Hulk Hogan: la sua storia a due facce. Un focus sull’Immortale e la differenza tra “eroe americano” e “capo politico del backstage”.
Nessuno ha mai diviso il pubblico quanto Hulk Hogan. La sua è una delle figure più ingombranti nell’intero panorama dello sport-entertainment e, piaccia o no, il suo contributo è stato fondamentale per l’ascesa della disciplina fino a farla diventare un vero fenomeno cult USA dal quale il mondo intero non può farne a meno. Una carriera fatta di luci ed ombre: splendido, muscoloso e amato da grandi e piccini sul ring e sugli schermi ma fuori dal ring una persona controversa e protagonista di diverse storie che hanno influito sulla sua reputazione. Negli anni le sue attività sul ring sono state contropesate dal suo grande potere politico nel backstage e la sua abilità nell’ottenere sempre quello che voleva lui. Dopotutto è Hulk Hogan, il business deve molto a lui.
Una vita al limite ma dedita al wrestling
Quella di Hulk Hogan non è una storia comune a quelle dei suoi colleghi: nonostante la sua prestanza fisica non era nato per diventare un wrestler, era un discreto giocatore di baseball e un ottimo bassista con un discreto passato in diverse band in California. La sua carriera iniziò per puro caso grazie all’intuizione dei fratelli Brisco. Il suo fisico era perfetto per il loro business e Hogan, grande fan già da bambino, accettò la proposta. In pochissimo tempo il suo nome era sulla bocca di tutti: la sua presenza garantiva spalti gremiti e incassi certi. Durante i tre anni in Giappone, sotto contratto con la New Japan Pro-Wrestling, affinò la tecnica ma, soprattutto, ricevette la chiamata più importante di sempre: Sylvester Stallone lo vuole per una parte nel terzo capitolo della saga di Rocky. Fu il suo big bang.
Hulk era all’apice, era appena uscito Rocky 3 ed era popolarissimo. Fu di Verne Gagne l’idea di metterlo face dato che ero io il principale heel. Ci affrontammo diverse volte: in una occasione, per sbaglio, mi dislocò la mascella con un pugno. Dovevamo andare avanti per altri 15 minuti, Hulk se n’era accorto e fu meraviglioso. Lasciò fare il match a me e non mi toccò neanche per sbaglio. Non gli diedi la colpa, son cose che succedono.
Jessie “The Body” Ventura
Hulkamania is runnin’ wild
23 gennaio 1984. Madison Square Garden. Hulk Hogan sconfigge The Iron Sheik e diventa Campione Mondiale WWF per la prima volta. È l’inizio del periodo d’oro: gli interi Stati Uniti non possono respingere l’onda d’urto, Hulk Hogan è una leggenda vivente. Il suo volto è ovunque e Hulk lo sa e, in qualche modo, deve pur proteggere il suo dominio. In quel periodo sviluppa un gran rapporto con Vince McMahon col quale trascorre anche molto tempo fuori dal lavoro. In quel periodo Hogan conosce i trucchi per diventare “intoccabile”. Sono in tanti a subire il suo potere politico. Forte dell’appoggio di McMahon diventa impossibile spuntarla contro di lui.
Ci misero a lavorare assieme, facemmo qualche prova ma da subito ci siamo resi conto che qualcosa non andava: il pubblico tifava per me. La stessa cosa capitò in diverse città. Hulk e Vince se ne sono accorti e optarono per bloccare tutto. Mi dissero che secondo loro avrei potuto rovinare il loro piano marketing.
Jake “The Snake” Roberts
La vittoria contro Andre The Giant a WrestleMania 3 è il punto più alto. Il suo primo regno durò 4 lunghi anni. Le rivalità con Ted DiBiase e Randy Savage mettono in forte difficoltà l’Hulkster sul ring ma batterlo era impossibile. Solo Ultimate Warrior riuscì nell’impresa a WrestleMania 6: fu la prima volta che Hogan concesse ad un avversario l’onore di batterlo in maniera pulita in otto anni.
Il suo rapporto con McMahon era indissolubile e sono in tanti a non apprezzare questo legame accusandolo di essere un doppiogiochista:
Quando tornai in WWE la mia prima intenzione fu scoprire chi mi aveva tradito con Vince riferendogli della mia idea di creare un sindacato. Nessuno sapeva il colpevole. Ma io sapevo come scoprirlo: avevo una causa contro Vince in quel momento e i miei avvocati ne approfittarono per fargli la domanda. Vince non ebbe alcuna esitazione a dire che fu Hulk Hogan a confidarglielo. Ero senza parole. Proprio lui che mi aveva supportato in quella idea. Lui che consideravo un mio amico negandomi in precedenza che non era stato lui a informarlo. E non possiamo dire che Vince non era in lui perchè lo ha ribadito anche a Larry King in seguito. Hogan è un bugiardo.
Jessie “The Body” Ventura
La rottura con McMahon e l’approdo in WCW.
