Nell’ultima settimana la WWE ha annunciato, tramite il proprio sito ufficiale, il licenziamento di Tye Dillinger, TJP ed Hideo Hitami.
Il titolo è provocatorio, è vero, ma con criterio. Si verifica sempre più raramente che un wrestler venga rilasciato per volere della WWE, a causa della sua effettiva inutilità all’interno della federazione. Roster troppo saturo? Scarso impegno dei wrestler in questione? Non possiamo saperlo, ma siamo tutti a conoscenza delle rigide norme extra ring che influenzano le scelte della dirigenza, per quanto concerne la gestione di un talento. Da questo ragionamento l’addizione è automatica, la trascuratezza della federazione si scontra con le ambizioni dei wrestler, che sviluppano malcontento. La situazione è comprensibile da entrambe le parti, in un roster carico di superstars e testosterone, è impensabile accontentare tutti ugualmente. Al contempo, mettendosi nei panni dei talenti, è logico che l’aspirazione personale soverchi ogni pensiero comune. Sono 3 solo nell’ultima settimana (ma diventano decine se prendiamo in considerazione gli ultimi 2 anni) i wrestler che spingono la federazione a lasciarli andare, camuffando le proprie dimissioni in una nota pubblicata sulle fonti ufficiali della WWE. Il che non rappresenta necessariamente un problema per la compagnia, ma è sicuramente una situazione da riconoscere a tutti gli effetti.
Destinazione AEW?
Oramai è un meme, sono sicuro che abbiate già visto la Gif con Cody che porge la mano sull’orecchio. La compagnia di Stamford non è più la terra promessa desiderata da chiunque; l’espansione del wrestling e delle sue annesse realtà rappresentano ormai una valida alternativa. Alternativa in grado di garantire un ritorno economico adeguato, senza intaccare troppo la notorietà di un lottatore. Punk e Bryan quasi 10 anni fa, il debutto di AJ Styles, l’espansione di ROH e NJPW, il ppv All In, la neonata AEW e l’universale sdoganamento dei mezzi internet, sono tutti fattori che hanno contribuito alla “nuova” concezione del wrestling. Quest’ultima risulta sempre meno legata all’egemonia di Vince e soci, almeno agli occhi del tipico fan smart occidentale. La storia di questa disciplina è fin troppo breve. Impossibile non renderci conto che stiamo vivendo una cesura che cambierà le carte in tavola di tutto il panorama. è presto per fare speculazioni, ma quello che è certo è che un lowcarder WWE di 15 anni fa, nella maggior parte dei casi, si sarebbe tenuto stretto il proprio stipendio, accettando la sua posizione. Ebbene Tye Dillinger, TJP e a questo punto direi KENTA, sono solamente l’ultima dimostrazione di un processo che sta gradualmente cambiando il gioco.