Brodie Lee è scomparso a soli 41 anni dopo aver lottato per mesi contro una terribile malattia ai polmoni che l’ha strappato all’affetto dei figli Brodie e Nolan, della moglie Amanda, dei colleghi della All Elite Wrestling e degli ex colleghi della WWE.
In pochissimi erano a conoscenza della malattia dell’atleta sotto contratto con la AEW, proprio perché la moglie aveva espressamente chiesto di non spargere la voce delle pessime condizioni del marito.
Dettagli sulla malattia di Brodie Lee
Nel corso dell’ultima edizione della Wrestling Observer Radio, il giornalista Dave Meltzer ha fornito ulteriori dettagli sulle condizioni dell’ex Luke Harper qualche mese prima della sua tragica scomparsa.
“Così come spiegato dalla moglie Amanda con un post su Instagram, Megha Parekh, Chief Legal Officer e Senior Vice President della All Elite Wrestling, nonché consulente della famiglia Khan, era riuscita a portare Brodie Lee alla Mayo Clinic. Il 31 ottobre è stato trasferito dall’ospedale di Tampa con l’eliambulanza a Jacksonville.
Già in quel periodo le diagnosi lasciavano pensare al peggio e tutto sembrava andare nel verso sbagliato, anche se si sperava che la Mayo Clinic potesse aiutare Lee. Amanda ha avvisato le “persone chiave” della AEW il 7 novembre, ma ha chiesto mantenere la più totale segretezza.
Trapianto impossibile per l’atleta AEW
Metlzer ha poi posto l’attenzione sulle difficoltà di effettuare un trapianto di polmoni per Brodie Lee.
“Si credeva che Lee avrebbe avuto bisogno di un trapianto di polmoni. Questo avrebbe significato entrare in lista, essere giudicato idoneo, trovare un donatore con dei polmoni adatti alle sue dimensioni: dato che era alto quasi due metri e pesava circa 125 kg sarebbe stato difficile.
Se ci fosse stato il trapianto, Brodie sarebbe stato immunocompromesso ed avrebbe dovuto prendere dei farmaci anti-rigetto. Tuttavia, le sue condizioni non sono mai state così buone da poter pensare ad un trapianto.”
Meltzer, inoltre, ha reso noto che fin dalla scoperta della malattia tutti coloro che erano a conoscenza delle condizioni del wrestler sapevano che “il risultato finale era probabilmente inevitabile”.