L’inviato sul posto per TSOW, Pasquale Rosario Iazzetta, recensirà l’evento “I Miti del Wrestling: Masters of the Universe”, con la partecipazione di Chris Masters, svoltosi il 24 Marzo al Teatro Palapartenope di Napoli.
Breve presentazione dell’evento.
L’evento è stato pubblicizzato come “lo show dell’anno del sud Italia”, lo è stato veramente?
La location è stata sicuramente un punto a favore dell’evento, infatti il Teatro Palapartenope è un lusso per uno show del genere. L’organizzazione l’ha sfruttato a dovere, montando il ring e i posti a sedere intelligentemente, dando possibilità a tutti di godere dello spettacolo.
Mi ha colpito molto anche lo stage, che è stato ricavato dalla zona in cui generalmente viene montato il palco. L’effetto fuochi d’artificio ha reso le entrate dei wrestler ancora più di impatto.
Apertura.
Lo show è partito dopo una mezz’ora di attesa sicuramente accettabile. E’ stato aperto dalla performance del rapper locale Viklaus, che principalmente a causa dell’attrezzatura audio non adeguata, non è rimasto impresso negli ascoltatori. In seguito, il General Manager Michele “The Myth” Ippolito e la host Vivian Dark Angel hanno presentato il primo match, che non è stato quello in programma.
Tempesta (c) batte Picchio Rosso – Championship on a pole per titolo italiano SIW.
L’opener sarebbe dovuto essere la resa dei conti tra Alex Flash e Picchio, dopo il turn heel del primo. Flash è arrivato sullo stage con una gamba malandata, dichiarandosi impossibilitato a combattere. Tempesta ha quindi lanciato la sfida a Picchio, in sostituzione, mettendo in palio il proprio titolo. Il segmento è sembrato troppo scolastico, se pur funzionale. I due atleti sono stati limitati molto dalla stipulazione, una delle peggiori mai ideate a mio avviso. I due hanno dato l’impressione di voler dare spettacolo, ma la resa del match, in alcuni punti con visibili sbavature ha consegnato un opener che poteva dare di più, se pure decente per la portata locale dell’evento. Il ruolo di Alex Flash è stato ben interpretato, in modo tale da “hyppare” la rivalità con Picchio, dato che il suo infortunio sembra legittimo.
Gianni Valletta batte Max Peach
Penso che questo sia stato il miglior match della serata, senza dubbio. Un classico booking da Davide vs Golia contrapponeva il gigante maltese Valletta, dai colpi devastanti e l’idolo di casa, il nolano “Orgoglio Nerd”, che ha ben interpretato il ruolo dell’underdog. Il match ha regalato i kickout giusti e le mosse di impatto giuste ai momenti giusti, come la spettacolare Tiger Bomb di Valletta. Nonostante qualche piccola imprecisione il match avrebbe meritato addirittura un posto tra i “consigliati” se non fosse stato per il finale botchato, in quanto Valletta avrebbe dovuto colpire il suo avversario con la catena, ma è risultata nei fatti una semplice clothesline.
Jimmy Barbaro batte VP Dozer
Questo match è stato sicuramente deludente. Sembrava che i due atleti avessero difficoltà nel trovarsi in alcuni casi e non ci sono stati momenti da ricordare. VP Dozer ha provato con qualche manovra di powerhousing anche ben eseguita ad alzare il livello, ma la contesa è rimasta sul senso di inadeguatezza a cui facevo riferimento prima, anche a causa di un minutaggio davero esiguo.
Karim Brigante & Tom La Ruffa battono Leon & Red Scorpion
Match sicuramente positivo. Mette in campo in maniera semplice le basi della contrapposizione heel/face in un tag team match. I cattivi giocano molto bene come coppia tag team old school e i face puntano bene sugli hot tag, sopratutto quelli che hanno portato l’ingresso di Leon. La contesa procede senza grossi intoppi e si conclude con un devastante Superkick di La Ruffa di cui sento ancora l’eco.
Miss Monica (c) batte Laura Di Matteo per il WrestleForce Women’s Title.
Il segmento pre match ha mostrato una Laura carismatica, cosa che ha rispettato anche sul ring. Mi aspettavo di vedere qualcosa di meglio dalla italo-inglesina, ma penso che sia stata il booking a limitarla, dato che il match è stato palesemente guidato da Miss Monica. Partito un po’ in sordina, l’incontro si è sicuramente ripreso con il minutaggio, anche se i troppi kickout hanno un po’ allontanato lo spettatore dal flusso del match. Il finale è risultato estraniato dal contesto, ma rimane un match decente per la portata locale dell’evento. La Di Matteo ha colpito poco, ma bene: mi dà l’impressione di avere un personaggio credibilmente badass.
11 Men Battle Royal, vincitore Red Scorpion
Tutti gli atleti maschi fino a quel momento impegnati hanno preso parte alla Battle Royal con l’aggiunta di Davey Fusaro. Una battle royal che ha rappresentato uno dei punti più bassi dell’evento, tenuta a galla soltanto dagli scambi finali tra Red Scorpion e Tom La Ruffa. Le eliminazioni sono state meccaniche e sistematiche, tali da far sembrare il match qualcosa che andava fatto giusto per farlo.
Chris Masters batte Fabio Ferrari
Ero molto curioso circa questo match, introdotto bene da un segmento nel mezzo dello show in cui Ferrari inveiva contro i napoletani, apostrofandoli come terroni. In questo match il nostro Ferrari ha dimostrato di essere superiore del suo rinomato avversario, conducendo bene le parti di match in cui toccava a lui splendere. Molto carine la Surfboard Submission e alcune taunt da heel. Unica pecca da matita rossa per lui è stato il mancato selling dopo il lavoro iniziale di Masters al suo braccio. Chris Masters era come ce lo ricordavamo: noioso e deciso a svolgere il compitino. Nonostante il match si concluda con un pubblico partecipe e l’overbooking metta un po’ di pepe la sensazione che si poteva fare di più rimane. Il match a consuntivo si lascia guardare per la portata dell’evento.
Lo show dell’anno del sud Italia?
Forse sì, considerata la moria e il livello di show da queste parti. L’evento ha visto i migliori wrestler italiani e alcuni wrestler internazionali di assoluto affidamento, ha visto un booking funzionale e un livello medio di match più che accettabile data la portata dell’evento. Nel marasma rappresenta un anelito di vita in un contesto in cui il buon wrestling è un miraggio. L’evento è riuscito a soddisfare in parte anche il fan più esigente, non troppo preso dall’attrazione Chris Masters. Proprio dall’attrazione si aspettava di più: la speranza è che il prossimo nome di punta sia qualcuno che possa garantire almeno il match della serata.
Un ringraziamento speciale al mio collaboratore e fotografo, nonché amico, Dino De Cristofaro.