Non diventi Hulk Hogan senza sapere come funziona il sistema
Road Warrior Animal
Nel 1994 il processo sull’uso di steroidi è la pietra tombale del rapporto tra Vince McMahon e l’Hulkster il quale diventa il principale bersaglio avendo ammesso in TV che buona parte del roster, lui incluso ne faceva largo uso. La disputa colpì l’immagine di tutto il sistema e per Hogan non c’è altra opzione che andar via, una volta per tutte, da quella che era la sua casa. Il mondo del wrestling sta cambiando pelle, Ted Turner aveva appena deciso che McMahon doveva sparire dalle scena e iniziò a sviluppare la WCW fino a renderla una pericolosa alternativa alla WWE. Mancava però la star per eccellenza. Hogan si unisce alla WCW nel giugno del 1994 ma la situazione era diversa: il pubblico si era stufato di lui e preferivano dei lottatori più tecnici. Nel 1996 il cambio che rinnovò la sua carriera: a Bash At The Beach si unisce ai debuttanti Scott Hall e Kevin Nash e forma il New World Order. In quel preciso momento, il mondo intero torna a parlare di lui e, nello stesso momento, forma l’élite che, da quel momento in poi, finì per monopolizzare il Main Event della federazione. Diversi lottatori certamente meritevoli e popolari non ottennero mai una chance per diventare delle superstar: nei tre anni successivi il titolo mondiale è appannaggio dei soli Sting e Hulk Hogan. In mezzo tanti piccoli cameo e una sola eccezione: Bill Goldberg. Alcune entità importanti come Ric Flair rimasero escluse dalla lotta per il titolo più volte accusando Hogan di slealtà per non aver restituito il favore di Bash At The Beach 1994. La teoria all’inizio dà i suoi frutti: la WWE perderà ogni singolo confronto settimanale nella guerra degli ascolti fino al 1998. Successivamente la bolla esplose senza preavviso, la WCW divenne progressivamente stagnante e noiosa. Diversi lottatori emigrano in WWE in cerca di successo e la WCW finì per perdere fan e ascolti.
L’addio alla WCW e il ritorno in WWE
Il suo status da “capo politico” anche in WCW porta ad uno scontro col capo degli scrittori, Vince Russo il quale, dopo la partenza di Eric Bischoff, grande amico di Hogan, si trovò a scontrarsi più volte. L’apice avviene a Bash At The Beach 2000. In quella occasione Hogan si rifiutò di perdere contro Booker T affidandosi, come spesso è successo, alla clausola del controllo creativo. In risposta al suo atteggiamento, Russo lo mise contro Jeff Jarrett in un match farsa durato 30 secondi. Lo sfogo in Pay Per View di Russo (più o meno concordato) chiude la seconda fase di Hulk Hogan.
Nel 2002 il ritorno in WWE. A riguardo disse Bruce Pritchard:
Fu solo buon business. Passammo molto tempo a negoziare. Scelse lui di tornare heel perché gli avversari erano migliori e avrebbe incassato di più. Solo buon business per entrambe le parti: stavamo investendo sull’uomo che aveva aiutato a rendere potente questa compagnia.
Fu un breve periodo costellato dal match epico di WrestleMania 18 contro The Rock e da un breve regno come Campione Indiscusso. Il suo ritorno nel 2005 lo vede protagonista del suo ultimo “trionfo politico”. La vittima è nientemeno che Shawn Michaels, uno dei più controversi lottatori della storia. Le difficili negoziazioni tra i due lottatori portano ad un solo match, vinto da Hogan a Summerslam 2005 in un match caratterizzato dal tentativo di boicottaggio di HBK e il suo seminario di over-selling in ogni singola mossa.
Gli scandali del 2012 e 2015
Non sono mai stato un fan di Hulk Hogan. Dopo averlo conosciuto, ancora meno
CM Punk.
Nel 2012 Hulk Hogan è protagonista di uno scandalo che mise a dura prova la sua tempra fisica e mentale. A incriminarlo fu un sex tape risalente al 2007 contenente numerose dichiarazioni a sfondo razzista. Nel 2015 un altro scivolone, sempre a sfondo razzista, costrinse la WWE a eliminarlo da ogni record e ogni pagina della storia della compagnia. Ma se la compagnia ha stigmatizzato subito l’accaduto, qualche collega lo ha addirittura difeso:
Chiunque di noi ha parlato come fece lui, nella privacy della stanza d’albergo. Ma noi non siamo stati mai registrati.
Road Warrior Animal
Questo evento scalfirà non poco la sua corazza, la reputazione fortemente ridimensionata e il suo ruolo da ambasciatore, nonostante le scuse, venne rimosso.
Hulk Hogan oggi
Oggi Terry Bollea, il suo vero nome, è un’altra persona. La sua spirale negativa è ormai alle spalle. La WWE lo ha riammesso nella sua storia ma viene utilizzato poco. Solo qualche sporadica apparizione negli show arabi e niente più. Come si potrebbe sfruttare un personaggio così?
Forse, come suggerisce Road Warrior Animal, sarebbe utile per uno scontro tra generazioni con l’Immortale contrapposto a Triple H o Shane McMahon. Oppure dandogli la chance per un ultimo match.
Quel che è certo è che, in qualunque modo voi vogliate interpretare questa storia tra luci e ombre, mai nessuno ha avuto e mai avrà lo stesso peso storico di Hulk Hogan. Desideriamo chiudere con la citazione del suo amico e collega Kevin Nash.
“È l’uomo che più merita rispetto per quanto si è prodigato per il wrestling e meritava di ottenere tutto quello che voleva. Dopotutto è il Pro-wrestler più importante di tutti i tempi.”