno dei migliori tra quelli scritti per Money In The Bank. Entrambi non hanno certo bisogno di farsi da baby sitter a vicenda per raggiungere buoni risultati.
Che direzione hanno intrapreso?
Eppure non sembra essere la stessa la visione in casa WWE. Sfruttando la fastidiosissima Wildcard Rule, la WWE, ha riunito Owens e Zayn in men che non si dica. Riproponendo per filo e per segno l’act proposto due anni fa. Scrittura palesemente pigra, che va ad escludere ogni possibile evoluzione da parte di entrambi i personaggi. Owens e Zayn che, invece di essere utilizzati come Stepping Stone di lusso per gli altri, ogni tanto, meriterebbero il ruolo da protagonisti assoluti.