Nell’ultima puntata di SmackDown Live, Elias è diventato campione 24/7, sconfiggendo R-Truth, per poi restituirgli il titolo più tardi.
Un traguardo indimenticabile. Il frutto di una gestione esattamente proporzionale al risultato. Elias è da anni uno dei migliori prodotti WWE, davvero. Ottime capacità oratorie e grande abilità nell’intrattenere il pubblico. Così come nel creare heat. Heat difficile da ricevere, quando il pubblico si accorge di quanto tu sia bravo in ciò che fai. Essendo di conseguenza portato ad applaudire un oggettivo talento. Perciò ecco che assume ancora più valore la qualità da performer di Elias. E la WWE ne è a conoscenza. Elias ha avuto il privilegio di lavorare con grandissimi nomi, tra cui John Cena ed Undertaker. Chance che vengono date solamente a chi trasmette fiducia alla dirigenza.
Quindi cos’è che non va?
Semplicemente il 24/7 Championship è stato, fino ad ora, l’unico riconoscimento riservato ad Elias. Ed è durato poco più di 40 minuti. Un riconoscimento che sa più di presa in giro, dato il valore del titolo e del regno. Ma il problema non è l’angle di per sé, che in una puntata settimanale ci può tranquillamente stare. Il problema è che rappresenta solo l’ennesima pietra sulla incompiutezza di Elias.
Che carriera sta avendo?
Ormai nel Main Roster da 2 anni, Elias non ha mai effettuato il salto di qualità. Costantemente nell’uppercard, ha fatto vedere sprazzi di ottime faide e down clamorosi. Quasi mai attribuibili alle sue capacità come worker, bensì alla solita gestione indecifrabile riservata ai talenti. Uno dei pochi personaggi ben delineati, il quale potrebbe offrire tranquillamente un ottimo regno da campione secondario, per poi essere proiettato nel Main Event. Percorso che, dopo 2 anni, ancora non è iniziato. Troppo spesso, Elias, si è ritrovato nel mezzo di faide troncate a metà, skit ed angle senza un fine e stable improvvisate.
Qual è il suo valore?
Un atleta utilizzato come macchietta o come gregario. Quando meriterebbe una considerazione al pari dei migliori wrestler della federazione. Il fatto che la WWE ne sia a conoscenza, alimenta solo la perversione di tale situazione. In cui la federazione “premia” i propri atleti attraverso mezzi secondari. Tanto TV time e la possibilità di lavorare con grandi nomi. Riconoscimenti fittizi, che vengono sempre tirati fuori per annacquare una situazione non soddisfacente. Elias ha tutte le carte in regola per pretendere una posizione e un trattamento migliore all’interno della compagnia. E concedere il job ad R-Truth non rientra in questa visione.