C’è stato un tempo in cui il wrestling nordamericano era nei palinsesti delle TV di tutto il mondo, anche in Italia. Più esattamente, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, il fenomeno della WWF, come si chiamava allora la federazione statunitense di wrestling, approdava nel nostro Paese come un autentico spettacolo. Le prime televisioni a pagamento, tra tutte Telepiù 2, proponevano uno show di tutti i tipi che, per la prima volta, fece breccia nel pubblico italiano, poco avvezzo a questo genere di discipline.
Quella proposta commerciale così rutilante e spettacolare è stata frutto di grande ammirazione di tanti utenti, e dunque non sorprende che alcuni calciatori siano cresciuti con una certa dedizione verso questa disciplina tanto spettacolare, soprattutto per quanto riguarda gli eventi targati WrestleMania, del quale l’anno scorso è stata disputata la 37esima edizione.
Il wrestling, l’influenza per le esultanze
Tanti calciatori che sono cresciuti negli anni ’90, infatti, hanno trasposto nelle loro esultanze alcune celebrazioni tipiche di vari lottatori noti in tutto il mondo nei campionati dell’attuale WWE, che prima era conosciuta come WWF.
Uno tra tutti è l’attaccante Nicola Sansone, che durante la sua tappa al Sassuolo esultò dopo un goal come la coppia di Wrestler ‘The People’, da lui molto ammirati. Non era la prima volta che ciò accadeva nel campionato di Serie A, competizione nella quale in questo momento l’Inter sembra essere la più accreditata alla vittoria secondo le quote sulle scommesse live disponibili a inizio febbraio online.
Prima di lui c’erano stati altri due attaccanti, ossia Fabrizio Miccoli, Mirko Vucinic e Inacio Pià. Il primo, capitano del Palermo, aveva indossato dopo una rete una maschera del lottatore messicano Rey Misterio, un’autentica icona della lotta libera nel paese latinoamericano.
Vucinic, che invece in Italia è esploso al Lecce prima di passare alla Roma, proprio nella sua tappa con la squadra salentina era diventato celebre per aver festeggiato un goal come lo storico wrestler ‘The Undertaker’, uno dei più forti e temuti degli anni ’90, periodo nel quale l’attaccante montenegrino si era affezionato a questa disciplina.
Per quanto riguarda Pià, invece, il suo modo di esultare dopo una rete muovendo la mano davanti la propria faccia era un chiaro omaggio al lottatore John Cena, uno degli atleti più popolari affiliati alla WWE.
Il sogno di Tim Wiese, dal campo di calcio al ring
Chi invece è andato ben oltre le esultanze è stato Tim Wiese, che è passato dal calcio al wrestling in modo attivo. L’ex portiere tedesco, che in carriera ha vestito le maglie del Werder Brema e della nazionale teutonica, si è ritirato a 33 anni per dedicarsi al culturismo e per poi fare le sue prime apparizioni sul ring nel novembre del 2014. Dopo un debutto ufficiale nel novembre del 2016 con il nickname ‘The Machine’, Wiese ha prima effettuato una serie di allenamenti mirati, ma alla fine ha deciso di rinunciare a diventare un lottatore professionista per non voler totalmente cambiare vita e trasferirsi negli Stati Uniti.